Christmas in London…………….

Finalmente ci siamo riusciti. Quest’anno niente corse disperate tra Gatwick e Heatrow per acchiappare il fatidico costosissimo volo per tornare a casetta. Quest’anno no, quest’anno Natale è a Londra, per la prima volta fuori casa.

Per me era sempre stata una regola.. Nei miei tanti anni di architetto pellegrino tra varie città italiane prima ( Firenze, Venezia, Modena…) e tra Londra e l’Italia dopo, ho sempre fatto di tutto per dare un fermo al tram tram della mia vita più o meno tra il 20 e il 23 Dicembre, e fiondarmi sul primo mezzo disponibile, treno, aereo o macchina che fosse, per tornare nel paesello in Calabria Saudita.

Ma quest’anno la musica cambia. Ho dovuto più o meno dare un ultimatum ai miei genitori che ancora trovavano la scusa di aver bisogno di tempo per imparare l’inglese prima di sbarcare quassù. In pratica si sono arresi davanti alla prospettiva di passare le feste senza di noi, e sinceramente credo che dopo oramai più di una settimana londinese a zonzo in questa strabiliante giostra di musei, parchi, negozi e monumenti, non se ne siano pentiti affatto.
In realtà, dopo un anno da pendolari per via del matrimonio, non avevamo assolutamente intenzione di scapicollarci dal nord al sud della penisola per fare lo sharing delle festività con entrambe le famiglie, né tantomeno di fare le feste separate, dato che da novelli sposini non sta bene affatto. E poi insomma volevamo goderci un po’ la Londra natalizia in tranquillità, senza dover correre da una parte e dall’altra per comprare i regali e riuscire a far quadrare le 2000 cose che puntualmente ci sono da fare prima delle partenze e che sistematicamente, dato il sempre poco tempo a disposizione, rendono difficile il potersi godere con calma l’atmosfera magica che Londra vive in questi giorni. In questo sono d’accordo con la mia carissima vicina di blog e direi anche di casa Eleonora, poche città riescono ad essere così natalizie come la capitale inglese.

Insomma alla fine tra i vari banchetti di rito ( tra cui un sensazionale pranzo con colleghe alla National Portrait Gallery di fronte ad uno skyline che sembrava uscito dal film di Mary Poppins e una cena con la celebre ‘cumpa’ di architetti italiani conosciuti via Mind The Gap) e un tacchino un po’ anomalo ( al ripieno di castagne purtroppo ancora non ci siamo arrivati ) il Natale è andato.. ed è stato bello!
E i giorni passano andando in giro in una Londra veramente e inaspettatamente glaciale, in mezzo a quelle cose che finora mi ero riproposta di vedere e che per un motivo o per l’altro non mi erano riuscite, ma anche in mezzo alle ennesime visite ad Harrods, British Museums, National Gallery, Selfridges e compagnia bella. Ma questa volta tutto con calma e in relax.
Ed è come se certe cose le vedessi per la prima volta, come se in un colpo solo Londra si materializzasse davanti ai miei occhi nella sua grandezza di capitale europea, con tutta la sua meravigliosa storia e le sue eccezionali vicende visibili in ogni angolo, in ogni pietra….

Adesso si pensa all’ultimo dell’anno, stavolta all’insegna della danza, dato che abbiamo in programma una fantastica versione dello Schiaccianoci per il 31, per la prima volta alla Royal Opera House, e ‘ The Lion King’ per giorno 1, a detta di tutti uno dei più bei musical attualmente ‘on stage’ a Londra. Anche queste ovviamente cose che mi riproponevo di fare da un bel po’ e per cui non avevo mai trovato il tempo.

