Cosa fare a Porto dopo aver terminato un Siza-Tour.
Se fosse per me, non ci sarebbero mezzi termini. L’architettura portoghese è un prima di Siza e un dopo Siza. Nulla più (nulla meno). Vero è che un po’ dappertutto si possono trovare le pubblicazioni delle opere di giovani promesse lusitane, ma il picco del maestro di Matosinhos è irraggiungibile, così come lo è, PER ADESSO, il contributo che “il suo stile” e “il suo modo di pensare” ha dato alla formazione architettonica del Paese intero. Amen. Detto questo, faccio presente che qui sono molto vicini al ricordo dei maestri modernisti, i maestri dei maestri, coloro che riuscivano a fare qualcosa di diverso prima e nonostante il regime (o anche grazie al regime, chi lo sa!). Tra i tanti, ricordo José Marques da Silva, a memoria del quale esiste anche una fondazione. Passando per la biblioteca Almeida Garrett o per la stessa Fondazione, qualcuno troverà sicuramente un opuscolo molto interessante con sopra stampate le fotografie di alcune opere qui a Porto e relativa mappa della città per poterle localizzare. E a chi facesse piacere dare un’occhiata a certi vecchi e gloriosi edifici anni 20-30…
"Ed", neolaureato. Per andare al lavoro devo girare all'altezza della stazione della metropolitana progettata da Souto de Moura. Dal bar dove faccio una pausa mi tocca scrutare la Casa da Música di OMA/Rem Koolhaas. E stasera c'è pure la grigliata alla Facoltà di Architettura. No, Álvaro Siza Vieira non sarà il cuoco. Questa è Porto, con alcune sue cronache.