Salve salve salve… Grazie per

Salve salve salve…sorrisone Grazie per la posta (wow, silvia…imbarazzato mi fai arrossire). Oi Va voi, carino ma non impressionante; notabile la presenza fra il pubblico di Lord Richard Rogers e famiglia. A 70anni suonati ancora se ne va ai concerti, mescolato ai giovinastri danzerecci e resta fino alla fine. Complimenti.

Prima, cena da Belgo Noord (cozze stufate e patatine fritte… yum yum!). Strano, non sono stato a Camden per mesi e nonostante eviti di andarci il weekend durante il mercato invaso da orde di turisti, in realta’ non e’ male. I bar e i clubs, i vecchi hippies, i trustafarian e i techno punk…tutto lo spettro della youth culture prima o poi si ritrova qui. la music city sempre viva dove i nuovi gruppi bazzicano e si fanno le ossa.

Purtroppo pero’ la gentrification avanza… hanno costruito un nuovo orrendo complesso di bar/uffici residenze proprio sui locks… veramente una schifezza, edifici terrazzati con muri curvi di un osceno colore verdino acqua che accanto ai vecchi dignitosi magazzini e opere dei locks in mattoni scuri appare lezioso come uno yuppie superprofumato con una giacca imitazione Versace. Non sono un contestualista, ma quando un’area ha un’identita’ e una personalita’ forte e interessante come Camden e’ necessario riconoscere e interagire. E poi e’ una regola che con la gentrification arrivano i problemi: si creano frontiere nette fra chi ha e non ha; adesso nella parte di Camden verso Camden Road si aggirano bande di quindicenni ubriachi che aggrediscono i passanti perche’ si sentono esclusi dall’evidente “rigenerazione” della loro area, che non li tocca e non offre loro nessuna opportunita’. In realta’ Camden e’ sempre stato (un po’ come Brixton, la zona dove vivo) una corte dei miracoli, con un po’ di tutto, dagli alternativi alla creme dei disadattati, ma adesso c’e una tensione diversa, piu’ aggressivita’.

In ogni modo, adesso combiniamo qualcosa.

A mas tarde…cuore

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