YAAAAAAAWN… sonno… tanto…
Buongiorno ragazzuoli, come andiamo? Sempre pieni di cialtroni fino alle orecchie? Abbiamo grandi programmi per i prossimi giorni: iniziamo oggi col parlare del “contratti verbali” e delle paghe. Poi, direi, siamo abbastanza grandi per lasciarci andare a una vena malinconica ma pur sempre utile ai più giovani: l’università!
Ma nooooo, perchè? Che c’azzecca l’università? Questo è un blog sul lavoro, sui contratti che non ci fanno… e invece no, ragazzuoli: questo è SOPRATTUTTO un blog di “denuncia”. E se non c’è da denunciare l’università italiana… con i suoi professori, i suoi assistenti… bravi, vedo dalla pelle d’oca che avete capito. E ora che avete capito, ditemi: quanto assomiglia al mondo dei cialtroni? ESATTO! Perchè i cialtroni peggiori si trovano all’interno delle università! Molti professori reclutano i loro schiavi, tra gli studenti, portandoseli a studio e facendoli lavorare GRATIS con la scusa dell’esperienza o dell’aiutino all’esame (puntualmente disatteso). Da questo punto di vista, sono gli SCAFISTI del mondo dell’architettura. Vi strappano dalle braccia genitori compiacenti (il tuo professore ti ha fatto questa offerta! MA ACCETTA IMMEDIATAMENTE! Ahhhh, che bella cosa che ti è successa! Quello poi ti fa fare carriera, magari entri persino all’università… MAMME!? STANNO SUCCHIANDO IL SANGUE AI VOSTRI CUCCIOLI ADORATI! SVEGLIA, PURE VOI!!!) per spremervi come limoni. Quando non avrete più nulla da dare, vi cacceranno senza un centesimo. Quando vi ribellerete, vi intimidiranno con minacce (non vi picchiano per paura delle denunce. Mica per altro…). Oltre, ovviamente, tutta una serie di riferimenti a professori che non vi faranno mai passare gli ultimi esami che dovete fare, al mondo del lavoro che vi rigetterà e “tanto vale che cambi città, perchè qui non lavorerai MAI PIU'”. Se invece resisterete, vi si passeranno, facendovi rimbalzare da uno studio all’altro, da un architetto all’altro, pagandovi sempre di meno e in condizioni sempre più disagevoli. Ora, se non è da scafisti/papponi questo…
Ma ora veniamo a noi!
Pier Andra ha alzato: non posso esimermi dallo schiacciare.
Alla luce anche da quanto scrittomi in questi giorni via mail, è giunto il momento di arricchire il nostro “manuale per il riconoscimento di un cialtrone” con due nuovi e importantissimi capitoli:
“I contratti verbali & le paghe”
…potete spegnere le luci? Grazie… PROIETTORE!
(proiettata sulla parete la diapositiva di una stretta di mano)
Alla base della giurisdizione MONDIALE c’è il contratto. Nella sua versione meno “ufficiale”, abbiamo il “patto”. Si tratta, sostanzialmente, di un accordo tra due parti. Esiste in farie forme, non per ultima, quella basata sull’ONORE (non di rado “verbale”). In tempi non remoti, ad esempio, senza passare da quelle sanguisughe dei notai, per una compravendita era sufficiente una (udite udite) stretta di mano!!!
Ma veniamo a noi (slide di un ragazzo fuori dalla facoltà di architettura con le dita “v” di vittoria e sullo sfondo decine di altri ragazzi che fanno il gesto dell’ombrello all’università)
La fregatura più “grave” normalmente è alla prima esperienza. L’aspirante schiavo si avvicina al mondo del lavoro attraverso un sottile processo di esclusione: parentela. C’è sempre bisogno di carne da cannone, sosteneva il generale Von Paulus (sì, proprio quello che è stato polverizzato dai russi a Stalingrado…). E cosa di più versatile di un ragazzo appena uscito da architettura? Nemmeno col maiale ci si fanno tante cose: Sanatorie, Fascicoli del fabbricato, Rilievo, Computi metrici, Capitolati d’appalto… Tutte robe che con un minimo di spiegazione, possono essere fatte con una certa rapidità! Ogni lavoro, però, ha una “predisposizione” all’errore. Esiste, cioè, un margine di errore piuttosto alto che si abbassa notevolmente già alla seconda esperienza. E i cialtroni ci marciano… Ora, gli architetti sono un po come il prezzemolo: te li ritrovi ovunque… forse era meglio citare la gramigna (slide della gramigna)… Quindi esisterà SEMPRE un parente che conosce un professionista che vuole sfruttar… ehm… farvi fare esperienza. Già: “esperienza“. E’ la prima tecnica per fregarvi: devi fare esperienza. Normalmente vi viene venduta fino a che dal vostro viso non si evinca immediatamente il massimo grado di scoglionamento. A quel punto si inventano altra roba, ma questa è un’altra storia.
