Il mondo va alla deriva, e non si sa per dove. Succede che in giro c’è gente che farebbe le stesse cose che farei io: c’è la crisi? E allora prendo dei giovani. Prendo dei giovani che non si lamenteranno se per quest’anno e per un paio di quelli futuri gli darò uno stipendio pari alla busta paga minima nazionale (nazionale “portoghese”, e cioè euro 400 e passa). Dovranno essere dei giovani super preparati all’uso delle “macchine” e dei suoi freddi programmi renderizzanti e di conseguenza i cv dovranno rigorosamente essere accompagnati da un portfolio nel quale il candidato darà un saggio delle proprie capacità informatiche e nulla più. Perché poi quello che “pensa” in studio sono io. Al massimo saranno gradite alcune buone idee sui dettagli costruttivi e nulla più.
Io vengo dall’epoca preistorica della china e delle tavole A0 stampate in eliocopia. Disegnavo ricurvo sul lucido e pensavo “Eeeeh! Ma quando imparerò anche io a usare il computer, quando imparerò anche io…allora si, eeeh,…” . Niente di più falso. Con l’arrivo delle “macchine” i tempi di lavoro sono sempre gli stessi perché è triplicato il numero di cose che ti chiedono di fare. Sfiga.
L’unica soluzione è rimboccarsi le maniche e cominciare a camminare in direzione della luce. Un passo dopo l’altro, come si suol dire, e dopo vedremo un po’ dove si può arrivare, quando, come e perché.
P.S.
Continuano ad esserci delle foto interessanti sulle Azzorre.
"Ed", neolaureato. Per andare al lavoro devo girare all'altezza della stazione della metropolitana progettata da Souto de Moura. Dal bar dove faccio una pausa mi tocca scrutare la Casa da Música di OMA/Rem Koolhaas. E stasera c'è pure la grigliata alla Facoltà di Architettura. No, Álvaro Siza Vieira non sarà il cuoco. Questa è Porto, con alcune sue cronache.
2 risposte a Banalità, e pure gratuite