ore 1.30
BARCELONA MEVA.
tra qualche ora, alle 13, ho un’immersione alle isole Medes. Sono rilassata, mi sa che l’ansia mi verrà più in là. Non mi immergo da Gennaio, quando nella splendida isola portoriqueña, vidi due tartarughe giganti.
penso a Barcellona stanotte.
Al caraquillo di Bayles, preso in piazza della Virreina, con Elena, stasera era bella più che mai. Lei e Francesco mi hanno abbracciata, come solo i veri amici sanno fare, stringendoci.
penso a Barcellona, quando ieri notte, Roberto dopo aver offuscato i pensieri alla mitica festa di Stefano, (100 persone almeno di almeno 20 nazionalità diverse) a base di mojitos pieni di menta, siamo andati a schiarirli, immergendo i piedi nell’acqua salata della spiaggia di Bogatell. E dopo stralunati, ondeggiavamo tra i bar del Port Olimpic, tra giovanissimi turisti, sporaglielliste contenute e muscolosi e tatuati buttafuori. Che notte ragazzi!
penso alle ultime settimane molto Barcellonesi: film visti nei castelli e concerti negli anfiteatri greci, feste multietniche, chitarrate sulla spiaggia, le mie gonne lunghe e bianche svolazzando sulla sabbia, gelati che colano sulle panchine a Gracia, penso alle vongole e alle seppie che mi hanno cucinato oggi, penso alle camicie che mi hanno stirato ieri, alle rasature sui visi abbronzati con i rubinetti aperti, alle passeggiate a plaza del Rey al calar del sol, al bar di Mar nel Raval, al motorino di Daniele a Diagonal, ai mimi sulle Ramblas, al fresco della mattina alle 9, al ramo di foglie verdi dell’albero di fronte casa, che mi entra nel balcone.
a chi viene e a chi va.
penso a me. a me in questa città. l’estate di Barcellona, come previsto, ha guarito tutti i miei malesseri. dormo bene e tanto.
sono felice qui. e sto per partire per un giro del mondo in 8 mesi.
certo che non è una fuga. non lo è mai stata.
non vedo l’ora. ma assaporo ciò che ho, fortunatamente, adesso.
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