Mi affaccio dopo un po’ di tempo sul blog questa volta non per raccontare cose che a malapena interesserebbero mia madre, ma per dedicare questo piccolo spazio a quello che sembra sarà il nuovo Presidente degli Stati Uniti.
Forse esagero, ma mi sembra che questo sia un giorno fondamentale per tutti, americani e non.
Chissà se Martin Luther King tanti anni fa si era limitato a sognarlo un giorno così o davvero ci aveva creduto. E chissà se se l’era immaginato proprio così il primo Presidente afro-americano.
Oggi festeggiano tutti gli americani di serie B, quelli che del sogno americano hanno sempre solo sentito parlare. Festeggiano gli americani che non si sono mai riconosciuti in uno stato arrogante e onnipotente. Festeggia anche chi in piazza gridava contro Bush (il peggiore presidente delle storia degli Stati Uniti, è bene ricordarlo) e contro la sua assurda guerra e per tutta risposta si sentiva accusare di “antiamericanismo” e peggio di “vicinanza con i terroristi” da perone superficiali e giornalisti in malafede.
Effettivamente…yes, he could.
Good luck President Obama
Non ricordo esattamente quando ho deciso di venire qui a Hong Kong. In quel momento per me l'importante era partire. Per fuggire da un futuro già programmato e tremendamente rassicurante, dalla gente con la faccia rassegnata che si incontra da quelle parti, o forse solo per fuggire, viste le cose da pazzi successe poco tempo prima e delle quali un giorno forse avrò il coraggio di parlare. Mi chiamano Holden, e questo è il mio blog.
4 risposte a Yes, he could