ho fatto un rotolino

ho ho fatto un rotolino con il cartoncino dell’etichetta della camomilla, quella legata alla bustina con un filo di cotone. è un rotolino piccolo, piccolo, e ho pensato che se potessi vedere il mondo da quel buchino e controllarlo, starei meglio.

che disastro di domenica, almeno il pomeriggio. e perchè poi? per una cazzo di telefonata, fuori tempo, fuori luogo. al sentire la sua voce, mi ha preso una tachicardia, di quelle che non sentivo da parecchio. si è fermato il respiro, ho deglutito e tremando mi è uscito un “ciao, come stai?”

a me.

si a me. una con le palle, una che si è sempre saputa difendere bene, una che si lancia e riesce sempre a volare leggera leggera… ”

una che va a cavallo dei suoi stivali in giro per un mondo buono, ma pieno di imprevisti.

“eppure sentire” dice la canzone, meglio sentire qualcosa, che non sentire nulla ed essere inerti.

e non importa se quell’interlocutore un giorno leggerà queste due righe non importa davvero…non importa più.non si deve aver paura o vergogna dei propri sentimenti..

ma a voi ve li fanno gli auguri in anticipo, pur sapendo il vostro compleanno, viene tra qualche giorno? a me non era mai capitato in 32 anni. ma la vita è una “caja de sorpresas”

stasera ci vorrebbero i tergicristalli per gli occhiali, ma non da fuori, da dentro. e più mi si gonfiano gli occhi e più penso che tanto dolore, per tanto tempo non porta a nessun lugar…

quanti mesi sprecati dietro una storia impossibile.

adesso so, che passerò il 5º compleanno consecutivo, triste della mia vita, perchè l’unica telefonata che volevo che arrivasse non arriverà, perchè magari in New Zeland, non ci sono telefoni…

lo so, avevo detto che scrivevo post sull’architettura sostenibile e invece… e invece dovreste imparare che in genere faccio sempre l’opposto di quello che dico.

La foto è gentile concessione della fotografa italiana Monica Sapio