
Avrei voluto scrivere di tutt’altro oggi, però…
Però arrivato in studio ho letto la notizia del discorso di Obama a Berlino. Così sono andato sul sito del NY times e mi sono letto la versione integrale.
Bello leggere quelle parole, così “normali” eppure così rivoluzionarie in tempi come questo.
Ho pensato all’altra America, quella più coraggiosa, vera, sognatrice e visionaria.
All’America di Heminguay, del sogno americano, della Beat generation, di Kennedy, del podio delle Olimpiadi di Città del Messico ’68 e del black power, della route 66, della New York intellettuale di Woody Allen e quella da osservare del giovane Holden (ma và…), della S. Francisco che prima o poi DEVO visitare, del 20 luglio 1969, di Martin Luther King, di Walt Withman, dei Fratelli Cohen, di Tim Burton, di Altman, Bob Dylan e di tante altre cose che adesso non mi vengono in mente ma ci sono e rappresentano l’altra faccia dell’America di questi anni.
Forse è solo propaganda, ma a me piace pensare che sia l’inizio di una nuova stagione…
http://www.nytimes.com/2008/07/24/us/politics/24text-obama.html?ref=politics
p.s.: chi apre uno studio con me a NY il prossimo anno?
Non ricordo esattamente quando ho deciso di venire qui a Hong Kong. In quel momento per me l'importante era partire. Per fuggire da un futuro già programmato e tremendamente rassicurante, dalla gente con la faccia rassegnata che si incontra da quelle parti, o forse solo per fuggire, viste le cose da pazzi successe poco tempo prima e delle quali un giorno forse avrò il coraggio di parlare. Mi chiamano Holden, e questo è il mio blog.
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