datastellare 17.05.2007

Diario del Quasi Arch. – Aggiornamento –

Dimenticavo di rispondere a tutti quei ragazzi che, nella loro esperienza, mi hanno domandato se, avendone la possibilità, non avrei rifatto l’università. Ragazzuoli, siamo seri. Io ho una pessima opinione del sistema accademico nostrano. E’ un sistema dove solo in rarissimi casi si lascia spazio al giovane, dove si sfrutta il lavoro altrui, dove capaci, determinati, preparati, vengono spremuti senza ritegno, permettendo (colta citazione) carriere senza talento e talenti senza carriera. Ne più ne meno del mondo del lavoro (sempre nostrano). Detto questo… è ovvio che la rifarei. Ma non per una nostalgia, per un freudiano desiderio di entrare a far parte della casta… ma per amore di questo mestiere agrodolce, per amore dell’architettura. E’ proprio qui il problema! Anche io ho avuto un paio di professori veramente bravi. Uno su tutti, poi, che in un momento difficile mi ha aiutato, mi è stato vicino anche e soprattutto al di fuori della facoltà. Un uomo di una preparazione incredibile, aperto alle novità e allo stesso tempo disponibile al coinvolgimento. Ma di esami ne ho fatti 36. 2/36… 1 professore ogni 18… Ah, dimenticavo di dire che dei due, uno è ancora morto di recente… quindi la media si abbasserebbe drasticamente. Non è così che può funzionare all’interno di quella che dovrebbe essere la scuola della futura classe dirigente.
Ho deciso… domani ci infiliamo in un tema delicato: trattiamo della cialtroneria di quelli che sono usciti con noi dalla facoltà! Iniziamo anche a raccontare COSA produce un sistema che nella mia personalissima opinione, è completamente e totalmente sbagliato!