Anche questo 2008 è volato, per me veramente veloce grazie ai preparativi nuziali, ma anche al tanto lavoro in studio, che si prospetta tale anche per il nuovo anno. Incredibilmente, data la crisi oramai davvero dilagante, e sempre più evidente anche nel nostro settore.
A volte mi sembra di vivere in un’isola felice in questo piccolo studio. E non solo perché mentre in giro continuano a licenziare architetti io ho chiesto e ottenuto un periodo sabbatico per il mio corso di design ( talaltro con calorosa richiesta di tornare presto alla base ), ma soprattutto per l’onestà del lavoro che con queste mie colleghe riesco a svolgere. Non so, forse per altre persone sarà normale, ma io rimango costantemente colpita dalla ricerca continua della qualità architettonica nei nostri progetti, una ricerca portata avanti, dal piccolissimo intervento, alla ristrutturazione più complessa, con tenacia, serietà, decoro, rispetto per gli edifici, ma anche per i clienti e per le loro aspettative, nella massima chiarezza, nel tentativo di accontentare le loro richieste ma anche di non prescindere dal creare qualcosa di bello.

In quasi un anno e mezzo di lavoro con loro non ho mai sentito un accenno a qualcosa che solo potesse far pensare alla volontà di un tirare via un progetto, o di riciclare delle idee non realizzate, e menchemai di un voler intortare il cliente ( cosa che a dire il vero mi è capitato di vedere spessissimo negli studi in cui ho lavorato in Italia…ma per carità non scatenatevi, io parlo per quella che è stata la mia esperienza! ).

Insomma se da un lato l’aver scelto uno studio piccolo sicuramente mi sta penalizzando un po’ in termini economici ( le retribuzioni negli studi più grossi sono decisamente più alte ), dall’altro mi sta veramente arricchendo tantissimo professionalmente, e oltretutto credo che questa scelta si sia rivelata assolutamente salvifica nei miei confronti, considerando che proprio gli studi piccoli sono tra i pochi ( insieme al Baronetto Norman ) che stanno rimanendo a galla in questo mare di
lavori che si smaterializzano da un giorno all’altro e di continui licenziamenti.

In conclusione, sebbene sia fermamente convinta di voler dare un’impronta un po’ più creativa alla mia professionalità ( e per questo che ho deciso di fare un corso specifico in interiors ) credo di essere molto ma molto fortunata, sto facendo un’esperienza professionale vera, finalmente vado in cantiere, finalmente parlo con i clienti e ragiono con gli ingegneri, finalmente discuto con i contractors e con le tutte le figure professionali che sono coinvolte nei progetti. Finalmente vedo crescere la mia piccola Architettura. Perché di Architettura si tratta. Con la A maiuscola davvero. E so che questo mi servirà a formare in maniera forte la mia professionalità, anche se spero di darle in futuro un’impronta più creativa e meno tecnica.

Insomma per me il 2008 finisce con grande soddisfazione e il 2009 inizia con serenità ed entusiasmo. Sarà un anno decisivo, tante cose si dovranno definire…ci saranno cambiamenti, miglioramenti, ancora una nuova casa ( magari due…), nuovi progetti ( anche Filippo mi sembra in vena di svolte), alcuni a breve altri a lunga scadenza ( non so quanto ancora resteremo qui in England.. ).

So che molti miei colleghi non se la passano bene in questo momento e forse le prospettive per il nuovo anno non sono molto rosee. In particolar modo alcuni miei compagni di avventura londinese, a cui veramente auguro di cuore che il 2009
possa portare tanto lavoro e le soddisfazioni che meritano, dovunque voi decidiate di dirigere le vostre aspirazioni e i vostri desideri.

Inoltre vedo che ancora molti continuano a considerare Londra come una speranza per uscire dalle difficili situazioni lavorative italiane. Penso che ognuno debba fare ciò che sente, ma mi preme dirvi sinceramente questo.. sappiate che questa non è più la Londra di un anno fa, in cui nello spazio di un mese si trovava lavoro in uno studio di architettura. Prendete coscienza che lavoro per il momento non ce n’è quasi per niente, e anche architetti qualificati e con esperienza e inglesi si trovano in difficoltà.
Quindi davvero, pensateci due volte a lasciare l’Italia per l’Inghilterra adesso, soprattutto se, in qualche modo, un lavoro l’avete. Rischiate davvero di trovarvi senza niente per molto tempo, e per di più in una città molto cara.

A tutti davvero, auguro un nuovo anno di belle cose, di
entusiasmo e di serenità.
Un abbraccio

Rosy

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