Dona Maria
Veniva da Recife (BrasiU), ed un giorno la prof gli chiese (e ci chiese): quale immagine sintetizza la tua città? Sembrava stesse per esplodere. Immagazzinò in bocca tutta la forza che aveva e alla fine partorì un quasi silenzioso «i ponti!».
Non sapevo che Recife fosse la città dei ponti. Recife ha dei ponti?, mi chiesi, ma non era una città sul mare? Boh! A me venne in mente Bossi: benché non sia un mio concittadino, era comunque un’immagine del mio territorio.
Eeeeh ma Bossi non valeva! Doveva essere qualcosa di “architettonico”, e poi comunque come facevi a “comunicare” Bossi in un corso opzionale della Facoltà di Architettura di Porto?
Anni dopo, sempre più perplesso sulla storia dei ponti di Recife, arrivai alla conclusione che una delle tante “cartoline” di Porto potrebbero essere proprio i suoi ponti. Mancanza di originalità, direte voi, oppure un gemellaggio virtuale verso uno dei Paesi che più adoro? Un “ponte” verso ù BrasiU?
Chi avrà avuto a che fare con Porto, saprà di cosa parlo. Dall’altra parte del fiume Douro c’è Vila Nova de Gaia, meglio conosciuta come Gaia, enorme città dormitorio, sede delle famose cantine del Vinho do Porto. Tra le due città è sorta una “fitta” rete di ponti, in epoche diverse, che servono a regolare il traffico tra Porto e Gaia e a superare “l’ostacolo” fisico che entrambe le città rappresentano l’una per l’altra.
Dal famoso giornale mensile locale O Tripeiro (os tripeiros erano gli abitanti di Porto, e l’espressione vuole significare: mangiatori di trippa) ecco una descrizione del Maria Pia (affidatevi alla mia traduzione):
«Inaugurato il 4 novembre del 1877, il Ponte Maria Pia è una delle più notevoli costruzioni metalliche del nostro Paese ed è certamente il più conosciuto ponte portoghese a livello internazionale. Fu classificato “Monumento Nazionale” nel 1982 e designato “International Historic Civil Engineering” dall’American Society of Civil Engineers (ASCE) nel 1990. Concepito da un’equipe di ingegneri della Casa Eiffel, tra i quali Théophile Seyrig, la sua costruzione portò alla consacrazione internazionale della Casa Eiffel, assieme al viadotto ferroviario del Garabit, nel sud della Francia, e alla Torre Eiffel, a Parigi.»
Adibito al passaggio di un’unica linea ferroviaria, il Maria Pia ha una lunghezza complessiva di 354 metri, ed un’altezza dal Douro di 62 metri. Di fatto il ponte è appoggiato su un arco che ha una corda di 160 metri e, stando a quello che dice O Tripeiro, all’epoca questo arco doveva considerarsi il maggiore al Mondo.
«Dopo questo successo, la Casa Eiffel costruirà nel nostro Paese altri 32 ponti ferroviari, tra i quali si distacca il monumentale ponte di Viana do Castelo.»
La costruzione di un nuovo ponte ferroviario inaugurato nel 1991, il São João, assieme ad alcuni evidenti problemi strutturali, hanno accompagnato la lenta decadenza di questa vecchia gloria franco-portoghese, “ferma al palo” da 20 anni. A parte un’opera di “pulitura”, nel 2009, di lui non se n’è fatto più nulla. Solo tante chiacchiere, circa un sua possibile riconversione a ponte ciclopedonale.
Ora, esistono due stazioni a Porto. Una è São Bento (nel cuore del centro storico), e l’altra si chiama Campanhã. Nel tragitto che dall’una ti porta all’altra, sul lato destro, tra un cespuglio e l’altro capita ancora di vedere questo vecchio Signore, abbandonato come uno dei tanti nonni dimenticati a casa durante l’estate. Il suo dovere l’ha fatto, certo, e forse nessuno dovrebbe aspettarsi un premio per questo. M averlo lasciato lì, in solitario, soffocato da tutti quei cespugli intrepidi…
È troppo. È troppo ingiusto.
Be’, almeno lui si becca tutto il sole della valle, stando un po’ fuori da tutto quanto c’è di umanamente brutto sia a Gaia che a Porto. Ma la solitudine, si sa, dopo un po’ ti porta sempre il suo conticino.
Onore a te, caro vecchio paralitico Ponte Maria Pia. A tempi migliori, che sicuramente arriveranno.
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