Il declino in campo architettonico nel territorio germanico ha probabilmente sortito effetti diversi dalle altre regioni Europee.
Le attività coinvolte nei processi di trasformazioni di parti della città di Amburgo non hanno cessato, forse hanno solo timidamente rallentato.
“Amburgo è sempre stata una città che non si lascia travolgere né dai picchi alti di strepitose onde lavorative, né dai declini della crisi che attualmente ha chiuso cantieri grandi un po’ in tutte le città europee”, mi commenta Paola Fressoia, che da vent’ anni ha uno studio d’ architettura qui ad Amburgo “per essere trascinati dai ritmi alla moda in Germania c’ è Berlino. Noi personalmente siamo davvero molto impegnati attualmente, molto più degli anni passati, come dire che la crisi non è giunta qui nel nostro studio” continua sorridente l’ arch. Fressoia.
Nella città libera e anseatica, il porto, secondo solo a Rotterdam in Europa, rappresenta un elemento verso il quale dirigere le risposte del fattore “crescita territoriale”.
Il confronto tra curatori amministrativi, istitutori, appaltatori, architetti, ingegneri e organizzazioni autonomamente nate per la difesa e lo sviluppo del territorio, si integrano con un confronto trasparente e democratico, che ben alimenta le nuove e future architetture amburghesi, basandosi sulla sostenibilità e dosando bene le risorse disponibili, tanto territoriali quanto economiche. Input che probabilmente riesce a tener se non lontanissimo, almeno a grandi distanze la crisi nell’ ambito costruttivo.
Attualmente non c’ è odore di modificazione repentina, decadenza, calo, decrescita. In città, i rumori e i movimenti lenti delle gru, nel nuovo quartiere Hafen City ci accompagnano mentre visitiamo i nuovi prodotti architettonici che portano firme internazionali.
Un lussuoso edificio condominiale ha affidato a Philip Starck il compito di interior designer, le terrazze dedicate a Marco Polo e Magellano dell’ italiana Tagliabue e l’ edificio Hamburg-America-Center realizzato da Richard Meier ispiratosi al suo onnipresente principio “Light is everything. Light is life”, fanno respirare aria di una recente trasformazione totalmente positiva per la città..
Mentre ancora gli edifici attualmente in cantiere come la Filarmonica di Herzog & de Meuron, la nuova sede rigorosamente trasparente del Giornale Spiegel Verlag progetto dello studio danese Henning Larsen,
voci sui nuovi progetti affidati a Rem Koohlaas per un centro scientifico e il terminal center affidato a Massimiliano Fuksas, e ancora la sede tedesca di Greenpeace e un nuovo edificio per l’ università, proprio ad Hafen City, rappresentano un ventaglio di novità architettoniche in corso che si discosta dall’ appiattimento professionale caduto su altre metropoli come Madrid e Barcellona, Londra e New York.
Ma la notizia contundente, arriva dal bilancio economico tedesco. Da Luglio a Settembre sono stati creati 1.000.000 di posti di lavoro, abbassando l’ indice di disoccupazione così vertiginosamente come non succedeva da ben 18 anni.
Nella foto l’ edificio per la compagnia del famoso giornale Spiegel, in costruzione. La fine dei lavori è prevista per la primavera 2011.
Una risposta a Il positivo bilancio economico tedesco anche nell’ architettura.