Tutta l’arte a tutto il popolo

Ronde di senior architects in perlustrazione, capo che accarezza un gatto nero dietro la sua poltrona presidenziale in pelle di gnu tibetano. Fretta, progetto non ancora finito, bicòs ai nìd taim, meibi tri auars.

Eppure il bisogno di di dire tutte le parole non dette è grande.

E va beh, oggi si fa un bel copia e incolla. Un copia e incolla d’autore, che ai tempi dell’università mi colpì davvero.

Quando lessi queste parole rimasi stupito dalla loro forza rivoluzionaria, in tutti i sensi.

Perchè ora non si usano più parole del genere? Perchè l’arte è stata presa in ostaggio dai fighetti e dalle signore bene?

Che Dio benedica Majakovskij.

Decreto n°1 sulla democratizzazione delle arti

Compagni e cittadini. Noi, capi del futurismo russo, arte rivoluzionaria
della gioventù, dichiariamo:

1. Da oggi, con la distruzione del regno zarista, è soppressa la presenza
dell’arte nei depositi, ripostigli del genio umano, nei palazzi, nelle
gallerie, nei saloni, nelle biblioteche, nei teatri.

2. In nome della grande avanzata dell’uguaglianza di tutti di fronte alla
cultura, la libera parola della personalità creatrice sia scritta sugli
angoli delle case, agli incroci degli steccati, dei tetti, delle vie delle
nostre città e dei nostri paesi, sulle schene della auto, delle carrozze,
dei tram e sui vestiti di ogni cittadino.

3. Come radiosi arcobaleni, si distendano da un edificio ad un altro, nelle
vie e nelle piazze, quadri che rallegrino e nobilitino l’occhio del
passante.

Pittori e scrittori prendano subito i colori e i pennelli della loro arte
per dare una nuova luce, per dipingere tutti i fianchi, le fronti, i petti
della città, delle stazioni e della moltitudine di vagoni eternamente in
corsa.
da oggi i poi ogni cittadino, passando per la via, possa godere a ogni
istante della profondità di pensiero dei suoi grandi contemporanei, possa
contemplare ormai la variopinta vivezza di una bella gioia, ascoltare
ovunque musica – le melodie, il rumore, il fracasso – di eccellenti
compositori.
Le vie saranno la festa dell’arte per tutti.
E se il nostro decreto sarà attuato, ciascuno, uscendo in strada, godrà e
insieme diventerà più sapiente contemplando la bellezza delle attuali vie,
che sono libri di ferro (le insegne), dove, pagina dopo pagina, hanno
scritto le proprie lettere solo la cupidigia, l’avidità personale, l’infame
meschinità e la bassa ottusità, ferendo l’animo e umiliando l’occhio.
Tutta l’arte a tutto il popolo!

Vladimir Majakovskij
Vasilij Kamenskij
David Barljuk

Massimiliano, mi verrebbe da commentare l'”aperitivo a Miami” ma forse è meglio di no, visto che non mi vengono considerazioni da bravo ragazzo.

Che Dio benedica Majakovskij e le ragazze del lungomare di Miami, và…

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