data stellare 07.05.2007

Ohhh, dunque… abbiamo fatto sega venerdì, quindi mi tocca recuperare un pochino.
Iniziamo a rispondere a un paio di mail… per quello che riguarda Monia da Padova: sì, ho seguito il ritorno di Biagi in TV e non sai nemmeno QUANTO ne sia felice. Ho trovato queste prime puntate eccezionali. Piene di contenuti, ma allo stesso tempo trattate con la leggerezza e l’assenza di rancore che solo un uomo con la coscienza pulita può usare. Inoltre, aggiungo, che non metterei Biagi nel calderone dei “levatevi dalle palle, largo ai giovani”. Ci DEVONO essere sempre delle figure di riferimento all’interno di una società. Persone di grande esperienza, di grande lucidità, che sono state capaci di ricavarsi un angolo da cui contribuire attivamente senza rallentare o ostacolare il processo di sostituzione generazionale; ma anzi, aiutarlo. Penso a Enzo Biagi, come ricordo con affetto e ammirazione il grandissimo Indro Montanelli e, perchè no, anche Vittorio Gassman. Ricordo una versione di latino del liceo (il solito 4 e mezzo): a una qualche manifestazione ateniese, un anziano cercava posto. Uno spartano si alzò per cederglielo e tutti gli ateniesi attorno scoppiarono in un fragoroso applauso per onorare il gesto. Lo spartano disse sarcastico “Allora gli ateniesi sanno cosa è giusto. Semplicemente non lo fanno. Ecco, per Biagi e tutte quelle figure che ancora possono insegnarci molto, direi che il posto, va tenuto. Sempre.
Meno per loro cialtroneria, la generazione a noi antecedente, incastrata in mezzo ai nostri testicoli e che si è arpionata, nel migliore stile della classe politica italiana, alle poltrone. Questo simpatico gruppetto di cariatidi, che da insegnare ha veramente poco, è affetta dall’inguaribile morbo dell’incompiuto: NON hanno finito la rivoluzione del ’68, NON hanno finito il femminismo, NON hanno portato a casa tanti risultati. Hanno lottato contro un sistema, si sono ribellati, hanno gridato la loro voglia di emancipazione. Col risultato che una volta compiuti gli anni per entrare a far parte del sistema, l’hanno occupato militarmente. Dovete sapere che per me l’università è stata una tortura. Per chi non lo è stata? Ma per me un po più di altri: da bravo figlio d’arte, avevo un padre in costante mania di competizione (notare: LUI l’aveva, io me ne sbattevo allegramente). A valle giulia, le sessioni erano: Gennaio, Luglio, Settembre. E il mio augusto papino, PUNTUALE come il cannone del gianicolo, a DICEMBRE, GIUGNO e AGOSTO iniziava le cazziate
AHHHHHHHH! NON FAI NEMMENO UN ESAME!
E’ difficile farli fuori sessione
IO DAVO UN ESAME OGNI 15 GIORNI
Secondo questo tuo ardito calcolo, ti saresti dovuto laureare in circa un anno e mezzo…
PERCHE’ NON FAI GLI ESAMI
Se tu avessi ancora circa 15-20 giorni di pazienza…
Ci sono voluti circa 5 anni. Poi, in una delle rarissime chiacchierate senza urlare, mi spiegò che LORO nel ’68 avevano combattuto per i diritti dello studente lavoratore, per l’abolizione dell’obbligo di frequenza e la possibilità di fare gli esami anche secondo le esigenze degli studenti.
Ottimo padre, ti spiego: i tuoi coetanei, proprio quei simpatici signori che allegramente definisco in questo blog CIALTRONI, una volta incoronati “baroni” dal sistema accademico, si sono battuti per l’obbligo di firma, per blindare gli esami alle LORO date, e rispondere allo studente lavoratore “Sono cazzi tuoi”. Santo cielo, sono uno dei più fieri sostenitori dell’utilità e della necessità dell’essere del ’68. Ma nella generazione che ha combattuto per i diritti di studenti e lavoratori, una certa percentuale ha preferito ragionare in termini diSe non puoi sconfiggerli, alleatici“. E sono stati bravissimi a divenire i nuovi regnanti. Risultato? Ci trattano da imbecilli, perchè solo LORO sanno che vuol dire combattere, solo LORO sono sempre al passo, solo LORO sanno della vita e delle sue cose… ho assistito e partecipato a conversazioni FOLLI, dove mi veniva dato dell’incompetente perchè non capivo quello che dicevano. Come? Sentite questa… sono stato preso a forbice. Due signori. Uno mi domanda:
Hai un sito interno?
Che ho? Rivolgendomi all’altro
Ma dai! Un sito interno! Mi fa quest’altro
Un sito interno? Domando ancora più perplesso. Un sito ftp? Un sito tipo www?
MA NO! Un sito interno dove ti posso mandare dei documenti!
AHHHHH! LA POSTA ELETTRONICA!
