Il ritorno in laguna

Ci siamo, si ricomincia. Come ogni nuova partenza ci sono vecchi e nuovi entusiasmi e vecchie e nuove insicurezze. Domani ci si rituffa nel vortice del dipartimento di Pianificazione del Territorio dello IUAV di Venezia. 2 mesi per “sparare le ultime cartucce” di questa avventura.

L’ultimo weekend è stato all’insegna di un percorso di avvicinamento alla laguna. Poco poco, piano piano… forse sottovoce… direbbe qualcuno… un piccolo giro per Siena, Arezzo e la valle dell’Arno. Da qualche anno mia tappa abituale nelle traversate della penisola. Amici vecchi e nuovi che sono i compagni di viaggio.

Oggi piccolo giro telefonico con gli altri “capoverdiani”. Non ci si vede da tre settimane ma non credo che il progetto abbia fatto grandi passi avanti in questo periodo. Non so bene perché. Certo “l’atterraggio” per ognuno di noi non è stato facile, non è mai facile, tanto meno stavolta. Adesso siamo alla resa dei conti i prossimi 2 mesi saranno un periodo davvero intenso a 360°. Il 21 dicembre d’altra parte è sempre più vicino, giorno in cui si vorrebbe presentare la versione definitiva del progetto.

Ma oggi i pensieri sono rivolti alla mia terra: Una persona speciale mi diceva mesi fa che: “Allontanarsi da un luogo è faticoso, a volte costa lacrime…ma poi si va…perchè è l’unico modo per volare alti!”


20:41

il tempo di mettere a posto la mia nuova dimora (che poi è quella dove sono stato lo corso anno… a 300 mt. Dal petrolchimico di porto Marghera). Un po’ di spesa, il minimo indispensabile per questi primi 2 o 3 giorni, poi in settimana si provvederà al resto.

Inoltre ho finito di mettere a posto la “prima prova” dell’analisi dei dati. Il software “gira bene” e le istruzioni che ho dato sembrano funzionare. In questa settimana però bisogna di nuovo controllare i dati e mettere a regime il tutto. Ma oramai sembra un lavoro in discesa.

Intanto ascolto continuamente musica in queste ore. Quest’anno senza televisione credo che il mio tempo libero (quel poco che rimane) lo passerò in modo diverso. C’è una canzone che più di ogni altre in queste ore rigira nel PC:” Monastero ‘e Santa Chiara”. Si tratta di un canzone tradizionale della cultura napoletana. Ma il monastero in questione è molto di più…un simbolo di un’epoca …passata. Il rifugio, negli anni universitari, di tanti momenti. È luogo come pochi al mondo nel cuore di una città straordinaria: NAPOLI! Poco distante dalla facoltà di Architettura era il mio rifugio preferito. Per studiare, per riflettere, per stare da solo a pensare alle scelte di quegli anni.

certo nella mente ho un unico pensiero , come quale? QUESTO!

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