L’architettura pensata e realizzata in forma plastica……interprete non plus ultra del concetto dello spazio.
L’esposizione ARQUIESCULTURA, in bella vista nella più grande scultura architettonicamente funzionante, dei nostri tempi, è assolutamente meravigliosa. E non lo dico solo per i miei interessi personali che volteggiano tra le due arti…
L’icona dei foglietti illustrativi, rappresenta uno scorcio del Guggenheim di Gerhy e una scultura, Coupes Superposees, del dadaista Hans Arp, dove il gioco di forme curve e soprapposte è praticamente identico nelle due arti e in periodi completamente differenti della storia.
La mostra fu organizzata nel 2004-05 dalla Fondation Beyeler a Basilea e dopo Bilbao, albergherà nel Kunstmuseum Wolfsburg.
Dominano l’expo, 180 sculture e vari plastici di opere architettoniche di ben 60 artisti e 50 architetti.
La singolare novità di questa mostra è costituita dal confronto diretto di sculture originali, di artisti di spicco con plastici di edifici riconosciuti per la loro originalità in tutto il mondo, che vengono trattati come piccole sculture. L’avvicinamento delle due arti con tali elementi, permette di comparare direttamente le idee plastiche in entrambi gli ambiti.
Per la prima volta una mostra riorganizza vari secoli, alla luce del plasticismo nell’ arte scultorea e architettonica, analizzando il dialetto delle forme e delle ideologie dei vari artisti. La cronologia è stata suddivisa in 10 capitoli
prologo Los antecedentes de la historia
Si alternano nella prima sala, , Gaudi, con un plastico della sagrada famiglia, sculture di Aristide Maillol e Rodin, plastico sezionato della piramide di Giza, un tipico tempio greco, fino ad arrivare a plastici riferiti al costruttivismo russo. Uno speciale filo conduttore, collega le ispirazioni plastiche delle correnti.
- Neoclassicismo: del XVIII al siglo XX
Il visionario Etienne-Louis Boullèe, con la sua enorme sfera e altre opere, marca il cammino neoclassicista, fino ad arrivare al suprematismo di Kazimir Malevich. Come omaggio a Boullèe, il fluo-artista, Gerhard Merz, inventa, solo per il Guggenheim, un monumentale fregio di luci.
- El trionfo sobre la escala
Nelle sale di questo capitolo, primeggia Costantin Brancusi, la foto del suo studio ne affianca un’altra che raffigura lo sky line di new york, la storia racconta che lo scultore gridò dalla barca che lo avvicinava a Manhattan: “ma questo è il mio taller!”, riferendosi alla verticalità degli edifici e al ritmo spaziale da essi composto. Sono in bella vista due sculture sue.
3. 4-5 Cubismo, De stil, Expresionismo, Lenguaje-alma-espacio: Rudolf Steiner y Ludwig Wittgenstein
Diventa motto della sala, che racchiude ben tre capitoli, la frase dello storico August Schmarsow: la scultura genera corpi, l’architettura genera spazi. Il plasticismo si fa ogni volta più costruttivo e tettonico, e stabilisce una connessione con il geometrismo rettangolare dello stile internazionale nell’architettura, come in Mies van der Rohe. E d’altra parte la architettura diventa sempre più scultura: Greg Lynn, Lars Spuybroek, Erich Mendelson.
6. La arquitectura quiere hacerse escultura y viceversa.
Sculture concentriche richiamano le forme della spirale di Wright in New York, Le Corbusier si distacca dalla cassa geometrica Villa Savoye (impeccabile il plastico) in quella decade definita da qualcuno “della scultura” e realizza la cappella de Ronchamp…nel frattempo in Spagna Chillida, ribalta il corpo della scultura nello spazio dell’architettura.
7. La escultura como vìa y lugar: del monumento a la instalacion.
Lode a Giacometti, considerato il padre della scultura che si esprime al massimo, che cammina, parla e si fa spazio all’interno della città. Particolarmente significative le istallazioni di Joseph Beuys, con il quale, il corpo sociale diventa plastica sociale!
8. 1970-2000 arquitectura minimalista y escultura paisajista
L’epoca nella quale l’architettura s’immerge totalmente negli esperimenti avanguardisti della scultura e comincia a privare di dettagli le idee e gli edifici.
Herzog & de Meuron, con la loro arquitettura minimalista, l’elementarismo di Peter Eisenman direttamente ispirato al Land art di Walter De maria, guidano questo capitolo.
9. La città escultural 1960-70 utopias urbanas como megaesculturas.
Interessantissimo tema, ahimè trascurato e né ignoro il motivo, solo fa capolinea una istallazione di Miguel Navarro “ciudad muralla”, quando si sarebbe potuto parlare del caso Amsterdam, come una scultura sull’acqua, o di Vienna e Parigi, ma forse è stato complicato, racimolare materiale inerente a questi PRG.
10. Box y Blob y el descubrimento del espacio virtual: el siglo XXI.
La disputa tra l’orientamento blob e quello box. A confronto le architetture con la tendenza alla forma rettangolare e le architetture dalla forma spaziale organica, incitate anche dalle nuove tecnologie.
Embryological Houses di Greg Lynn.
HENRY MOORE, HANS ARP, COSTANTIN BRANCUSI, GIACOMETTI, MONET, EDUARD CHILLIDA, JACQUES LIPCHITZ, RODIN, MAILLOL marcano la storia della scultura avvicinandosi timidamente ai plastici di architetture come Fallingwater, Villa Savoye, Arkitecten Gota, Guggenheim di New York e di Bilbao, Hong Kong and Shanghai Bank.
Il contrasto tra l’organico e il geometrico, tra corpo e spazio, costituisce il leitmotiv della esposizione. Emozionante.Molto.
10 risposte a L’architettura pensata e realizzata