Vi presentate (elegantissimi, in genere) allo STUDIO. Notate come le prime volte, quando dite STUDIO la vostra voce si alza di un paio di ottave. Tranquilli, è normale orgoglio di esordio: più avanti lo bisbiglierete vergognandovi. I più pudici arrivano a chiamarlo “ufficio” e poi si guardano attorno con molto sospetto. L’impatto è atroce: struttura fatiscente, interni letteralmente vomitosi, puzza di cavolo per tutto il condominio. Dislocazione standard: media-periferia, possibilmente vicino la stazione (nel caso ve ne fosse più di una sul territorio comunale, la più malfamata). Mentre continuate a domandarvi “come diavolo sono finito nella Mosca dei primi anni ’80?” (slide della Mosca dei primi anni ’80… mica potevo fare tutta la lezione con la gramigna, no?) entrate. Corridoio. Abbandonate i sogni di gloria dell’ampio ingresso all’americana, con la segretaria che via saluta ammiccando tutte le mattine mentre vi gira lo zucchero nella tazzina di caffè. L’unico liquido color caffè lì dentro, cola dalle tubatura in bella evidenza e disegna macchie di Rorschach sulle pareti. E di ammiccante c’è l’orrido portiere (con un paio di incriminazioni per reali sessuali, cadute perchè la vittima si è resa misteriosamente irreperibile).
Buio.
Il primo pensiero “Ma tu guarda dove devo essere violentata/o”
Il cialtrone vi viene incontro con la mano tesa. Ampi sorrisi, come quelli del maestro di tennis al primo giorno di lezione, quando ancora dovete pagare TUTTO il corso biennale in una rata unica il giorno dopo. Vestito come Armani nei giorni delle sfilate parigine, profumato come Galliani allo stadio. Sguardo intelligente come quello di un leghista a una convention di filosofia.
Il secondo pensiero “Sarà certamente un errore. Questo signore così elegante e distinto non può di certo lavorare in questa topaia. E’ un errore! Magari mi ha invitato in cantiere“
Puntuale come la morte: “Scusa il disordine siamo spostandoci in una nuova sede”. Vero? Lo dicono sempre. Ho lavorato per gente, il cui trasloco era in corso da 22 anni. Impressionante quanto tempo impieghi uno scatolone a andare da un punto A a un punto B da solo… se poi ci mettiamo anche che NON ESISTE un punto B…
Saltiamo i preliminari (slide che passa rapidamente di due amanti che si accarezzano su un letto) e veniamo alla trattativa (slide di uno squalo trigre sorridente). Dopo aver invitato il topo a togliersi dalla vostra sedia (ricordiamo che siete alle prime armi: normalmente finisce che il topo vi invita in malomodo a prendere un’altra sedia e voi, obbedienti, eseguite) entrate nel vivo:
“Allora, che tesi hai fatto?”
Questa la so: Allora, ho preso in esame il complesso dei mercati gener…
“Ok, parliamo di lavoro“
La sapevo e l’ha capito! Ho già risposto bene alla prima domanda!
“Devo fare un rilievo. Un grande edificio di archeologia industriale che trasformeremo in una serie di loft elegantissimi per intellettuali e artisti“
fiiiiiiiiiiiiiico, come nei film americani!!!
“Il posto non è un granché adesso, ma noi riqualificheremo” Sorriso brillante.
Un naziskin sarebbe un più credibile sostenitore della non-violenza e della convivenza tra le razze. Ma noi siamo alle prime armi: abbiamo un amo di acciaio piantato nel palato (e chiamiamolo palato… e per favore: niente slide) e lui sta girando leeeeentamente il mulinello.
Siamo improvvisamente fulminati dalla nostra onestà (estremamente disdicevole): Arch, io non ho esperienza. Non saprei veramente come comportarmi.
Risata deliziosa da cardinale innamorato.
“Non ti preoccupare. Si impara strada facendo. E cmq ti aiuterò io i primi giorni“
Fantastico
“Per quanto riguarda il compenso…“
Qui ci sono due possibili reazioni. Quella di chi si lascia guidare e non osa avanzare pretese, e quella di chi inceve un po di coraggio se l’è già costruito.
