ore 8,30…ore 9.00 …..ore 9.30
Da almeno 6 mesi, sui binari della metropolitana di Barcellona scorazzano dei treni nuovi, uno di questi è quello che mi tocca la mattina…ancora più anonimo dei vecchi, puzza di nuovo e delle resine sintetiche che danno forma ai sedili color pistacchio….entro, situo le lenti al loro posto e mi immergo nella lettura, accompagnata da acerbi sbadigli…. Maragall, Congress, Sagrera, Camp de l’arpa, Hospital de San Pau, Sagrada Famiglia, Verdaguer, Diagonal, Hospital Clinic,Entença, Sant Estacion….cambio con la linea verde……..
Nel corridoio, con il pavimento di marmo bianco, il polso, tapino, si alza, si girà e mi rivolge inquieto le lancette, sono le 9,00, ora in cui dovrei già essere seduta impiegando battiti ed energie nel digitare qualcosa….non so che cosa….qualcosa…
Direzione zona universitaria, fermate: Plaza del centro, Las corts, e Maria Cristina, la mia. Quando faccio tardi non c’è la calca di gente, non mi spavento, non mi manca l’aria, sarebbe una buona scusa dire al coordinatore che arriverò tutti i giorni alle 9.30 perché il treno pieno zeppo mi dà panico e svengo…per la salute dei dipendenti Vodafone non potrebbero dire di no….
scale mobili rotte da 3 mesi….
Esco fuori, i catalani si stringono tremando nei loro scuri soprabiti invernali, con le spalle curve, mentre le suole consumate delle mie scarpe, si apprestano a contare altri 10-100-1000 passi, in quella strada diagonale, che scuote col freddo le coscienze e riporta alla verità di una vita sempre uguale, tutti i giorni, con il grigio chiaro del suo marciapiede pulito, dove l’unica nota di colore è rappresentata dal gilet rosso , del ragazzo che sventola le copie di un quotidiano che non sollecita compensi….
Un’altra settimana inizia.
statevi bene.
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