E se Picard fosse italiano?

Vado, vengo, non chiamo, non avverto, non dico che faccio… questo blog non è un albergo!

Insomma, possibile che abbia deciso di piantare in asso le mie disinibite lettrici e i cosi?
Ma certo che no!
L’esaurimento sembra passare lentamente e le ferie sono state un toccasana. In preda alla devastazione più nera, ho affrontato la cosa in modo serio, razionale e costruttivo: ho cacciato 300 sudatissimi, risparmiatissimi e conquistatissimi euro e me ne sono andato a budapest.
Risparmiare è giusto (visti i tempi che corrono e che correranno ancora per un po… 5 anni almeno, direi) ma non si può morire!
Che dire dei cugini magiari? Oltre ad un impressionante tasso di gnocca (cosa che CERTAMENTE mi fa scalare diversi posti nella vostra personale classifica dei qualunquisti), hanno una capitale molto graziosa, solare, ordinata anche se non pulitissima. Ottimi mezzi pubblici (anche se vetusti) ed un uso piuttosto massiccio del tram (mezzo di cui sono innamorato profondamente… direi quasi oltre il lecito). Ma non voglio tediarvi con le mie vacanze… quanto condividere con voi un pensiero che mi ha colto questa estate.
Molto spesso mi avete chiesto via mail PERCHE’ il riferimento a star trek nel mio blog. Oltre la passione personale, ho sempre trovato “illumante” il telefilm. E’ incredibile notare come uno dei prodotti americani più “venduti” e “famosi“, quintessenza della passione a stelle e strisce per lo spazio, sia realizzato interamente in una società comunista. L’ho sempre trovato un contrasto “delizioso”.
Ma mentre una sera, mi godevo il mio Picard mi ha colto un dubbio orribile… Osservando l’incredibile puntualità, la perfezione, l’ingegno di ogni elemento dell’equipaggio… mi sono chiesto: ma se nella linda e pinta società di Star Trek, venissero introdotte le condizioni lavorative del bel paese? No, dico… se ad un certo punto il presidente della federazione fosse un trapiantato qualsiasi… cosa succederebbe negli equipaggi?
La mia risposta è stata più o meno questa…

Cial Trek
Primo episodio

Diario di Simon NoX
Mi sono appena laureato alla facoltà di ingegneria, e dopo molto cercare tra gli annunci, ne ho trovato uno da stagista presso la USS P.IVA. Non percepirò un centesimo di credito, ma è una buona esperienza. Sulla P.IVA si sono fatti le ossa molti giovani cui è stata data l’opportunità per un radioso futuro… o almeno così diceva l’annuncio. Appena salito a bordo si sono raccomandati, in caso dovessimo incontrare Gazzelle da Guerra dell’alleanza Klingon-Finanza, di dire che sono solo un clandestino imbarcatomi contro la volontà del capitano. Chissà che vorrà dire?

Segue inquadratura di grossa nave

Il giovane Nox percorre i corridoi diretto alla sala macchine, quand’ecco che un’altra persona arriva lungo il corridoio. O santo cielo! I capelli tagliati con la scodella in testa, le orecchie a punta capaci di far godere alla sola vista un fabbricante di cotton-fioc e scomodissime per poggiare gli occhiali… ma quello è un vulcaniano! Simon, tutto sorridente, alza la mano destra e separa con una certa fatica medio ed anulare. Il vulcaniano, proseguendo il suo cammino, alza la mano destra ma curiosamente non le dita. O almeno non tutte…solo il medio… e dopo una smorfia orribile, tira dritto per la sua strada. “Ripensandoci” si dice Simon, riprendendo il cammino “Mi sa che non era un vulcan, ma un romuleo-de-roma”.
Entrato in sala macchine, un tappo calvo e grasso aggredisce verbalmente il giovane Nox “E te chi saresti?! Qui può entrare solo il personale autorizzato!”
“Ma io sono Simon Nox. Il nuovo stagista!” il tipo si rasserena visibilmente “Ah… sì… Bene, quello è Reed. Parla con lui” sguiscandogli via rapidamente. Reed è seduto scompostamente alla scrivania e quando vede Nox ha un mezzo infarto e preme rapidamente alt-tab sulla sua scrivania “Oh cielo… ma sei matto? Annunciati, prima!” “Scusami! Sono Simon Nox. Il tipo lì mi ha detto di parlare con te” “Sì, sono Reed” “Sei l’ingegnere capo?” “No, sono uno stagista anche io. Il tappo è l’ingegnere capo… in realtà è un geometra e si fa chiamare ingegnere… Gli ingegneri qui dentro siamo tu, io ed un romuleo… non so se l’hai incontrato” “Sì… credo di sì. Stagista anche lui?” “Oh no… ha un contratto a tempo determinato che gli rinnovano di anno in anno” “Un contratto! Che fortunato!” “Ha 1112 anni… e lavora da quando ne ha 18. Dicevi circa la fortuna?” quand’ecco che entra una leggiadra creatura. Avvolta in una tutina aderentissima, lunghi capelli boccolosi, sorriso a 32 denti “Quando ho saputo che c’era uno nuovo sono venuta subito. Sei bravo a farmi venire, sai?” facendo arrossire di botto il povero Nox “Beh, ora vado… ciao ragazzi! Spero di rivedervi presto! Anche tutti e due. Ma mi raccomando: respirate e concentratevi sui vostri flussi! E non venite troppo presto!” guardandoli smaliziata, quindi si allontana. “Eh quella chi è?” domanda Nox sconvolto “Oh, quella è Troy” “Questo lo vedo benissimo da solo” “No no… è il suo nome. Troy. E’ quella che ci fa coaching” “Oh! Il coaching! La famosa metodologia che aiuta a sviluppare ed ottimizzare competenze e caratteristiche personali per mettere in atto una performance efficace e competitiva in ambito lavorativo e professionale!” “No, lei spruzza un po di profumo, fa il gong con un piatto di ottone e ci dice di respirare” “Ehm… strano… sarà un’ultima tecnica imparata all’università” “Univer…? Ma quella è tanto se è stata ammessa alle scuole medie! E’ qui perchè se la fa col capitano della USS COCOPRO

Segue inquadratura di grossa nave


Beh… direi che rende abbastanza bene l’idea, no?
Un abbraccio ragazzuoli! Vi stritolo!

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