lo svarione è servito

ma buongiorno!!!!!! vi ricordate di me, si? allora vi sarei grata se mi ricordaste almeno come mi chiamo, dato che sul momento non riesco a ricordarmi manco dove ho la carta di identità. piccolo preambolo idiota per dire che la lenta e inesorabile marcia verso l’ingrullimento si è innescata e prevedo che l’intero processo di rincoglionimento si perfezionerà a breve. innanzitutto, le cose serie: circa la metà dei miei diletti lettori saprà, dalla mia viva voce o dalla casella email, che ho accettato l’offertona del terzo studio…quello bello, con lavori di restauro importanti (almeno sulla carta, poi un si sa mai, può anche essere che i soci escano dalla porta e rientrino dalla finestra). naturalmente la decisione è stata del tutto tranquilla, serena e senza ripensamenti: dopo tre ore e quarantacinque minuti è arrivata nella mia casella email un’offerta, sulla carta ancora meglio, dall’ultimo studio. e io, con un self control in perfetto stile anglosassone, ho scritto alla mia diletta vicina di blog, una mail disperata in cui imploravo delucidazioni in merito a come fare per annullare l’accettazione dall’altra parte e accettare di qua, o ancora peggio, come fare a dire di no di qua. nell’attesa che mamma rosy mi rispondesse sono stata colta da palletico, ho guardato la casella di posta dal cellulare (dato che stavo andando a milano) un paio di dozzine di volte, ho fatto pipì tre volte, mi sono tolta e rimessa il golf sette otto volte…il tutto in un’ora scarsa. ma ripeto, tutto con nervi saldi e invidiabile sangue freddo. e cosa ha risposto mamma rosy? hai fatto bene così, non ti fare imbambolare da uno stipendio più alto perchè lì ti faresti solo due palle come due cocomeri. non si è espressa esattamente così voglio dire, ma ci siamo capiti. morale della favola: l’architettessa dal 3 dicembre lavorerà nella zona di kentish town, a nord di londra, zona due, metropolitana northern line. dato che il messaggio subliminale rischia di essere troppo subliminale, mi rivolgo all’universo mondo per sapere se qualcuno conosce qualcuno che ha una camera doppia/monoloculo da affittare all’architettessa con la cappellessa, che si spera per quella data si ricordi delle proprie generalità o quanto meno abbia ritrovato il proprio documento di identità. che fa anche rima.
oh, e fin qui ci siamo. andiamo adesso ad analizzare le contingenze che perturbano l’animo dell’architettessa.
anzitutto il lavoro: il conto alla rovescia è iniziato, il mio prezioso contributo allo studio dove lavoro adesso si concluderà il 23 novembre. esattamente, tra 16 giorni. che lavorativi diventano…un mi ci fate pensà. e siccome tanto la mia fulgida coscienza quanto il mio ragnateloso portafoglio lo implorano, lo scopo delle prossime due settimane e mezzo sarà concludere i lavori. fermo restando che i soci continuano a sbucare per ogni dove, chi per scegliere le mattonelle, chi per contabilizzare gli scaldasalivette, chi per sfogarsi, chi per deliziarti con le proprie pensate (uno di loro se ne è uscito che gli avevano regalato delle porte a scrigno, per cui giustamente voleva che gli venissero detratte quelle da capitolato che aveva già pagato…voglio dire, capita no, che ti regalino una dozzina di porte); dicevo i lavori che rimangono sono: abusivista, signora che non vuole cambiare niente, coppia di sessantenni con i soldi che escono dagli orecchi che rappresentano un combinato disposto dei due casi precedenti. con la differenza che il cantiere è in una zona in culo ai lupi, tra siena e grosseto. l’abusivista preme perchè vuole la variante (resta solo da capire quale delle 57 che ho predisposto); la sciura vuole che riorganizziamo non solo casa sua ma anche quelle accanto che non si sa mai che un domani le prenda lei (giuro); la coppia di sessantenni dopo aver scavato un po’ dove e quanto gli pareva, così a sentimento, inspessito i solai così in modalità random, tappato finestre e demolito solai, vuole che presentiamo in comune la pratica, comprensiva ovviamente anche dello stato attuale…e quindi sono un paio di giorni che sto andando in creazione libera…pensavo di aver finito con l’università di fare rilievi creativi.
ma non finisce qui. in tutto questo dovrei trovare il tempo di prenotare l’ostello a londra (partenza prevista, sola andata! il 27 novembre), iniziare ad adocchiare qualche camera, fare un attimo mente locale su cosa fare della mia diletta partita iva (dato che commercialista, agenzia delle entrate, datore di lavoro dicono tre cose diverse…e immaginate un po’ chi tira l’acqua al proprio mulino…)e della mia amata iscrizione a inarcassa, raccogliere le idee su cosa portare e iniziare a pianificare i festini d’addio…ma soprattutto da inizio settimana mi sto dedicando all’attività preferita del giovane architetto implume: il 50% delle mie energie è devoluto al nobile esercizio del tentare di riscuotere…con risultati così incoraggianti da farmi sentire l’eroina di un romanzo...una a caso rossella o’hara: ci penserò domani, dopotutto domani è un altro giorno.
che altro? e qui entrano in scena i miei. con la premessa che in questo frangente la mia dolce metà, nonchè ingegnere delle telecomunicazioni, è dall’altra parte della terra, esattamente a guangzou (china), è evidente che è il momento giusto per acquistare un pc in famiglia e chiedere delucidazioni a lui in merito. finora aveva funzionato bene: il babbo dice a mia sorella di dire a me di chiedere ad a. (la metà diletta) di cosa hanno bisogno, a. e io guardiamo, riferiamo alla sorella che riferisce al babbo che accompagnato dalla sorella si reca al rivenditore di fiducia. e qui il meccanismo si inceppa e si innesca il loop: hanno solo marche sconosciute, assemblate da loro, modelli assolutamente non contemplati da a. il panico. il babbo dice alla sorella che dice a me di chiedere ad a., che è solo a sette ore di fuso orario e che ha notoriamente la palla di vetro, se il pc di marca sconosciuta (ma con assistenza) è meglio di quello di marca nota ma senza assistenza. nelle prossime ore l’indovino dovrebbe esprimersi. e meno male che non vivo più coi miei: mia sorella mi ha riferito che le avevano dato l’incombenza di prenotare in un ristorante (oggi è il compleanno di mamma) dove la mamma era stata ma non si ricordava nè il nome nè l’indirizzo.
e in tutto questo io vorrei godermi gli ultimi giorni fra le mie colline, le mattine profumate di legna che brucia e marezzate dalla brina argentata, queste sere di un freddo familiare e vagamente rassicurante, che sa di natale, di un passato ovattato, di casa, di rifugio. quest’anno mi perderò siena sotto natale, le luci in banchi di sopra, piazza del campo ghiacciata, le bancarelle che vendono il miele in piazza della posta…i passi che nel silenzio dell’inverno rimbombano sulle strade strette lastricate, tra i palazzi alti di mattoni, che in tanti secoli hanno visto stranieri arrivare e ripartiree senesi partire e a volte ritornare.

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