– Fine dell’aggiornamento –

Una delle prime cose che dissi, iniziando a parlare dell’università, fu: è fucina di cialtroni. Qualcuno cercò di mangiarmi vivo perchè avevo toccato questo “paradiso terrestre”. Effettivamente… è un po una sorta di riserva naturale dove professoroni sovrastimati e sovrapagati girano liberi assieme ai loro assistenti imbecilli. Ma, e ripeto MA… la storia che Paolo ci ha raccontato è meravigliosamente vera. Avevo già sentito parlare di contaminazioni del mondo del lavoro (inteso come contratti IDIOTI) all’interno dell’ambito accademico. Ci auguriamo tutti, ovviamente, che l’università cambi, che vengano pagati stipendi DECOROSI a chi una professionalità ce l’ha, che gli ordini inizino a comportarsi come tali, pubblicizzando le nostre capacità e stimolando nel privato la voglia di usare l’architetto e non la figlia della portiera per “farsi” casa. Accetto ASSOLUTAMENTE l’invito di Paolo, quindi! Primo perchè amo profondamente il caffè, secondo perchè ho sempre trovato profondamente giusta la regola che mio padre mi impose appena iniziai ad avere un giro di amici: questa porta è aperta per chiunque a qualunque ora; purché sia una persona con una conversazione interessante. Sono sicuro che con Paolo avremo una conversazione molto interessante! Mettiamola così: il primo giro, lo offri tu; quindi subentro io! 😉
Ma veniamo alla parte più dolorosa del blog: oggi parliamo male di chi? Ieri sera mi torna a casa il membro della tribù che ha iniziato a lavorare da poco. Sotto stress, comprensibilmente stanca, sottoposta alle prime angherie da parte di colleghe… ehm… diciamo poco “gentili”, che son ben educato, va! Ora, queste stronze l’hanno presa di punta, semplicemente, perchè è l’ultima arrivata, perchè ha 10 anni meno di loro, perchè, perchè, perchè… siamo onesti signori: le femminucce, sono MOLTO, ma MOLTO più cattive di noi maschietti. Noi siamo distratti, magari agguerriti, ma tendiamo a non infierire. Da quando ho iniziato a lavorare, le cattiverie più meschine, crudeli, spietate e CONTINUATE le ho viste e sentite tra donne. E’ inutile che mi veniate a raccontare che NOI uomini facciamo le guerre, NOI uomini abbiamo fatto l’inquisizione, NOI uomini abbiamo… su su su! Mettiamoci una mano sulle coscienze: noi ammettiamo di essere insopportabili quando siamo malati, e voi ammettete di essere molto più crudeli!
Ma torniamo a bomba: questa povera pupa, appena iniziato a lavorare, si trova a combattere contro situazioni incredibili, non per ultima il nuovo ufficio. Mi viene spiegata al volo la situazione: un architetto aveva presentato il progetto della ristrutturazione, e quindi ha fatto presente: “Una volta che vi hanno fatto i preventivi, chiamatemi. Vi seguirò passo passo. E loro? Beh, la collega anziana (in termini lavorativi, perchè ha meno di 40 anni) ha preso possesso del progetto e ha deciso di fare di testa sua. Caso vuole che conosca questa tipa (quando si dice che il mondo è piccolo).
Ora, piccola lezione di genetica…
Se facciamo unire una persona normale a una persona normale, cosa nasce? Con un’ottima percentuale, nascerà una persona normale.
Se uniamo un fisico nucleare a un persona normale? Una persona normale che potrebbe avere inclinazione verso la fisica nucleare (più che altro per una miscela di influenza, emulazione paterna, etc etc). L’inclinazione potrebbe essere anche verso la biologia, figuriamoci… ma seguitemi sulla linea di principio
Se uniamo un muratore e una portiera? Una persona normale che potrebbe avere qualsiasi inclinazione.
Se uniamo un architetto che odia venezia e un ingegnere che non sa fare ponti? Calatrava! EHEHEHEH! No dai, si fa per scherzare! Salutiamo l’arch. ing. Santiago Calatrava che ci segue sempre! (Sborone mode OFF)
Qual è il senso di quanto appena detto? Lasciate stare il valenciano… prima… esattamente: nascerà COMUNQUE una persona normale. POI subentrano traumi, inclinazioni naturali, studi, influenze, colpi di fulmine. Nel nostro caso è nata una nana da guerra, corazzata, convinta di essere un grande architetto perchè il padre faceva il muratore (giuro! Le motivazioni che mi portò furono: “mio padre era un muratore, QUINDI io capisco di architettura” al che risposi “ok, e io che sono figlio di architetto?non mi chiarì mai questo atroce dubbio) con la territorialità di una portiera (con tutto il rispetto, ovvio!). Insomma, partendo da origini umili, poteva nascere un comunissimo lavoratore, come un genio. E’ invece è venuta fuori un’impicc
iona scassamaroni (ripeto: lo dico con cognizione di causa)
. Risultato? In uno stanzone rettangolare luuuuuungo e con una sola finestra sul lato corto, la signora cosa ha pensato? Di mettere dei divisori OPACHI alti 2 metri. Ideale per la claustrofobia… praticamente i cessi degli autogrill, ma senza porte. La genialata? Le “torrette”. Cosa sono le torrette? Gli americani, quando hanno sviluppato la teoria dell’open space, dovevano risolvere il problema legato al passaggio di cavi e canaline, per permettere a tutta la nostra moderna tecnologia di funzionare (elettricità, cavi di rete etc etc). E si sono inventati questi funghetti che escono dal pavimento. Le torrette sono comode fino a un certo punto: “nascendo” dal suolo, sono fisse e con loro l’intera postazione risulta, quanto meno, ancorata a un solo punto. Bene, disponendole in modo del tutto casuale, in quell’ufficio di furbissimi, sono riusciti a sistemare le scrivanie nei modi più assurdi, costringendo una lavoratore che deve uscire dalla postazione a passare per 40 (QUARANTA) centimetri, dando il culo del monitor e SOLO QUELLO a chi entra per parlare con l’impiegato (nascosto dietro suddetto culo) etc etc.
La professionalità, purtroppo, non è acqua. E anche il mestiere… una delle prime cose che si impara lavorando come libero professionista? I pagamenti non vanno MAI effettuati tutti assieme. Si paga ratealmente ANCHE E SOPRATTUTTO alla squadra, e l’ultima trache la si da a CHIUSURA EFFETTUATA. MAI e ripeto MAI pagare una squadra che vi sta finendo l’appartamento, PRIMA che l’appartamento stesso sia COMPLETAMENTE E INEQUIVOCABILMENTE FINITO. Altrimenti? Beh, altrimenti le strisciatine sui muri dei traslocatori, le rifiniture, tante piccole cose che in cantiere possono sfuggire ma che saltano subito fuori una volta che nella casa ci si inizia a vivere, non verranno MAI sistemate.
Ma come faccio a sapere una cosa del genere? Mestiere, esperienza. E se sei “inventato”? Uno che non è del mestiere? Farai questa bella cavolata… e lì è andata così: la geberit si incastra sempre, il bagno perde, il carico dell’acqua calda goccia. “Ma basta un idraulico!” direte voi. Sì… un idraulico che avete SALDATO e che ora ha più interesse a stare dagli altri clienti, quelli che ANCORA gli devono dare l’ultima trache… ci è voluto un mese per farlo venire in ufficio. E fino a quel momento? La povera gnometta della mia tribù ha imparato a smontare la mascherina di una geberit e a richiudre il galleggiante incastrato. Per amor di dio, fa esperienza, d’accordo… ma la professionilità, dove è andata a finire? Hanno imparato la lezione, mi direte voi… ehhhh no… come pensate che abbia conosciuto questa illustre rappresentante dell’architettura for dummies? Per lo stesso motivo, già qualche anno fa… aveva combinato un casino, il grande architetto, e erano dovuti correre ai ripari.
Con questo, cosa voglio dire (e chiudo)? Signori, dentro casa vostra potete ammazzarvi col gas, non saremo noi a dirvi come vivere. L’abito su misura è il vostro, noi siamo solo dei sarti. Certo che se volete cucirvelo da soli, non c’è problema, ma almeno, non abbiate la presunzione di poterlo fare per tutti. Anche e soprattutto per i poveri disgraziati che vivono e lavorano con voi!
Buona giornata e buon lavoro! Resistete: è giovedì!

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