E tutti e due con aria di superiorià, che mi guardavano col sorriso di circostanza che un’infermiera ha col suo assistito cerebroleso. Perchè LORO sono al passo coi tempi e capiscono di nuove tecnologie. Mica io, che non ho il sito interno… Che poi, a volerci ragionare… non siete 2 imbecilli… no. Visto che la dicitura “sito interno” è palesemente forgiata sul momento, uno è un imbecille, l’altro è falso, perchè non avevi la benchè minima idea di cosa fosse un sito interno, ma per non passare da scemo, hai avuto quella sparata PRIMA e quel sorrisetto DOPO. Ma passando oltre certe uscite geniali (tipo: bello questo programma. Dopo me lo scarichi? …da leggersi come “installare”), non voglio sparare a zero: so benissimo che NON TUTTI sono così, che ci sono bravissime persone anche dall’altro lato dello schieramento etc etc… Piuttosto, torniamo a bomba: la mia tesi di laurea. Molti dei miei problemi, nascono proprio quando ho a che fare con i signori della passata generazione (tra cui il mio augusto relatore, che dio gliel’accresca…). Il problema più grande della mia tesi? Un signore chiamato Koolhaas. Perchè quando questo architetto ha ricevuto l’incarico di trasformare i mercati generali, ha firmato, senza saperlo per carità, la condanna a morte della mia tesi. DA QUEL MOMENTO, ogni progetto che portavo era, letteralmente, CACCA. Relatore e assitente arrivarono in un paio di occasioni, a chiedermi di fare un progetto più simile a quello di Koolhaas. Io ero completamente paralizzato su quell’edificio.
Otto ettari di complesso FINITO, con le tavole pronte per essere stampate, e quel maledetto edificio completamente FERMO
. Dovevo laurearmi a Luglio. A giugno il professore mi spedisce dall’assistente
Così ti potrà seguire in modo più continuo
Mi disse (lui era troppo impegnato in altri magheggioni). E mi spedì da questo signore… il quale, a un mese dalla discussione della tesi, si prese la santa briga di incasinarmi in ogni modo possibile le cose. Prima mi fece una piazzata che non finiva più perchè a revisione non mi presentavo sempre con tutte le tavole (perchè non si ricordava una mazza, quello che doveva seguirmi in modo più continuo), quindi perchè usavo un formato di carta sbagliato (a4 e a3, anzichè a1… ma per un progetto che non dovrei approfondire oltre la scala 1:500? Un palazzo che deve essere appena accennato nella distribuzione interna, a fronte di 8 ettari di complesso? A FRONTE DEI SOLDI CHE MI VORRESTI FAR SPENDERE OGNI SETTIMANA PER STAMPARE AL PLOT SERVICE?!), quindi, dinanzi all’impossibilità di sciogliere questo nodo gordiano del palazzo (non aveva ne idee, ne la voglia… anche un bambino lo avrebbe capito), mi ammollò da guardare il film Alexander.
Perchè lì c’è una visione dei giardini pensili di babilonia estremamente importante, che potrebbe aiutarti
Ma è un complesso di sale teatrali, che stramazza c’entrano i giardini pensili?
Ok, affittati ‘sto mattone… 175 minuti di film. Per due fotogrammi.
Per mantenere le dovute proporzioni, è come essersi ammazzati per avere il numero di Meg Ryan, chiamarla, convincerla a venire da SOLA a casa vostra, e poi chiederle di farvi il roastbeef allo zafferano. E invitarla a uscire da casa vostra alla fine del pasto. Le femminucce possono sostituire la Ryan con uno a scelta tra Pitt, Cloney e Deep.
A febbraio il professore mi aveva dato l’ok. Avevo l’unico blocco del “palazzo del teatro”. Ero arrivato alla fine di giugno e non avevo NULLA. Oh beh, certo… avevo collezionato circa 3 progetti COMPLETI. Ma ai due signori la cosa non andava bene. No. Il mio assistente si era messo di traverso, chiamava il professore e gli continuava a ripetere che non ero pronto. E lui, sentita una sola campana, neanche voleva vedermi. Anzi, era notevolmente scocciato che gli telefonassi “Sono problemi vostri, risolveteveli“.
Poi qualcuno di voi, ha ancora il coraggio di mandarmi le mail per domandarmi PERCHE’ sono COSI’ incazzato col sistema accademico.
Lo stress stava arrivando a livelli cosmici. La data della discussione si avvicinava e non vedevo la luce. Sotto la costante pressione dei miei amici, decisi di buttare via tutto per almeno una sera. Fanculo tutto! Professore magheggione, assistente cialtrone, tesi del cavolo, e soprattutto i FOTTUTI MERCATI GENERALI DI VIA OSTIENSE! BASTA! OHHH! CHE FAMO STASERA? CINEMA? OTTIMO! SI VA!
Mi siedo in sala! AHAH! Stacco la spina! Non voglio più saperne nulla! Che andiamo a vedere? Ocean’s Twelve?! Ottimo! Mi piace! Luci in sala, parte il film… e dove organizzano il colpo i 12? Quali locali saranno mai quelli abbandonati, sporchi, in cui loro parlano con la planimetria?
…il padiglione numero 2 dei Mercati Generali di Via Ostiense.
Piansi.
Ma in silenzio, per non disturbare chi stava vedendo il film.
Che sensibilità, eh?!
A domani ragazzuoli, coraggio: è ancora lunedì!

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