Prima reazione. Noi zitti, lui parla
“Avevo pensato a 1000 euro!“
Saltate sulla sedia. Mille euro?! Per un lavoro di rilievo! Ma è tantissimo! Voi avete già speso metà della cifra, mentre lui ancora parla. Da bravi tonti non indagate minimamente sulle ore di lavoro necessarie, non avete considerato eventuali modifiche da apportare al di fuori del rilievo, se netti o lordi, come verranno riconosciuti etc etc
Seconda reazione.
“Io avevo pensato a 1000 euro” dite tutto d’un fiato
Assume lo sguardo dello squalo bianco quando qualcuno gli rovescia la birra
“Ti darò 850 euro lordi“
Ma veramente non siamo Suk Arabo. Io sono il professionista, io chiedo una cifra. Se non va bene, sciogliamo la seduta
“Ma io non posso darti quei soldi: non li ho!“
Perchè entra in un concessionario per comprare una ferrari se può permettersi un triciclo?
“Ti darò 800 euro subito e 200 tra tre mesi“
Pensi che sia ragionevole, che male che vada intaschi 800 euro e che si può fare.
Inutile dire che il gioco non vale la candela. I 1000 euro non li vedrete MAI. Sono sempre lordi, o a partita IVA (NON APRITELA, PER AMOR DI DIO! …Slide della pietà di Michelangelo). Il lavoro di rilievo è in un orribile capannone industriale, in una periferia di quelle dove l’unica soluzione, urbanisticamente razionale, è deportare la popolazione e nuclearizzare e dove gli intellettuali e gli artisti non metterebbero piedi nemmeno se minacciati negli affetti più cari. vi porterà via circa 3 mesi ALMENO, con continue revisioni, riducendo il vostro compenso a circa 300 euro al mese (sempre lordi) e costringendovi a scadenze degne della piramide di Chefren. Se poi siete stati così sciagurati da accettare la “rateizzazione”, sarete ancora più maltrattati: 250 euro oggi (eh sai, il bancomati mi ha fatto prendere solo questi), magari 100 tra un mese (storcendo il naso) con dialoghi che generalmente ricalcano questo:
Arch, ma famo che me paghi oggi?
Oggi?
Beh sai, l’ultima volta che ti ho visto con dei soldi in mano l’inter aveva vinto la coppa dei campioni…
Soldi?
Pronto? McFly? C’è nessuno?
Beh sssssì… dai… poi vediamo…
Non ti ho chiesto di prestarmi tua moglie per andare in un club privé, ti sto chiedendo la MIA PAGA
Vabbè dai, facciamo che domani ti dò quello che ti spetta
Notare il genio… non dice “ti do i tuoi soldi” o “ti do il tuo compenso“. No… dice “quello che ti spetta“. Ovviamente, con questa tecnica, il cialtrone si fa lo sconto, lima qualcosa per gli “errori”, arrotonda per il ritardo (ma aveva detto che non avevo scadenze/ho consegnato lunedì e dovevo farlo mercoledì!), recupera dall’altra volta (ma che è? L’anticipo sulle conversazioni della bolletta?), i contributi (i suoi, mica i vostri…)… ET VOILA’: 400 euro. In 9 rate. Versate in circa 1 anno e mezzo (slide di senzatetto che dormono in una baracca sul lungotevere). Notare che quasi sempre venite accusati di errori orribili, addirittura in certi casi, di aver fatto perdere il cliente al cialtrone (che se fosse vero, il cliente dovrebbe farvi un busto, per averlo sottratto alle grinfie di quell’idiota), portando spesso e volentieri la cosa a trascinarsi molto più a lungo, con decurtazioni sempre maggiori, minacce di citazioni per danni (non sono minimamente realizzabili, sia ben chiaro. Semplicemente vi spaventano per farvi svanire, cosicchè possano trattenere ulteriori parti del VOSTRO compenso). E poi, magicamente, svaniscono. Esattamente come il maestro di tennis, alla seconda lezione, quando avete pagato TUTTO il biennale in un’unica rata il giorno prima. Il bello è che questi CIALTRONI non tollerano questo tipo di comportamento dai loro clienti! Uhhhh, come si incazzano se il cliente sparisce senza aver pagato come dicono loro! (slide di Diabolik)
Cosa fare in questi casi? Semplice. Si rifiuta dall’inizio! O entrate nell’ottica che vi fate sfruttare la prima volta e poi arrivederci, o li mandate a quel paese fin dall’inizio. Non sono tollerabili altre soluzioni. Il problema, oltretutto, è che all’inizio, per fare bella figura, vi fate un mazzo così! Oltre al rilievo, sistemate un pc che non funzionava, fare un 3D dell’edificio (non richiesto, ovviamente) etc etc… passando dal “gradito inatteso” al “dovuto“, per cui, ogni volta che c’è una magagna, venite chiamati e si aspettano che voi la risolviate!
