Bene dopo aver seminati tante vittime col racconto nella versione originale, sulla nascita di Daniel, tutte col fazzolettino in mano, mi accingo nuovamente a scrivere qualcosa.
Che dire non é facile, ma nessuno pretende faciltá e semplicitá nelle cose di una mamma.Sono passate quasi tre settimane, ci sono un mucchio di cose che vorrei fare e che neanche lontanissimamente riesco a fare. Mi avvilisco ma poi d´incanto, basta un ballo lento, col mio nuovo cavaliere, sulle note di una canzone di Elton John che porta il suo nome, per sciogliermi…
Ci sono straordinarie giornate di sole in questi giorni e sempre piú mi convinco che ormai l´inverno é passato, non scenderemo sotto lo zero ne ci saranno starde gelate e paesaggi imbiancati. L´ultima neve é stata proprio quella che ha colorato di un cardinalizio biancore il boschetto della clinica 3 settimane fa.
Per tenermi in allenamento celebrale, mi sono prefissa di tradurre almeno 15 articoli di architettura al mese, dal tedesco all´italiano, leggermi minuziosamente tutte le riviste d´architettura che mi arrivano per abbonamento o da qualche amico che va in Italia e generosamente si carica un pó di giornali per me. E quando si sará stabilito un certo ritmo famigliare, magari saró in grado anche di preparare qualche concorso.
In ogni caso se a volte le giornate scorrono veloci, tra una passeggiata e una poppata, un cambio e una lavatrice, non riesco a sentirmi in colpa per trascurare gli aspetti della mia professione. Per una volta possono aspettare. Come il mare anche la nostra vita é fatta di infinite onde e se per una volta si sta a riva semplicemente a guardarle senza cavalcarle non é la fine del mondo.