Qualche volta, anzi ultimamente spesso, mi sveglio e non mi riaddormento con faciltá. Resto al buio a sentirmi respirare sullo sterno, a guardare il soffitto e a fantasticare.Il silenzio peró non é mai del tutto silenzio, il buio non é mai del tutto buio.
In questi momenti il pensiero vaga da continente a continente, da amici lontani a quelli vicini, da storie tristi a storie allegre. Il pensiero zigzaga tra i circuiti celebrali senza sosta.
La mia amica L. é partita per la sua grande avventura in sud America. Siamo collegate su di un filo invisibile ma molto resistente, per aggiornamenti continui sulle nostre avventure, cosí forti eppure cosi diverse.
Per farle omaggio, per sentirmi piú vicina a lei ed eludere il pensiero che non tornerá piú ad Amburgo se non solo per farci visita, durante questo suo viaggio in uno dei continenti piu belli del mondo, vorrei scrivere un post su almeno un posto speciale, appartenente ad ogni stato che lei visiterá. Su mia insistenza, L. visiterá la misteriosa isola di Chiloé.
L’isola di Chiloè é ricoperta interamente da un manto misterioso e si avverte immediatamente di entrare in una dimensione di altri tempi. Vuoi per la povertá, per le barche dei pescatori che sembrano invitarti a far parte di quadri ottocenteschi o per le chiese di legno. Completamente in legno.Sono state dichiarate Patrimonio de la Humanidad le Chiese di Detif, Ichuac, Nercón, Quinchao, Rilán, San Juan, Tenaún, Vilupulli, Achao, Aldachildo, San Francisco de Castro, Chonchi, Colo y Dalcahue.
La chiesa di San Francesco di trova Castro, nell´omonima piazza e fu costruita dall´architetto italiano Eduardo Provasoli all´inizio del secolo scorso.Ha un superfice di 1400 mq e l´ampiezza della navata principale é di 52 mt. Fu dichiarata patrimonio dell´Umanitá nel 1979. All´interno la chiesa si distingue per i lavori di finissima ebanisteria, ma allé sterno mi lasció molto ma molto perplessa il totale rivestimento in lamiera, tra l´altro pittata. Come moltissime case dell´isola.
Inoltre, l’isola di Chiloè merita di essere visitata per il suo lato selvaggio e naturale, il fantastico paesaggio costituito dalle palafitte colorate e soprattutto la sua cucina, caratterizzata dal Curanto.Il Curanto e’ il piatto tipico dell’isola. Si prepara con frutti di mare e carni di vario tipo da cucinare sulle braci e si accompagna con un preparato di patate, come una specie di grande gnocco. Le porzioni sono enormi perché é costume della gente di Chiloe’ accogliere gli ospiti con una generositá esagerata.
3 risposte a L´Architettura sull´Isola di Chiloé