sabato

ma buongiorno cittini vicini e lontani! e buon giugno, il mio mese preferito!! un inizio mese sonnacchioso a dire la verità, per i fortunelli fortunelli che stanno nel belpaese e che si stanno godendo il lunedì festaiolo.

domanda: cosa si fa quando si ha la…ehm…benedizione si svegliarsi spontaneamente il sabato mattina mentre sta ancora albeggiando, erano le 4.47 per essere chiari? l’insonnia, che definirei più un risveglio precoce e che amabilmente tende sempre di più a coincidere con il levar del sole, è in effetti la delizia degli ultimi mesi; che ho tentato di marcare stretto a suon di melatonina ma con risultati evidentemente fallimentari. dicevo, cosa si fa dopo essersi girati e rigirati un paio di dozzine di volte, e aver scaricato la posta dal cellulare, e aver sempre dal cellulare guardato le previsioni del tempo e sempre dal cellulare aver cercato la traduzione in inglese di “malto”, “avena”, “amido” (segue spiegazione, forse)? si fa che nell’ordine: ci si alza, si fa la doccia e ci si increma, si prepara il te, nel frattempo si dà una spazzatina per lo più simbolica, si tende la lavatrice, si puliscono i fornelli e il forno a microonde, si prepara un minestrone in quantità che avrebbe sfamato l’impero asburgico (mi è venuto un minestrone da standing ovation), ci si connette a internet e si cerca la ricetta dei falafel, e già che ci siamo si dà una sbirciatina al sito dell’erbolario dato che il compleanno dell’architettessa si avvicina…e dato che in sincrono stavo anche raccogliendo i pensieri per far la spesa mi è venuta un’idea molto new age. la lista dei desideri! sono partita annotando su un foglio di testo la roba dell’erbolario, fortunatamente (per le mie e altrui tasche) i desideri sono destinati a rimanere tali dato che le bocce sono più capienti dei 100ml che posso portare in aereo. nel frattempo scrivevo la lista della spesa, e altro che mi serviva…quello che ne usciva fuori era la lista dei dei desideri. perchè dovevo dire devo comprare le zucchine, la salvia e il coriandolo quando potevo dire oh quanto desidero zucchine salvia e coriandolo. tornata a casa con le borse della spesa ho depennato (ma nn cancellato, attenzione) via via virtualmente gli acquisti, che nel frattempo si erano trasformati in desideri realizzati. con tanto di data. e ogni volta che aprirò il file potrò compiacermi dei tanti desideri realizzati. e ce ne sono ancora, aspetto solo il negozio giusto e notizie ehm, dall’alto.

ora, ci tengo a precisare che nè il risveglio all’alba nè quest’alzata d’ingegno sono figli di un’assunzione incontrollata di stupefacenti…sarà la primavera. o l’età, ricordiamo che tra 17 giorni (per voi che leggete domani, 16) l’architettessa farà il suo ingresso ufficiale nel club dei trentenni. nel frattempo mi coccolo quel tenero 2 davanti al 9…

il pomeriggio è proseguito con una visita molto sportiva al victoria & albert museum, dove ho imparato a fare le statuine di legno dorate e decorate, a modellare le statue in bronzo con la tecnica della cera persa e a realizzare ninnoli in oro e diamanti, grazie a una serie di filmatini di cinque minuti. questo museo sterminato, che avevo sempre guardato con un misto di apprensione per la paura di affrontarlo, si è rivelato una scoperta piacevolissima. soprattutto, per quello che mi riguarda: la sezione del medio oriente, il ferro lavorato, i gioielli (mavà?) e le due cast courts: due enormi ambienti popolati da calchi in gesso di brani architettonici e scultorei famosissimi, che ognuno di noi ha nel dna quasi senza saperlo. se dovessimo essere forzatamente critici potremmo definirlo un’accozzaglia kitsch (o comunque si scriva), ma comunque impressive, come si dice quassu’. capita quindi di trovarsi in una specie di fitta selva surreale, dove la colonna traiana è a pochi centimetri dalla croce celtica di monasterboice, da un pezzo di navata della cappella di rosslyn e dal portale della cattedrale di santiago di compostela. peccato che la seconda cast court fosse chiusa e visibile solo dall’alto: c’erano tutti i masterpiece dell’architettura e della scultura italiana, pulpiti di nicola e giovanni pisano, la cantoria di donatello sorvegliati dallo sguardo un po’ torvo a dire il vero (concentrato, insegnano gli storici dell’arte) del david di michelangelo.

tornando a casa sul bus mi è venuta in mente una cazoncina delle elementari, e l’ho anche canticchiata eh…”c’era un panda suonatore in una banda lui suonava il tamburo col suo amico canguro…” uno scivolone all’indietro di vent’anni. capita.

…cosa si fa la domenica mattina quando si ha la ehm, benedizione di svegliarsi spontaneamente alle sei e mezzo? si scrive questo post che rovescero’ nelle vostre vite domani dal pc dell’ufficio…statemi bene cari bambini, io vado a inventarmi qualcosa per arrivare all’ora in cui aprono i negozi….

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