ah!! buttiamo un

risposte ai lettori:

Paolo, sono strafelice del tuo commento, e rifletto sulla bella categoria a cui apparteniamo, che se non altro, al contrario di quello che dici tu, il lavoro a contatto con la bellezza, l’estetica, la forma, i materiali che danno volume ai nostri progetti, NON CI INARIDISCE, e quella sensibilità che a vent’anni non ci faceva macchiare il foglio di china, e ci faceva pastellare le tavole di urbanistica con minuziosa precisione, adesso intorno ai 30 e ai 40, (o mas) quella stessa sensibilità, ci chiede, ci interroga, ci rende inquieti, a parte che sulla professione, anche su questioni più profonde, come il nostro ruolo su questo terreno…

mi domandi:

architetti di cosa e per che cosa? Esseri umani alla ricerca continua del successo e dell’approvazione degli altri oppure uomini e donne coscienti di svolgere un ruolo importante in questo nostro misero spazio terreno, massacrato dall’uso improprio del potere e del denaro?

essere architetti, dovrebbe essere il ruolo di chi progetta spazi per il benessere di chi usufruirà di questi stessi, tenendo conto, dell’ambiente, della comodità e della bellezza formale. l’ordine, dei tre canoni, personalmente non è casuale. Anche se non condanno la bottega dei Vini di Gehry, nella rioja, della quale lui stesso dice “è un capriccio, non si può forse dare una funzione ad un capriccio formale?”

e certo. per carità.

sarò troppo liberale o libera, nelle mie visioni? o troppo conservatrice? non lo so, ditemelo voi, se quasi 400 persone al giorno mi leggono, e continuo a scrivere, è perchè mi va di mettermi in discussione e migliorarmi.

ma non divaghiamo.continuiamo con la tua bella lettera:

Non ti nascondo di essere molto deluso di me stesso per aver trascurato il nobile obiettivo di contribuire, nell’ambito del proprio lavoro, a dare dignità e giustizia a coloro che ne nel mondo ne sono ancora privi. E’ vero che in taluni casi ci sono riuscito ma, come è facile immaginare, ha prevalso maggiormente l’esigenza esistenziale che il ruolo del nostro tenore di vita occidentale richiede.

deluso? e perchè? dovresti esserlo, se non ci fossi riuscito mai, nemmeno una volta, a dare dignità e giustizia a quelli che nel mondo ne sono ancora privi. l’occidente, ooo occidente. Sai quante volte ripeto ai miei, che non ho una mentalità occidentale, da conto in banca e da casa di proprietà? ogni volta che parto per uno dei miei viaggi, e loro mi dicono che la vecchiaia stà dietro l’angolo e io dovrei risparmiare un pò…fare qualche investimento, come comprare una casa. Io sono una persona che lascia le chiavi della propria modesta dimora, al primo che si presenta che dice di venire da parte di qualcuno che conosco, lo aiuto a conoscere questa città, e divido un pezzo di formaggio e il tetto. Al di là di quello che gli altri possano chiamare solo Business.

si viviamo in occidente e ??? e ? non dobbiamo per forza adattarci a questa mentalità. possiamo adattarci alla forma di vivere. Accetto che l’80% della mia giornata, o meglio delle mie energie fresche, se ne vanno a studio e in cantiere e non allenandomi in palestra, non con una buona lettura, o una passeggiata in spiaggia, o facendo scultura. Bhe sono scelte. Sono una persona nata libera, e mi adatto, fino ad un certo punto. Non tarderò a lasciare il lavoro che ho, per un viaggio intorno al mondo, è un’anteprima sul blog, avrei voluto parlarne in un altro momento, ma la tua buona provocazione non mi esime dal farlo. Conoscere altri modi di fare architettura, altri modi di vivere, altre esigenze, altri modi di rispettarsi e rispettare la natura o godere di essa. Queste sono le inquietudini che a 33 anni (tra 4 gg) mi porteranno in giro, toccando a fine anno…4 continenti.

e si lo possiamo anticipare, fanno bella mostra di se, 6 guide lonely planet, sulla mia mensola preferita, appena arrivate dall’Italia, quindi il primo piccolo, ma concreto passo, verso questo viaggio, si è concretizzato.

essere uomini e essere architetti, ma essere onesti con se stessi e con gli altri.

