Dopo 10 anni di astinenza dal mondo televisivo italiano, ha fatto la sua entry nel nostro appartamento la RAI.
Inutile dire che costantemente con un clima sotto zero e una certa rotonditá davanti, qualche volta ci scappa che vedo qualcosa di romantico come la serie diretta da Terracciano. Ho mandato due linee di critica ai protagonisti Giorgio Lupano ed Erica Banchi.
eccole.
LO STAFF DI PAURA DI AMARE
Al centro dell’elaborazione teorica del regista si nota indubbiamente la stretta associazione tra la costruzione del soggetto che per certi versi si avvicina anche al clichè del protagonista bello e tenebroso, giovane e ricchissimo e il movimento sociale, perturbato da criminalitá organizzata, dall enorme divario sociale tra l´alta borghesia e il proletariato giovanile affrranto dalla disoccupazione, problema che porta anche alla perditá dei valori umani.
Partendo dal presupposto che credo che sia Erica Banchi che Giorgio Lupano siano attori destinati ad occupare un posto di rilievo tra gli esponenti della recitazione nel mondo del cinema contemporaneo italiano, volevo sottolineare che mentre Erica non applica forzatura alcuna all´espressivitá che continuamente produce in modo assolutamente veritiero, i picchi di fragilità e rabbia esercitati da Giorgio sono leggermente imbevuti da una accentuazione non spontanea . Pensando ad un verso famoso dell’Amleto, che allude all’arte dell’attore, mi viene da pensare che ha perfettamente ragione quando afferma che gli attori da una parte offrono il loro profilo artistico, dall’altra l’immagine più intima della loro personalità, una evidente componente che accomuna i due attori.L’apparenza di soffusa luminosità dell’incarnato e il luccichio costante degli occhi suggerisce allo spettatore una trasparenza della vulnerabilità ed una intimità psichica con i personaggi che non ha molti eguali nel panorama italiano attuale. Questa credo sia la piú grande qualitá esposta nella fiction dai due protagonisti principali. Giorgio Lupano quasi senza preavviso infonde energia alla pellicola, espressa liricamente. Erica Banchi le cui scale di espressione e il cui mimetismo sembrerebbero compressi da delicatezza, inermità e riservatezza impliciti nel suo aspetto, racchiude una forza segreta che regge il suo personaggio per tutta la durata della serie. La questione della modernità, intesa come lettura anche dei problemi sociali che affliggono l´Italia, si evince, ma é sopraffatta da troppa sinuosa tenerezza.
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5 risposte a Recensione sulla miniserie televisiva diretta la regista napoletano Vincenzo Terracciano