26 nov
Non mi era mai capitato di stare davanti al pc, voler scrivere il blog, ma avere tante cose per la testa, e non riuscire a trasmetterle come vorrei.
L’assenza di questi giorni è stata dovuta a tante cose..tanti motivi, lo slancio nel nuovo lavoro che mi assorbe tanto e la permanenza di Alessandro, di 6 gg, con il quale il tempo è stato veramente ben impiegato.
È curioso come, le persone che mi circondano, si aspettino di essere citate in questa agitata piazza-blog. A volte me lo chiedono proprio, ma quando parli di me nel blog? oppure: ma poi questo lo scrivi sul blog? Si, si e si. Se siete parte integrante del puzzle, che compone la mia vita, si vi appiccico qui…ogni tanto.
Riassumendo i fatti del mese, escursione di 5 gg a Napoli, con relativa immersione nelle acque di Baia, finesettimanadamatar a Sanremo, e poi visite, visite, visite qui a Barna. Michele, Piernicola, Francesca, Alessandro. E ancora arriverà Claudia da Siviglia.
Sia con Michele che con Piernicola, abbiamo passato dei momenti indimenticabili, con Mì seduti sotto la casa Ballò a chiacchierare fino alle 3 di notte e con Pier e Francesca, nel taxi con i colori e il brillo delle luci della torre Agbar, negli occhi e nei sorrisi e nelle bocche mezze aperte…e silenziose.
E poi Alessandro quando all’improvviso mi ha visto dalla rambla. Mi guardava lì immobile, attraverso le grandi balconate del primo piano, del numero 130 della Rambla, quando gesticolavo e spiegavo le condizioni delle decorazioni, scoperte al demolire li controsoffitto, ai miei clienti. ed io di scatto, mi giro e me ne rendo conto.
Ad Alessandro, visto che attualmente rappresenta l’unico interesse sentimentale che riesce a smuovermi dalle mie programmate e statiche quadre globali, ho dedicato tutto il tempo che potevo.
Con lui ho preferito un giro eclettico: palau de la musica catalana (patrimonio dell’UNESCO) http://home.palaumusica.org .
Il palau rappresenta una delle sale da musica, più famose del mondo. Appena arrivati, uscendo dal metro, la prima parte del palau che si costeggia è quella moderna. La quale ben si sposa alla parte decisamente modernista. L’esempio è tra i migliori di architettura catalana.
Meraviglia sul volto del mio accompagnatore che pur sempre un animo da architetto (quale è) possiede… le colonne coloratissime e diverse tra loro, i simboli, le sculture, rapiscono i suoi occhi ed è subito tripudio di foto. Senza sapere come sarà l’interno, Sandro si fionda immediatamente alla biglietteria per vedere se nei giorni in cui rimane, c’è qualche spettacolo interessante. Ed eccolo lì il nostro concerto di piano romantico di Christian Zacharias, Schumann. Beethoven, Schubert per deliziarci, nell’ultima sera da trascorrere insieme.
il mause pad che regna sovrano sulla mia scrivania, rappresenta di prospetto, questo splendido lampadario.
quello che vedete sullo sfondo è il piccolo bar, del palau, abbiamo sorseggiato un bicchiere di vino, assaporando l’aroma fruttato dell’attesa di un delicato concerto di piano.
Dopo neanche 500 metri, se si svolta a sinistra e fa bella mostra di sé, il mercato di Santa Caterina, capolavoro dello studio EMBT. ( a proposito la Benedetta Tagliabue, erede dello studio Miralles (che tipo due settimane fa, andava controsenso sulla bicicletta a calle Ferran, e per di più mentre mi voleva scansare mi ha fatto anche una scampanellata in testa, giacché io ero mezza girata verso una vetrina…ma scansati te, no???) manterrà una conferenza al IV forum dell’architettura giovedì sera, dove io sono stata invitata, ma mi sa, assisterò a metà dell’esposizione, perchè che mi tira di più Eugenio Bennato nell’auditori di Barcellona, altra sala di musica splendida, ennesimo successo di Rafael Moneo.
Bennato presenta “Taranta Power” che genera un’avvolgente rivisitazione della tarantella popolare, eseguita nel più tradizionale modo possibile, con aggiunta di mescolate di sonorità innovative.
tornando al mercato, l’interno saturo di profusione cromatica dovuta all’ampia scelta alimentare, è in totale sintonia con la copertura bizzarra. a proposito dello studio Miralle-Tagliabue,
ieri mattina con un pò di buona volontà avrei giocato nella squadra di calcio a 5 , (con tantissimi cambi) dell’EMBT che ha sfidato la squadra di Herzog& de Meuron. Solo che ci siamo svegliate tardi e la partita era già finita, Francesca mi ha anche portato il caffè a letto per farmi alzare ed andare..ma ha prevalso il sonno.
dopo aver ammirato gli edifici mezzi nascosti nei dintorni della via layetana, uno scatto della mia mano, fa fermare un taxi, montiamo su e sandro non sa nemmeno dove siamo diretti, è una sorpresa l’ultima volta che lui è stato a Barcellona, le olimpiadi non erano state svolte, per cui tutta la ciutadella villa olimpica è un itinerario, nuovo ai suoi occhi…
sguscia rapido il taxi guidato da una fanciulla, che ci lascia ai piedi delle due torri; è con immenso orgoglio, che mostro a Sandro, la torre dell’hotel Arts, e lo conduco sino all’entrata, indicandogli, le lampade, le stoffe dei divani, i pannelli giapponesi, il “mostrador de la entrada” (il cui dettaglio, non so quante volte lo ridisegnai) tutto attentamente studiato dalla sottoscritta e dal team di GCA arquitects, impegnato nella riprogettazione degli interni, delle zone comuni, del prestigioso hotel. (qui soggiorna, dicono, Zambrotta e la sua dolce consorte, in attesa di una efficiente dimora all’orizzonte…)
fa parte dell’hotel, anche il ristorante Arola, che ospita all’interno una spettacolare urna, per i vini.
dal terrazo del ristorante, da dove si godeva un’ottima vista del mare e della spiaggia lunghissima, ci siamo fatti infinite foto, con la balena-scultura, di Gehry, sullo sfondo.
le giornate sono trascorse, teneramente tese, da parte mia, cercando di capire che futuro e che senso può avere, mantenere una storia con un tipo che vive a Melbourne. Che significato ha, stare soli tutto l’anno per vedere qualcuno 3-4 volte in 12 mesi. Chi vivrà vedrà… Checchesenedica, siamo stati bene, abbiamo molti interessi comuni, un senso dell’umore simile, una gran voglia di vivere la vita in tutti i modi possibili, tranne che in un modo banale.
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