Eew… ho passato lo

Eew… ho passato lo scritto, uno degli eletti (40 ammessi su più di 200). Adesso studio le belle cosine borboniche, gloria e vanto del belpaese. E ce ne sono di nuove, complesse e contorte quanto le vecchie! Oh gioia!

Ahimè anna, ribadisco il concetto che a Firenze poco c’è e poco rimane. O se non altro, non c’è tutto quello che ci raccontano.

La realtà italiana è per forza di cose frammentaria e sparpagliata, ci sono cose in tutte le città grandi e piccole, ma sono cose sparse…

Il sublime ed esclusivo (nonchè assolutamente non pubblicizzato… forse avevano paura di diventare troppo mainstream ad affiggere manifesti per la città?) festival non mi apre nuovi orizzonti, e inoltre rivendico il mio diritto inalienabile alla facoltà di sorprendermi. Se si parla di interventi nel tessuto urbano, voglio imbattermi nelle cose vivendo la città da cittadino preso da altre cose ed altri pensieri, piuttosto che come da cacciatore coatto di luoghi cool (urgh…) Sennò che gusto c’è?

Mi irritano i progetti di comunicazione studiatamente criptici e la supponenza iniziatica con cui ti viene detto “ma come, non lo sai?” Ovviamente tutto ciò fa anche molto eterno studente, e in fondo non mi meraviglia dato che in tema di realtà culturali contemporanee nell’architettura & design oltre la grande ipertrofica università a Firenze non c’è molto altro… (sono pronto a ricredermi ma anche piuttosto diffidente)

In un flash rivivo il senso di insofferenza che avevo per il modo in cui i designers “alternativi” si manifestano in questa città: in pratica, si raccontano le barzellette fra loro e se le ridono, si fanno le scarpe a vicenda, un circoletto di snob da salotto che pensano di fare chissà che cosa, in nome di una rilevanza culturale che a volte c’è, grazie alla poesia di alcuni, a volte no.

Ma a me, lo ripeto, sta bene così, almeno per ora: le mie relazioni e scambi con i miei concittadini si svolgono su binari semplici e immediati: non presuppongo nulla e nulla mi aspetto, come da una conversazione fortuita su un autobus.

Ho passato troppo tempo nel beato sentirmi nessuno della metropoli tentacolare contando solo sulle mie forze e sul mio buonsenso per tornare adesso ad abbandonarmi all’autoindulgenza.

Alla noia profonda penserò un’altra volta…

BaCicuore

p.S.: grazie Daniela, concordo sulle inserzioni, anche se per fortuna non ci sono solo quelle… x

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