…ore 01.30….am ovviamente
a volte mi chiedo perchè sono venuta a vivere proprio in un’isola, con tutti i posti che ci sono, perchè sono finita qua?…
non c’è niente da fare, ho sempre avuto paura dell’aereo, anche se ultimamente con tutte le volte che l’ho dovuto prendere mi stavo autoconvincendo di essere sul punto di superare questo mio limite…
e invece stanotte proprio non riesco a chiudere occhio.
a filippo va molto meglio, perchè sta ronfando da un bel pò. io invece ho appena finito 2 ore di navigazione ( e forse vi ricorderete che non è la prima volta ) su siti che parlano di sicurezza degli aerei, in cui mi sono scandagliata tutte le notizie recuperate sulle varie compagnie, compresi i modelli che fanno parte delle loro flotte. un’altra ora l’avevo già persa prima per capire se ci sono reali possibilità di andare in italia in treno ad un prezzo non esorbitante ( sembrerebbe di sì…), sempre che io riesca a convincere mio marito a compiere quest’impresa.
già ieri la notizia mi aveva ammutolito, e ancora stamattina se ne stava in fondo nell’angolo della mia mente, in sottofondo ad altre immagini…i disegni di clarendon road da finire, forse un nuovo libro da fare, i progetti per la nostra società.. ma soprattutto le imminenti vacanze.
e qui quel pensiero era più che un sottofondo. per quanto mi sforzassi i suoi contorni si rimarcavano, fino a prendere una consistenza costante e ossessiva, capace di oscurare tutto il resto.
fino a quando mia sorella non mi chiama, in lacrime.
su quel volo c’era Janina, la sua amica e collega, che lei stava sostituendo da Selfridges in questi giorni perchè era andata via, doveva andare a casa, alle Canarie, a preparare col suo ragazzo i documenti per il matrimonio. erano su quel volo, insieme.
Janina era fissata con gli aerei, diceva sempre a mia sorella che non amava volare, e che non voleva viaggiare assolutamente con le low cost ma solo con le grandi compagnie di bandiera. prenotava mesi prima per trovare dei prezzi convenienti.
mi sembra tutto assurdo. mi sembra di sentire l’eco di una voce lontana, ma presente, che mi dice che certe cose che succedono non sono solo immagini e suoni che vediamo alla televisione, ma sono realtà, vita vera, che può accadere in qualsiasi momento, ad ognuno di noi.
penso al bell’aeroporto di madrid. ci siamo stati poco più di un mese fa per fare scalo verso Ibiza..ci aveva colpito la luce incredibile con cui il tramonto inondava la pista. venendo dal grigio di londra quella luce ci aveva aperto il cuore, sembrava davvero una luce in cui non potesse accadere niente di brutto.
ora ho un nodo nello stomaco. sabato ho un volo per palermo. è una vita che sogno di andare a palermo con filippo. una citta che adoro.
ma io non vorrei andarci adesso.
mi viene in mente un concetto che devo aver letto in qualche versione a liceo, sono quasi sicura che si tratti di Seneca, uno dei miei preferiti…non ricordo ovviamente le parole precise, ma il succo era che la vita va vissuta come un qualcosa che ci è stato dato in prestito, con la consapevolezza costante che, da un momento all’altro un leggittimo proprietario verrà a riprendersela, e noi dovremo essere pronti a restituirla.
non so, all’epoca queste parole mi colpirono molto, e negli anni mi sono ritrovata spesso a ripensarle..anche oggi.
mi sono trovata spesso a riflettere quale grande conquista sarebbe per ognuno di noi vivere avendo raggiunto l’equilibrio di questa consapevolezza…
vabbè, si è fatta una certa..scusate il post triste..il prossimo sarà più allegro.
promesso.
take care
rosy
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