INTRO
Terminal 1, aeroporto di Hong Kong, Landau Island
Al banco del ceck-in c’è la solita fila ordinata. Un tizio aspetta nervosamente con il biglietto in mano. Ha i capelli cortissimi, barba di tre o quattro giorni, occhiaie pronunciate. Sicuramente non è in ottima forma.
Sono le 9 o giù di lì quando la hostess al banco alza la mano, a indicare che è arrivato il suo turno.
Il tizio si avvicina, porge biglietto e passaporto, poi farfuglia qualcosa.
Hostess: “Sorry?”
Il tizio con le occhiaie dopo essersi guardato intorno si avvicina più che può, guarda la hostess negli occhi e lentamente scandisce:
“I have a big Knife in my luggage.”
(continua…)
Non ricordo esattamente quando ho deciso di venire qui a Hong Kong. In quel momento per me l'importante era partire. Per fuggire da un futuro già programmato e tremendamente rassicurante, dalla gente con la faccia rassegnata che si incontra da quelle parti, o forse solo per fuggire, viste le cose da pazzi successe poco tempo prima e delle quali un giorno forse avrò il coraggio di parlare. Mi chiamano Holden, e questo è il mio blog.