Stralci di Senilità
Quartiere Paranhos rione Carvalhido. Oporto,..Portogallo ovviamente. Individuato a livello puntuale il luogo dove esercito giornalmente l’atto di disoccupazione. Sveglia sul “presto”, mi alzo dal letto subito dopo o solo dopo lo sbattere della porta di casa. Il primo ricordo che ho non sono stralci di sogni ma i rumori affrettati della colazione di un’altra persona. Una volta in piedi, prendo coscienza che da adesso in poi sarò l’indiscusso e indiscutibile vate della Domus, con un “poi” ragionevolmente stimabile entro le 7 e mezza e le 8-8 e ¼, 8 e trentacinque della sera.
Alcune giornate si possono passare interamente al computer. Cioè, la tua socia ti dà il “buongiorno” e il “..ci vediamo stasera, ciao!” e il “ciao, sono tornata! Cosa hai fatto oggi…”, con te che sei rimasto sempre nella stessa posizione come una statua di cera. Il tempo è passato, dalla mattina si è fatta la sera, ma il mio corpo sembra sia invecchiato solo di un paio di secondi invece che di ore.
In genere l’obbiettivo della giornata è semplice: spedire curriculum vitae via e-mail, o via busta quando gli studi d’architettura si dimenticano di porre “l’indirizzo di posta elettronica” sul sito delle pagine gialle.
Altre giornate, invece, vanno in vacca. Dall’inizio del 2009 già è tanto se siamo riusciti a vedere il sole almeno 7 volte,..e mai due volte di fila. Quindi, in uno di quei momenti in cui le piogge abbassano la guardia, parte la fuga. Colazione nel baretto non-all’angolo, con bola de berlim, caffè e Jornal de Notícias..per vedere se nella sezione “Annunci” hanno bisogno di un architetto o di un architetto improvvisato professore e traduttore di italiano.
Un po’ di spesa nel supermercatino locale, le stoviglie da togliere dalla macchina che ha lavorato tutta la notte, (perché consuma meno),…e anche la giornata, piano piano, si eclissa.