Ciao raga! Innanzitutto un

Ciao raga! Innanzitutto un rigorosissimo ‘crepi’ in risposta ai vostri innumerevoli “In bocca al lupo”. Grazie di cuore….è inutile negare che condividere l’esperienza accorcia le distanze (fisiche/psichiche). Per quanto riguarda il progetto Leonardo, posso dirvi che per me è stato il pretesto, la scusa che cercavo per farmi forza e convincermi finalmente ad affrontare una esperienza che credevo più grande di me: in terra d’Albione, completamente sola, con una conoscenza comsì comsà dell’inglese….era una immagine che se da un lato mi affascinava incredibilmente, dall’altro mi terrorizzava. La borsa di studio Leonardo l’ho vinta alla mia università (Politecnico di Bari). Credo che tutte le facoltà siano convenzionate con il programma Leonardo, ogni anno con progetti diversi, anche se non ne sono completamente sicura. Il consiglio che posso darvi è quello di chiedere alla segreteria di facoltà oppure di andare a curiosare sul sito della comunità europea ( anche se c’è il rischio di perdersi!) Generalmente escono due bandi ogni due anni. Io mi sono laureata nel 2002 lo stesso giorno in cui scadeva l’ultimo dei due bandi annuali ( lo ricordo bene perché volevo letteralmente scappare da Bari!!!!) e quindi ho dovuto aspettare circa altri 2 anni prima che uscisse questo. Ho partecipato ad agosto ed ho saputo di averla vinta ad ottobre. L’assegnazione delle borse, almeno in questo progetto, consisteva in un curriculum (consiglio a tutti di compilare quello europeo come Federica) ed in una, chiamiamola “lettera d’intenti” o programma di ricerca da svolgere, da scrivere sia in italiano che nelle lingua del paese in cui si desiderava fare lo stage. In ogni bando sono poi specificate, caso per caso, le modalità di partecipazione e i criteri di aggiudicazione. Alcuni bandi richiedono la condizione di non essersi laureati da oltre 18 mesi ma non credo tutti. Quindi ….sbrigatevi!!! Non so se, professionalmente parlando, possa essere per molti una “ svolta”; esiste la concreta probabilità alla fine dei 3 o 6 mesi possa capitarvi, a sentire esperienze già vissute, di provare lo stesso smarrimento che si ha post laurea. Ma una cosa è certa: umanamente parlando credo che sia una esperienza che vada fatta con tutti i “se”, i “ma” e i “però” del caso. Credetemi vale la pena anche soltanto per allargare i propri orizzonti, per mettersi alla prova e per ascoltare la mattina persone che in studio parlano giapponese, a pranzo italiano, sull’autobus spagnolo e per il resto della giornata ..inglese!!!!E’ emozionante.

Adesso vi saluto perché questa oggi, oltre ai due altri faldoni da studiare che il mio capo mi ha rifilato in tutta risposta alle mie “good questions” …..DEVO FARE IL BUCATO!!!!

Kisses,

Paola

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