Io so e l’ho imparato da sola, che devo avere rispetto per la mia anima, per il mio spirito e per il mio corpo. Rispettati questi 3 canoni, la mia vita, la mia professione, dovranno per forza avere esiti positivi, almeno per me stessa.

ps: x annalisa, anche se i sintomi descritti in preda ad una vera crisetta di tristezza, ieri notte sembrano quelli di una persona innamorata, credimi non lo sono. a 20 anni ci si può innamorare di qualcuno se ci passi solo un mese insieme, ma quando vuoi cose concrete, non ti lasci andare più così facilmente.

una carissima amica ieri sera, mi scrive:

Ma perchè poi ti disperi tanto? Era cosi’ meraviglioso? Io non lo so ma possibile che ogni volta è una tragedia, tu ti devi innamorare con moderazione come per l’alcol, ‘con moderazione’

io sono semplicemente delusa, dal fatto di non essere riuscita a gestire bene, una storia intercontinentale. Una storia dove la mia debolezza nata da questa incapacità, si è tradotta in inutili e infantilissime lamentele, delle quali solo adesso rido. Questa gratuita debolezza, un’ impotenza dovuta al non poter ignorare 20.000 km, e assoluta mancanza di pazienza adulta, insieme hanno tessuto, una tendina trasparente, tra me e il mio partner, attraverso la quale, all’inizio, lui mi guardava perplesso e senza nitidezza. Poi la mia perdita di forze, ha avuto dei picchi, e la famosa tendina, a mò di piegoline, nelle quali annidava il mio malcontento, si è trasformata nel sipario (chiuso) di velluto rosso, di uno splendido teatro, dove però sono state spente le luci. è questione di riaccenderle.

ancora ci credo. si nota?


ahò!!

buttiamo un pò di cocacola sul post di ieri, affinchè le gocce capricciose, si trasformino in bollicine e diano un pò di vita a questa giornata uggiosa barcellonese e olvidamos, la tristezza degli scritti di eiri…che oggi è un’altro giorno ( w rossella ohara)

bene, a fine giugno se non sarò con la testa nell’inverno australe, dall’altra parte del mondo, facendo colloqui inutili negli studi di Sydney, mi farebbe piacere fare un giro con gli architetti che verranno in viaggio qui: spulciate il nostro amato sito e troverete tutte le info!!

viaggio studio

Barcellona, 20 – 24 giugno 2007

Viaggio di architettura organizzato da ACMA Centro di Architettura

con la presenza di architetti di chiara fama come Norman Foster, Richard Meyer, Arata Isozaki, Vittorio Gregotti, Gae Aulenti, Alvaro Siza, Frank O. Gehry ed altri. Non solo, la sua presenza nei punti decisionali della formazione e della professione ha favorito il confronto di diverse generazioni di architetti su temi non del tutto esplorati dei grandi progetti urbani, della riqualificazione di aree industriali dismesse, del disegno degli spazi pubblici e delle infrastrutture. Le visite saranno commentate da Antonio Angelillo, che ha curato il programma. ”

ISCRIZIONI Il viaggio è rivolto ad architetti, giornalisti, redattori di riviste specializzate, docenti universitari, studiosi e cultori della materia. Sono previste riduzioni per gruppi di almeno cinque persone, per gruppi provenienti dagli ordini professionali convenzionati con ACMA e per i Sostenitori ACMA.

Per informazio
ni e iscrizioni
:
ACMA Centro di Architettura via Antonio Grossich 16, 20131 Milano
Tel. +39 02.70639293 Fax.+39 02. 70639761
acma@acmaweb.com | www.acmaweb.com

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