Praia, 27 agosto 2004 ore 20 :49

Un’altra settimana volge al termine, una’altra settimana sempre piena di emozioni. Le emozioni ad esempio di Joao, 43 anni, pedreiro (muratore).

Siamo stati a casa sua qualche giorno fa perchè avevamo bisogno da lui di alcune risposte ed invece…

Joao è un muratore che vive in Achada Eugenio Lima con la moglie e i 7 figli. Come tutti ha alle spalle la sua storia di immigrazione in questa città, la capitale, dall’entroterra dell’isola di Santiago per…la speranza di un futuro migliore, per se, per la sua famiglia, per i suoi figli. Prima ci ha invitato a bere una birra al bar di fronte, che con il gran caldo non si poteva certo rifiutare. Poi siamo entrati nella sua dimora dove abbiamo conosciuto parte della sua famiglia e della sua storia. Lui è un clandestino. Qui a Praia essere clandestini significa aver costruito abusivamente la propria casa in uno stato, quello di Capo Verde, che prevede nella sua costituzione il diritto ad una dimora degnitosa per tutti i capoverdiani (ma il suono di quell’articolo è come quello di un’altra costituzione che dice che l’italia è un paese fondato sul lavoro…ugualmente…una mezza verità !)

Ci illustra la sua storia di clandestino. La casa è quella classica di tutto il circondario. Mattoni di cemento e un po di ferro ma… essere clandestini ti regala un destino particolare. Costruire in clandestinità significa doverlo fare di notte. Quando ci si vede poco e i lavori non possono essere fatti a « regola d’arte ». i ferri delle travi sono scoperti e dalle mura trasuda terra per la scarsa qualità dell’impasto. Joao ci tiene a dircelo : « io sono pedreiro, muratore, conosco il mestiere, lavoro nelle costruzioni da anni, so come si fa un impasto e come andrebbe costruita una casa ma… non ho l’autorizzazione comunale per farla e quindi…

La storia si complica…

…dopo due mesi passati tra scartoffie negli uffici joao ci pone l’ennesimo punto di vista, duro. Molto duro.

« Ho 43 anni, qui a capo verde la vita non dura come nei vostri paesi occidentali, povertà è essere vulnerabili al destino…sono un padre di famiglia, come ogni padre del mondo vorrei lasciare qualcosa ai miei figli perchè loro possano partire anche solo un passettino più avanti di me. Il desiderio almeno di lasciare una casa solida a loro ma questa…conosco il mio mestiere….è destinata a cadere. Sto investendo su un lotto poco distante da qui ma il comune più volte mi ha multato e sono oramai 12 anni che questa storia va avanti. Ho invenstito circa 1000 euro in quel terreno (una cifra pazzesca qui) ma…non mi danno il permesso e qui a capo verde non si ha neanche il tempo di darsi alla disperazione. »

Conosciamo il lotto di Joao, come oramai ogni centimentro del quartiere e quasi ogni suo segreto. Joao sa il suo mestiere ma quello che non sa è quello che qualcun altro gli dovrebbe dire. Purtroppo il piano regolatore municipale prevede che sul suo lotto passi una strada e quindi non è possibile costruire. Chissà se quella strada verrà mai fatta … intanto Joao continua a vivere tra 4 mura degne, ma cadenti.

Ieri sera abbiamo invitato a cena le animatrici sociali del comune che ci hanno aiutato a fare un’inchiesta socio economica nel quartiere per passare una serata in compagnia, anche loro ci hanno parlato delle loro storie.

Virginia, 2 figli e un 3’ in arrivo, forse non del tutto aspettato ma almeno, dopo che tanti la invitavano ad abortire, ha avuto il coraggio con suo marito di andare avanti. Questa è un santa donna. Continua a lavorare seppure il medico le abbia detto di non sforzarsi. Per settimane mi ha accompagnato tra le ribeire (le linee d’acqua tra le tante colline scoscese, piene di immondizie) di eugenio lima, entrambi arrampicandoci su quei dirupi come caprette ed io ingenuo che non mi ero accorto del suo stato. Sempre sotto un sole cocente senza un attimo di tregua.

Neusa. Ragazza di un’isola non lontanto da qui, Boavista, piccolo paradiso a rischio di speculazione per il crescente turismo, che 8 anni fa è venuta qui a Praia per studiare sempre nella speranza di un domani roseo.

Entrambe sempre con un gran sorriso sul volto.

Lo stesso di Joao, lo stesso di tanta gente che abbiamo incontrato in questa avventura.

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

Una risposta a Praia, 27 agosto 2004 ore 20 :49