Interessante…

Ora… non vorrei sembrare particolarmente cinico, certamente qualcuno penserà che sono un mostro. Magari si leveranno anche delle proteste, ma a mio giudizio è doveroso riportarlo:

Nuova Delhi, 23 set. (Apcom) – Il direttore di una fabbrica indiana che produce componenti automobilistiche di vetture italiane, è stato linciato a morte con una spranga d’acciaio da decine di operai infuriati per il loro licenziamento. Lo riferisce un quotidiano locale precisando che l’episodio risale a ieri.

Lalit Kishore Chaudhury, quarantenne, è stato aggredito e battuto a morte con spranghe di ferro in pieno giorno a Noida, periferia industriale di Nuova Delhi, dove ha sede la società Graziano Transmissioni India: lo ha riferito un portavoce dell’azienda al quotidiano Indian Express. Negli scontri sono rimaste ferite una quarantina di persone.

Il dirigente è stato aggredito al termine di una riunione molto tesa tra ex dipendenti e azienda. Due mesi fa circa 300 operai erano stati licenziati in tronco per aver preteso aumenti salariali e contratti a tempo indeterminato.

La polizia indiana ha arrestato circa sessanta persone che saranno incriminate per omicidio, come riferisce al giornale l’ispettore di polizia, Babu Ram

Dinanzi a questa notizia, sentita stamane per radio, la mia prima reazione (un po bastarda, lo ammetto) è stata quella di voler offrire, in questo momento drammatico, tutto il mio incondizionato appoggio alla famiglia della spranga d’acciaio.
Poi però c’è sempre il momento in cui bisogna saper smettere di ridere e domandarsi quanto ci sia di giusto in tutto questo. E chiedersi con un filo di angoscia, quando ANCHE QUI IN ITALIA, qualcuno vessato, maltrattato, pagato una miseria, sottoposto a mobbing continuo, impazzirà a seguirà questo esempio. Cielo, ci sono i dovuti distinguo…
Certo, i lavoratori indiani non hanno nelle loro fabbriche le norme di sicurezza e muoiono a ondate sul posto di lav…
ok, esempio sbagliato…
Certo, i lavoratori indiani spesso sono tenuti all’oscuro dei loro diritti di lav…
no, nemmeno questo…
Certo, i lavoratori indiani vivono in condizioni disagiate e non riescono a mantenersi con i loro stipen…
Vabbuò, famo che delle differenze ci sono, ok? Mo’ non mi vengono in mente, ma ci saranno, no?
Non sarebbe ora di riscoprire un po quella serietà e quel rispetto reciproco nel rapporto lavorativo? Non sarebbe ora di smetterla di tirare su masse di ragazzi a pane e “italiaaaaa… unooooooo!” con l’unico fine di ottenere imbecilli lobotomizzati che lavorano senza sosta avendo paura che sia illegale andare al bagno per due volte durante le 8 ore di turno lavorativo?

Aggiornamento…

FONTE: Repubblica.it

autore: EMANUELE LAURIA

PALERMO – Il Brunetta di Sicilia scivola sull’assunzione della figlia. Non vedevano l’ora, i sindacati, di vendicarsi dell’assessore-sceriffo che un giorno sì e l’altro pure addita i fannulloni all’interno della Regione. E hanno presentato un perfido conto a Giovanni Ilarda, l’ex magistrato che ha annunciato una cura dimagrante per un ente pachiderma (21 mila dipendenti) e che si picca di aver ridotto in cinque mesi l’assenteismo del 57 per cento. Cobas, Sadirs, Siad e Ugl – sigle che rappresentano il 65 per cento dei dipendenti – hanno fatto sapere attraverso centinaia di volantini che nelle dorate stanze della Regione è entrata da poco anche Giuliana Ilarda, 27 anni.

Proprio la figlia del “grande moralizzatore”. Nominata dirigente, con contratto quinquennale, nell’ufficio di gabinetto di un collega di Ilarda senior, ovvero l’assessore ai Beni culturali Antonello Antinoro. Un incarico da 75 mila euro lordi annui, affidato per chiamata diretta. “Il governatore Lombardo ponga fine alla contraddizione fra la politica del rigore vantata davanti all’opinione pubblica e questi scandalosi privilegi della politica”, dicono i sindacati autonomi.

Anche il Pd è sceso in campo con il vicesegretario regionale Tonino Russo: “Ma l’assessore non prova neanche un po’ di imbarazzo?”.

Una bufera che ha costretto la giovane, in serata, a dare le dimissioni dall’incarico. Ne ha dato notizia lo stesso assessore, confessando di aver commesso “una leggerezza” nel far assumere la figlia, “che pure può vantare una laurea con 110 e lode in discipline artistiche, parla due lingue ed è un’esperta di informatica”.

Gesto “apprezzato” dal governatore Raffaele Lombardo: “Risposta chiara. Il governo non offre il fianco alle pressioni di chi sta provando a rallentare l’opera di risanamento avviata”.

Ma il caso Ilarda squarcia il velo di una nuova parentopoli siciliana. I sindacati segnalano un’altra assunzione “eccellenti”, fatta senza concorso: quella del figlio del sindaco di Palermo Diego Cammarata, entrato in una società partecipata dalla Regione. Ma l’elenco è lungo e riguarda soprattutto le nomine negli staff dei neo assessori: lo stesso Ilarda ha aperto le porte del proprio ufficio di gabinetto ad Antonella Scoma, sorella di Francesco (altro assessore di Lombardo). Il quale, a sua volta, ha fatto firmare un contratto da dirigente “esterna” a Danila Misuraca, sorella del deputato forzista Dore Misuraca.

Mentre Ernesto Davola, già autista del sottosegretario Gianfranco Micciché, ha avuto un posto nel gabinetto dell’assessore al Bilancio Michele Cimino. E negli uffici della Regione hanno trovato sistemazione anche ex consiglieri regionali “trombati” alle elezioni di aprile: gli Udc Decio Terrana (anche lui prescelto da Ilarda) e Francesco Regina, assoldato dall’assessore all’Industria Pippo Gianni. Un rapporto di mutuo soccorso, attendendo il prossimo appuntamento con le urne.

Non voglio mettermi a fare i conti di chi è di destra e chi di sinistra (E PROVVEDERO’ PERSONALMENTE a cancellare commenti orientati in quel senso). Voglio solo che i due articoli giacciano qui… così… riflettiamo e basta, ok?

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