Dovete procedere in modo semplice e diretto:
Mi dicono che sei un mago dell’informatica… ci sarebbe da sistemare quel pc!
Eh già. Ci sarebbe proprio da sistemarlo (NON E’ VOSTRO COMPITO)
Che compenso vuoi?
1000 euro NETTI. Metà adesso e metà a fine lavori (o scadenzati come volete)
Sei anti-economico!
Trovatene un altro
Ma io non ho tutti quei soldi
Trovatene un altro
Ti do 800 euro lordi in rate da me stabilite
Trovatene un altro
Insomma, entriamo nell’ottica del concessionario di automobili! Chi comprerebbe una ferrari con un terzo del soli necessari in tasca, e cercando di convincere il concessionario a vendergliela con le rate che LUI STESSO decide? Solo un cialtrone! Eh però, ragazzi miei, noi gli abbiamo risposto di sì tante volte.
Nella religione protestante, esiste il concetto di “giusta mercede“. Il lavoratore deve essere pagato per quello che vale e per la qualità del lavoro che svolge. Basta farci prendere in giro! Lo so che abbiamo bisogno
di lavorare, che l’affitto si deve pagare, e così le bollette! Ma a 1000 euro in 3 mesi, che poi mille non sono, e 3 mesi nemmeno, non potremmo cercare altro? Almeno per la soddisfazione di dire a questa gente “fattelo da solo, CIALTRONE!”. Almeno per la soddisfazione di essere pagati per quello che valiamo!
Non dimenticate la regola fondamentale: questa gente non vuole rotture di palle. All’inizio non siamo mai invadenti. Facciamo schifo tanto siamo sensibili alle esigenze altrui. Non chiamiamo per non disturbare. Non chiediamo per non infastidire. Non è così che avrete il vostro denaro. Dovete essere un martello. Chiamate TUTTI i giorni. A orari diversi, così da risultare imprevedibili. Non vi pagheranno MAI perchè vi spetta. Ma vi pagheranno pur di levarvisi dalle palle. E non lasciategli scegliere le scadenze! Non fatevi venire il culo pesante! Vengo io a studio! Allora domani sono lì alle 15.00 (slide di assedio con relativa città infiamme). Fino al punto che cederanno:
“Io a questo lo pago, perchè non lo reggo più! Almeno così me lo tolgo di torno!”
E’ l’unica possibilità. E se vi minaccia?
“Ma che soldi e soldi!? Tu me li dovresti dare, perchè mi hai provocato un danno!”
Si fa due passi dai sindacati. E si chiede un consiglio. Non vi manderanno mai in pasto ai lupi, vi diranno, in modo semplice e diretto, se fare vertenza conviene o meno. Basta una passeggiata.
Armatevi di pazienza ragazzuoli. E’ la vostra unica, vera arma (slide di un bonzo che cerca di strangolare un cialtrone, mentre tutto il tempio fa un tifo indiavolato per lui)
Diario del quasi Arch. – Aggiornamento
Ho ricevuto alcune mail a seguito di questo mio intervento. Ragazzi, è ovvio che non esistono SOLO le figure che ho descritto. Dobbiamo tener presente il “verso” dell’equazione:
datore di lavoro = cialtrone –> FALSO
cialtrone = datore di lavoro –> VERO
Questo che significa? Che non tutti i datori di lavoro sono disonesti, profittatori, carogne. Quello che io scrivo, va letto come la storia del menestrello: si sente, si ride, si ragiona. Ma tutto col cervello. Io mi permetto, nelle mie piccole esperienze, di fornire una sorta di mini-vademecum da utilizzare nel caso in cui vi trovaste dinanzi a una persona scorretta. E vale anche per certi di noi! Ho lavorato con colleghi che di voglia di lavorare ne avevan poca e per molti aspetti, per essere cialtroni, mancavano solo della possibilità di “dare” del lavoro.
Non voglio fare di tutta l’erba un fascio. Questo l’ho sempre detto, ma forse qualcuno non mi ha seguito dall’inizio e si può esser lasciato sfuggire questo distinguo. Come ho sempre detto che non è solo colpa loro che si approfittano di noi, ma spesso anche nostra che non ci opponiamo a questo sfruttamento. Domanda un saggio proverbio ebraico: chi è più ladro? Chi ruba o chi lascia il cassetto aperto? Tradotto ai tempi moderni: se qualcuno fa, è perchè qualcun altro lascia fare. Con questo non intendo minimamente “ridimensionare” quanto scritto fino a oggi, ma solo chiarire ciò che poteva essere frainteso.
Un abbraccio a tutti!
4 risposte a data stellare 19.01.2007