un fruscio lento lento accarezza gli alberi, c`e la luce del lampione, distante dalla mia finestra perchè reclamai al comune che quando lo installarono era troppo vicino, una birra ghiacciata, il portatile sul tavolo in salotto.
Estate, Daniel dorme nella sua culla tecnologica comprata in Inghilterra e io mi ritrovo a scrivere ancora una volta il blog, dal mio appartamento di Barcellona, dove è nato nel 2004.
Adesso nell trepperdue si è temporalmente installata una sezione dedicata al cambio del neonato! Sono le 2 di notte, non ho nulla che fuma poggiato sul posacenere al lato del pc, ho i capelli corti, ho 15 kg in più, ho un figlio che sta dormendo. Sto per lasciare definitivamente questa cosa, ma come si chiama? che cosa sto lasciando? una casa? un certo tipo di vita? Un capitolo lungo 10 indimenticabili anni?
quanto fumo, quanto vino, quanta musica, quanto kajal sulle mie palpebre…sorrisi, lacrime, abbracci, baci…quante foto, quanto blog, quante valigie fatte e disfatte.
è semplicemente triste. L’ altro ieri mi sono messa Daniel in fascia, ho stampato la lettera di rinuncia al piso in un internet point e sono andata a consegnarla.Ormai è fatta, ce ne andiamo. Mancano poche settimane, il tempo di smantellare tutto, vendere ciò che è possibile e poi si sloggia. MI sento imprigionata dentro me stessa, sento che vorrei scrivere un post sulle sensazioni che sto provando, ma non ci riesco. Cazzo già è finito tutto?Sembra ieri che sono arrivata e sono passati 11 anni. L’ intensità dei ricordi stasera mi soffoca, si accavallano, si intrecciano, si confondono. So solo che ho trovato qui a Barcellona, dentro di me, una donna forte e coraggiosa, artefice della sua vita, tendenzialmente positiva. Cavolo mica poca roba.
In questi giorni sono sola con Daniel, anche se venerdi mi raggiunge la mia amichetta Vivi. Poi verrà ma madre, ma per rivedere mio marito devono passare ancora 29 notti e 29 giorni, il che mi rende instabile. Peggio del solito. Viaggio al ritmo di due appuntamenti al giorno, in genere a colazione e a cena, per non uscire con troppo caldo durante il giorno e per dedicarmi alle pappe con calma e con mammismo integrale. Tutti incontri con amici, excolleghi, gente varia…amiche diventate nel frattempo mamme anche loro…
Consumo le ruote del carrozzino e le suole dei miei sandali calpestando angoli di questa città e cercadno di fare chiarezza tra i ricordi, un ordine apparente che me li faccia tenere vivi ancora per altri 10-20 anni, almeno per poterli raccontare a Daniel..
La festa di sabato scorso per presentare il piccolo è stata bellissima, e l’ ubriacatura di amici ha fatto si che mi dimenticassi di fare foto. Mierda. Hay que hacer otra fiesta.
me gustan los aviones, me gustas tu.
me gusta viajar, me gustas tu.
me gusta la mañana, me gustas tu.
me gusta el viento, me gustas tu.
me gusta soñar, me gustas tu.
me gusta la mar, me gustas tu.
que voy a hacer,
je ne sais pas
que voy a hacer
je ne sais plus
que voy a hacer
je suis perdu
que horas son, mi corazón
me gusta la moto, me gustas tu.
me gusta correr, me gustas tu.
me gusta la lluvia, me gustas tu.
me gusta volver, me gustas tu.
me gusta marihuana, me gustas tu.
non c’ è Barcelona senza Manu Chao.
Stanno finendo questi 11 anni, e ringrazio Dio per avermeli dati.
6 risposte a Maragall: que voy a hacer je suis perdu