Praia, ore 22:41 locali di venerdì 25 giugno.
Mi fermo forse per la prima volta da quando sono atterrato qui per riflettere un attimo con me stesso. Catapultato in una nuova dimensione provo un attimo a raccogliere i miei pensieri. Tante le cose che avvengono intorno a me e tante le riflessioni che mi si presentano. Sono qui da 8 giorni e ne ho viste tante eppure nessuna cosa mi sconvolge. Povertà estrema e ricchezza ostentata la fanno da padrone eppure qui sembra ci sia una terra con un sorriso genuino.
O forse e’ bello crederlo. Forse non si vuole credere alle voci di ragazze “violentate” in abitazioni troppo piccole per contenere tanta diversità. Immagini sempre stampate di bambini che giocano con palloni improvvisati a piedi nudi sulla terra ardente di questo sole d’Africa.
Eppure tanta consapevolezza su questo nuovo mio viaggio.
I viaggiatori del mondo raccontano sempre i volti allegri delle terre più desolate, stavolta vi porto nel mondo delle favole tristi dove la mattina si deve litigare per la fila al fontanario pubblico, unico sistema di approvvigionamento di acqua per un quartiere di 7000 anime.
E così sento il bisogno di ritrovare oasi di pace, sorgente per il corpo e l’anima. Forse le occasioni si ripresentano anche qui, forse bisogna solo coglierle a volo, forse bisogna sapere solo ascoltare. Mi sono voluto tuffare in questa avventura, come architetto e come uomo, anche come come uomo di fede. Ma nulla nasce dal nulla. Nulla vedo lontano dalla mia vita di tutti i giorni. Lo scorso anno di questi tempi ero in mezzo ad un gruppo di bambini per accompagnarli nell’unica loro possibilità di svago estivo, adesso mi ritrovo in un angolo di terra dimenticato da molti, dove ognuno prova a trovare una ragione per sorridere. Quanto vale un sorriso? Quanto vale donarlo e riceverlo?
Lunedì 28 giugno
Sono passati altri 3 giorni. E in questo tre giorni sono successe tante cose. Oltre ai nostri sopralluoghi nel quartiere dell’intervento, che ogni volta ci aiutano ad interpretare la realtà, abbiamo provato anche a staccare un po la spina dal nostro quotidiano. Sabato siamo stati a teatro per ascoltare musica etnica. Il teatro nazionale di Praia certo non è molto più grande di un teatro di una grande parrocchia italiana. Certo c’era la “praia bene” eppure non erano neanche tanti.
Domenica siamo stati in una delle spiagge più belle dell’isola di Santiago. Dove abbiamo bevuto e mangiato cocco direttamente del frutto. Un nettare dolcissimo.
Poi un’acqua cristallina e i volti di tantissimi ragazzi che si divertivano come noi sulla spiaggia. Poi una cosa inaspettata: un ragazzo capoverdiano mi è venuto vicino con una chitarra chiedendomi di suonare qualche canzone italiana, evidentemente il mio essere italiano si vede ad occhi nudi. Beh! Non mi sarei mai aspettato di suonare in una spiaggia in africa con ragazzi di capoverde ad ascoltare. Ovviamente la mia terra natia ha fatto il resto. Ed anche sulle spiagge dell’africa risuonavano le armonie di …….Pino Daniele e della Compagnia di Canto Popolare di Eugenio Bennato. Anche loro un pezzo di Italia.
Finalmente vi mando un po di foto.
Ciao ciao da CABO VERDE
FAbrizio
Ecco una selezione di foto da capo verde.
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