“Congratulazioni, è stato un parto di classe”, con questa frase, 3 giorni dopo il parto, la dottoressa che ha fatto nascere mio figlio, mi stringe la mano e mi saluta.
Una frase singolare che nessuna donna al mondo si aspetta di sentirsi dire.
Ricambio la stretta di mano e emozionata scappo nella mia camera della clinica, mi rintano nell’ antibagno con Daniel baciandolo in fronte e piango. Ancora una volta. Ma allora siamo stati cosi bravi?
Ma cominciamo dall’ inizio. Questa gravidanza è stata desiderata con tutte le nostre forze ed è stata portata avanti con tutte le tensioni e le paure di una donna over 35 e con i classici problemi sopportabili quali sciatica, acidità, gonfiore alternati ai disturbi dell’ umore dovuti alla guerra degli ormoni.
Il giorno del parto (per le meno fortunate, i giorni) assume, nella memoria e nei ricordi, una vasta gamma di connotazioni: dall’eroico allo splatter, dall’idilliaco al melenso, dall’efficientista allo spirituale-mistico. Prima che arrivasse il mio turno, (mentre in famiglia non c’ è stata occasione per sdilinquirsi e ansimare appresso ad altre gravidanze nonostante due fratelli) ho avuto il privilegio di incontrare zelanti raccontatrici di tutti questi generi letterari e sono riuscita quindi a farmi una idea di ciò a cui andavo incontro.
Grazie anche alle letture in tre lingue e tre culture diverse di cui mi sono legittimamente nutrita durante i 10 mesi. E si diciamolo sono 10 mesi da 4 settimane. Sapevo che sarei andata oltre la 40ª, perché mi madre da brava strega aveva previsto il parto qualche giorno dopo la sua venuta. Mio marito e la mia migliore amica insistevano per la luna piena del 18, e così è stato alla fine.
Arriviamo in clinica alle 18 e ci consigliano di fare una passeggiata di una oretta e mezza. Meno 5º, il bosco che circonda la clinica era coperto di bianco, il candore della neve caduta qualche giorno prima, ascolto Allegria del Cirque du Soleil con l´Ipod.
Dalle 21 in poi, dopo che i miei suoceri sono andati via, ci comunicano che la camera dove ci troviamo e dove è avvenuta la prima visita e i successivi due monitoraggi sarà anche la nostra sala parto. Allorché ci mettiamo comodi, installiamo l`Idock comprata per l’ occasione e avviamo la playlist alla quale abbiamo tanto lavorato. Posiziono a lato del mio letto un pacchetto di tic tac alla menta e un balsamo labiale. Stephan imbeve per me fazzolettini di carta con un olio al Lemongrass comprato in Thailandia per cullarmi anche con un pó di aroma terapia. Il tempo viene ritmato da una precisa serie di eventi e medicamenti che non sto qui a spiegare. 😉
Verso le 2.30 Daniel è nato. 53 cm e 3650 grammi di bambino sano e forte.
E il suo pianto è stata la musica più bella.
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