Pesce
diciannovesimo (18°+1) : sangue commodity
Nel tempo dell’informazione emorragica il sangue è una commodity, bene di consumo di massa, immancabile come il pane a pranzo, il telefonino o la pennetta USB. Entrato nel rumore di fondo costante dell’informazione, disseminato tra gli annunci delle testate video-giornalistiche, ormai si mimetizza tra le previsioni del tempo e la vittoria della Juve. Il brusio del telegiornale non è tanto diverso da quello della lavatrice in centrifuga di fianco a cui passiamo, la mattina, in ciabatte e asciugamano.
Ecco perché il terrorismo ha bisogno di giocare a rialzo per far parlare di sé.
Così ha fatto l’11 marzo dell’anno scorso, aggiudicandosi perfino il sospetto di aver influenzato pesantemente le elezioni spagnole. Ed ora?
Riferisce l’Associated Press “[nella conferenza di Madrid] le Nazioni Unite hanno discusso a lungo il tema senza arrivare a un accordo su cosa è il terrorismo. Alcuni stati desiderano escludere i ”combattenti per la libertà”, mentre altri insistono che qualunque definizione deve comprendere i governi e i suoi soldati..”
Insomma l’ennesimo spunto per litigare in birreria.
Prova a vederlo così: terrorismo e informazione di massa. I due concetti si sono scoperti grandi amici. L’uno non potrebbe esistere senza l’altra. Per esempio il primo non saprebbe come risaltare senza un brusìo di fondo dal quale staccarsi. E la seconda, si sa, del botto pirotecnico (di qualunque tipo) ha sempre bisogno per non morire del suo stesso brusio.
Santificata l’informazione real-time, on-line, live, back-stage, on the road, on demand, e chi più ne ha più ne dica, la vera eresia consiste nel prendere le debite distanze da tutto questo gracchiare, per riflettere e rielaborare.
Illusi di avere accesso alla conoscenza globale, è consentito addentrarci solo in una debole pellicola periferica e tumultuosa, fatta di simboli, icone e concetti sparsi, più che di relazioni logiche.