ci vuole un buon paracadute

Londra, Londra , Londra…..ieri la mia amica Patrizia che la visitava per la prima volta ne è rimasta delusa…mi aspettavo un pugno nello stomaco, come New York mi ha detto, ma non è stato così.
Io invece, a discapito della crisi, vivo in preda ad un entusiasmo incredibile per questa città, tanto da non sapere dare una risposta alla domanda..in quale altro posto potresti vivere oggi?
Dopo le angosce di un agosto piovoso e grigio, l’arrivo dell’autunno e poi dell’inverno mi hanno veramente dato una carica di positività incredibile, eppure i punti interrogativi per questo 2009 sono tanti…In realtà non so neanche bene che che lavorò farò tra qualche mese, e questo non per gli effetti di questa fantomatica crisi, che sembra non aver toccato le tasche dei privati privilegiati abitanti di Chelsea e South Kensington, che continuano a richiedere le prestazioni dello studio di Lady Susan, bensì ancora una volta per mia scelta personale.

Farò un altro passo azzardato tornando a studiare, a Gennaio, per specializzarmi in interior decoration, e per questo ho deciso di prendere diciamo così un periodo sabbatico. Quindi, proprio quando in studio arrivano decine di telefonate al giorno di giovani a architetti disperati in cerca di lavoro, io lascio il mio posto nella ‘dorata west London’ per intraprendere un’altra avventura, nella quale investirò i miei risparmi, consapevole di non avere nessuna certezza di come andrà a finire.

Ma nonostante questo continuo ad avere fiducia nel futuro. Certo l’idea di dedicarmi a qualcosa che mi piace tantissimo e di fare una full immersion in un settore che mi attira da oramai molto tempo conta molto. Ma anche in un certo senso c’è la consapevolezza di un vivere il concetto di crisi in maniera molto diversa dagli inglesi, di avere una sorta di paracadute spirituale oramai incorporato, risultato dei tanti anni di lavoro e vita in Italia, durante i quali diverse volte mi è toccato armarmi di nuovo e ripartire.

In un certo senso quello che comporta la crisi qua, in termini spiccioli, è una dimensione più o meno simile a quello che in Italia si vive ormai da anni…e neanche, considerando che gli Inglesi erano abituati a stipendi da capogiro e ad un elevatissimo livello della vita. Leggevo proprio ieri su una rivista l’intervista ad una giovane broker della city che si lamentava dei drammatici effetti del credit crunch sulle sue abitudini…essere passata da Prada a Zara e non potersi permettere più il personal trainer di pilates per 150 pounds all’ora. Mah..io ho miei colleghi che in Italia oramai da tempo lottano per arrivare a fine mese e pagare le bollette.
Comunque non mi spaventa l’idea di questo salto nel buio, non posso rimanere tranquilla ancora per molto, troppi sono gli spunti che vedo in giro, Londra continua ad essere un calderone di idee e immaginazione che produce ancora frutti troppo invitanti per essere lasciati sull’albero. Credo che questo rimanga un posto dove comunque non si possa venire a fare gli impiegati, troppo alto il prezzo da pagare per avere una vita tranquilla e un lavoretto sicuro.

Ci vuole una buona dose di carburante per sopravvivere, specie di questi tempi…io di carburante economico non ne ho tanto, ma penso ancora di averne parecchio di quello spirituale, in termini di creatività e voglia di fare. E voglio ancora che questo sia ancora la miglior specie di carburante in circolazione, il miglior paracadute per salvarsi da questa oramai inequivocabile e inarrestabile crisi…..

A presto

Rosy

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

10 risposte a ci vuole un buon paracadute