Conoscete un luogo dove nel raggio di un chilometro potete trovare una città proibita cinese, un monastero tibetano con tanto di montagna, un palazzo in stile veneziano con tanto di canale, un edificio fatto si specchi color oro, una torre a forma di foglia, un castello medievale?
No, non Gardaland, una città vera.
No, non Las Vegas, molto peggio.
Questo posto si chiama Macao, ex colonia portoghese a 1 ora di aliscafo da Hong Kong.
Ci sono stato stamattina per un paio d’ore, per rinfrescare visto turistico e pensieri. Il primo serve alla mia compagnia a risparmiare sulle tasse, i secondi a me, per risparmiare il mio equilibrio mentale.
Guardavo Macao e vedevo una città deliziosa, fatta di un mix culturale eccezionale -dove architetture e tradizioni cinesi incontrano architetture e tradizioni europee- deturpata da mega casinò progettati da architetti che mi piacerebbe tanto vedere per capire cosa gli passa per la testa.
In giro turisti americani con camicie floreali multicolori, ricchi cinesi con maglia dolce e gabbana e borse YSL, cinesi in cerca di fortuna anche loro con maglia dolce e gabbana e borsa YSL, però finte.
Qui si dice che oramai Macao ha doppiato Las Vegas per quanto riguarda il giro di soldi dati dal gioco d’azzardo, ci si vanta del fatto che gli interni di Ocean’s 11 siano stati girati qui (meco…), quando arriva un turista non gli si fa fare il giro delle piazze, ma di quei baracconi di cartapesta.
MI viene da pensare:
-E’ forse questo il futuro che auspicano vulcanici politici locali, quando per risollevare l’economia delle nostre provincie propongono il vecchio ma sempre efficace Casinò? Un luna park per adulti può rappresentare la soluzione ai nostri problemi?
e ancora:
-E’ da moralisti parlare di “moralità dell’architettura”?
Credo che l’architettura abbia anche una funzione sociale legata all’educazione ai valori estetici, e che sia doveroso da parte di un architetto fare -o almeno tentare di fare- della buona architettura.
Talvolta non è facile, visto il livello dei committenti, ma credo che ognuno di noi abbia gli strumenti per persuadere qualsiasi imprenditore rampante con idee di grandezza e orologio d’oro grande come una padella.
Altrimenti si finisce come quel collega con il quale avrei dovuto collaborare tempo fa per la ristrutturazione di una casa sul mare, una casa semplice abitata da un pescatore, che si presenta con gli schizzi di una villa pompeiana:
“Sa, questa casa parla della storia di questo luogo. Qui un tempo ci passavano le navi romane”.
Complimenti…
2 risposte a Questione di stile