ultima frontiera

Che cos’è la Crisi, quella Economica intendo? Be’, credo una di quelle condizioni alla Charles Bukowski pre-fama. Passano i mesi e una persona comincia a fare il punto della situazione. Tra continui ripensamenti, tra le opportunità (non colte) di poter rimpolpare la voce “competenze informatiche” del proprio curriculum, tra le telefonate del tipo «buonasera, sono Tizio e Caio, e sono architetto, volevo chiedere se per caso il vostro studio, in questo momento, fosse alla ricerca di collaboratori» e le risposte del tipo «magari!!!» e le contro-domande del tipo «…quindi, mandarle un curriculum…» e le contro-risposte del tipo «sarebbe una cosa sprecata, arrivederci», …ecco, tra una cosa e l’altra, dicevo, una persona comincia a sentirsi più debole. Mentalmente, volevo dire. Ma lo sapete anche voi, no? Dicono che è la mente che comanda e che quando essa comincia a dare segni di cedimento, anche il corpo, piano piano, si spegne. Come quel cane che si intristisce per il passaggio a miglior vita del suo fedele padrone: pare che dopo un po’ anche l’animale, piano piano, muoia. Passano i giorni e una persona smette pure di inviare curriculum. Ha già spedito 600 e-mail a diversi studi di progettazione. Se quei pochi che hanno risposto hanno detto che non c’è spazio, allora vuol dire che non c’è spazio. E dire che qualche anno fa facevo un colloquio nelle cantine dello studio di Rua do Aleixo, dove il papà aveva ospitato Siza junior, detto Alvarinho. Alvarinho, durante il colloquio, raccontava a me e ad un’altra candidata le cronache di quando era piccolo. Aiutava il padre a fare i plastici (“maquette(s)”, per i palati fini). Il papà lo chiamava «“il mago dei plastici”». E vedevamo Alvarinho ridere dagli occhi, commosso, mentre farfugliava un qualcosa del tipo «“il mago dei plastici”…lui era il mago dello Spazio ed io ero “il mago dei plastici”».

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