il disegno era ancora

LA MATTINA

il disegno era ancora caldo, appena uscito dal plotter. una , due , tre frasi fuori posto. sollevo il disegno, di un 10 centimetri, lo guardo bene, e lo lancio elegantemente, sulla tastiera, senza dire nulla. Intanto squilla il telefono, sia quello dello studio che il mio cellulare. Lui si allontana, io metto stop alla chiamata, metto gli occhiali nel fodero, prendo la borsa e arrivederci e grazie.

Il sole sulla calle Marmellà, col parco difronte, picchia davvero, sono le 13. Chiudo dietro di me il portone, pensando che alla fine, viaggio o non viaggio, posso prescindere del loro stipendio. E mi chiedo come comunicare questa decisione all’altro socio….quello buono.

es igual.

es verano…. e ieri sera, i colori delle fontane magiche, che danzano su note liriche, si riflettevano nella parete di vetro del padiglione di Mies. La quinta di verde, fatta di alberi frondosi, lo separa dall’entrata del pueblo español, illuminato da una luce giallognola e antichizzante. Sempre più sento dentro me, che Barcellona è arrivata ad un punto ben definito nella mia vita. Un punto che allargato come un elastico presto mi porterà via.

8 mesi. 8 lunghi mesi mi separano da quella che è stata la città della mia infanzia e della mia gioventù. desidero questo abbraccio con le pietre e col sole di Napoli, come non mai. martedi e mercoledi voleranno come i miei pensieri stasera, lenti e veloci allo stresso tempo, e giovedi atterrerò dopo 8 mesi, a Capodichino. in lontananza, se mi concentro, riesco as ascoltare il dialetto dei napoletani, che lavorano in un aereoporto.

bello.aereo

curioso, ma al momento non è uscito fuori nessuno che mi venga a prendere all’aereoporto, forse mi tocca un taxi. è che …..è così triste arrivare in aereoporti e che nessuno ti venga a prendere.

oggi qui c’è stata davvero l’estete, anche se tutti dicono che in Italia al momento è caldo torrido. bhe mi dispiace x voi….qui estate ventilata, e al profumo di mare.


AL TRAMONTO

sono affacciata alla finestra che parlo con il tono di voce un tantinello altino, con l’Italia, perchè dietro di me, nel salottino c’è gente che parla e non capisco bene, le voci si accavalllano. da giù un ragazzo, che sta al contempo smanettando nel portabagagli di un’auto strapiena, mi fa un cenno e aggiunge qualcosa, e non capisco, però lo guardo e intuisco anche se non sento che è italiano. Il classico italiano, carino, ben curato, in forma. per capirci, di quelli che qui non se ne vedono e non so dire menomale o purtroppo…

Attacco al cellulare e gli faccio “hablas conmigo?”

si, sei Italiana?

si.

e vivi qui?

si e tu?

io sto traslocando, adesso, ho preso casa qui, difronte alla tua.

bhe allora benvenuto!

non arriva alla trentina, penso.ma forse mi sbaglio.

lui continua a caricarsi come un mulo x svuotare l’auto, è solo e nessuno lo sta aiutando e aggiunge, “na vitaaccia”

ed io: ” romano de Roma?”

“pecchè se sente?”

musica MORCHEEBA Rome wasnt built in a day

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

3 risposte a il disegno era ancora

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *