Quando ero piccolo (zum zum), giovine, ingenuo e facilmente suggestionabile, avevo trascorso un periodo di tempo relativamente lungo assieme a una ragazza che non riponeva le sue belle speranze nella conoscenza (no, non si scrive con la “i”. sì, sono uno sborone). Possiamo dire, senza troppi fronzoli, che era ignorante come una capra. Bocciata un certo numero di volte nelle tappe fondamentali (un po di anni di liceo, la maturità etc) era rimasta con la terza media. Sosteneva che l’università era una perdita di tempo, poichè l’uomo deve cavarsela da solo. Passai qualche tempo a spiegarle che l’università era solo un ulteriore periodo di studio e non un sistema assistenzialistico per giovani e ricchi fancazzisti, quindi rinunciai dinanzi a argomentazioni inoppugnabili quali le mani sulle orecchie e la bocca che emette un continuo “nananananananananananananana“.
Questa ragazza, che sarebbe stata una fiera illuminista, se avesse saputo COSA era l’illuminismo e fosse arrivata a separare la corrente filosofica dalla bolletta enel, intraprese una brillante carriera di baby sitter, poco prima che ci lasciassimo. Uno dei motivi che mi spinsero a partire per altri lidi, era l’insostenibile mancanza di voglia di automiglioramento, la sua ferma convinzione di essere perfetta così a 22 anni.
Per il lato che mi riguarda, ormai tutti sappiamo come è andata. Finita l’università, non senza qualche lacrimuccia, un lavoro che è meglio di tanta cacca oggi in circolazione, ma che comunque non riflette in alcun modo le mie ambizioni e lo stipendio che normalmente spetterebbe a un laureato.
Ma per lei? Voglio essere disgustosamente sincero. La signora, dopo avermi elegantemente elargito quello che, senza troppi giri di parole, definiamo dalle mie parti un “pacco di corna“, svanì misteriosamente. Anni e anni dopo ricicciò attraverso mia sorella. Eventuali risentimenti si erano completamente affievoliti, ero al termine dell’università, già lavoravo. Tronfio dei miei risultati, mi preparai a ascoltare le sue vicende di vita, come un sovrano si accinge alla sua ora quotidiana di suppliche.
Rimasi a bocca aperta.
Dopo che il quartiere in cui si era trasferita era stato scoperto dalla borghesia con i soldi, la ragazza aveva preso possesso della liquidazione del padre e aveva aperto un solarium. Esattamente: spacciava abbronzature e massaggi. L’attività andava come un treno anche e soprattutto perchè, per sua ammissione, tutti pagavano in contanti anche i trattamenti più costosi e questo le facilitava di molto l’evasione fiscale.
Un anno di trattamenti, grazie. Quanto fa?
1200 euro
Eccoli (tirando fuori la fascetta di soldi)
Quanto ha incassato questo mese?
Quasi nulla signor finanziere. Può vedere le mie regolari ricevute…
E 1200 euro puliti, netti e esentasse che piovono nella borsetta. Quando l’attività andava come un treno, la pupa ha trovato un uomo con un quantitativo di soldi impressionante (bestia come lei, ma di famiglia disgustosamente ricca). Si è messa in maternità, lasciando alle sue collaboratrici senza contratto il compito di portare avanti un’attività che nemmeno il mostro di Rostov avrebbe fatto fallire e oggi trascorre le sue giornate nel giardino della sua villetta, crescendo nuove ripugnanti forme di sfruttatori sociali.
Mia sorella, che mi aveva riportato questo pacchetto di novità, studentessa di medicina, anche lei (povera illusa) convinta che i laureati dovessero essere la crema della società, con molta gentilizza raccolse la mia mascella caduta a terra (assieme a delle biglie di non meglio identificata natura) e mi domandò seria e diretta
“Ma perchè io, che mi sto sfasciando il sedere a medicina, non vedrò nemmeno col binocolo un guadagno del genere se non molto avanti con la carriera?”
al che risposi
“Ma perchè io, che mi sono sfasciato il sedere a architettura, non vedrò MAI nemmeno quando sarò molto avanti con la carriera, un guadagno del genere?“
Ora… non vorrei che fraintendeste. Io, in questo momento, non sono vittima di invidia. Non sonno nemmeno lontanamente invidiosetto.
Io sto proprio rosicando come un castoro.
Questo non è il sogno americano! E’ l’INCUBO ITALIANO!
Mi potete raccontare tutte le balle che volete circa l’autodeterminismo, la capacità personale, la complicata gestione di un’attività commerciale…
al che io risponderò con una semplice domanda…
Dove?
Dove?!
Sì, “dove?”
Casomai, “perchè?”
No no, “dove?”
“Dove?” COSA?!
Dove stracazzo va un paese che da a un parrucchiere (non il proprietario del negozio, ma il “ragazzo”) 1700 euro netti e a un laureato nemmeno 1000? Dove pensa di andare? Dove crede di arrivare un paese che prende a scarpe in faccia i ragazzi che hanno studiato?!
Quindi voi mi potreste iniziare a decantare le gioie della moralità, della legalità, della coscienza (qui la “i” ci va) pulita, della legge morale dentro di me e del cielo stellato sopra di me… al che io, oltre a farvi presente che il buon Kant ‘sta roba se l’era fatta incidere sulla lapide e non abbiamo alcuna prova che chiedesse sempre la ricevuta al ristorante, tornerei a battere sempre sullo stesso punto (mettendo nel minestrone anche chi non ha studiato, ma si fa il culo tutto il santo giorno per 750 euro al mese LORDI): quanto ancora possiamo “tirare” questa macchina? Per quanto ancora possiamo elargire mini-stipendi, prima che il sistema collassi e vi sia una massiccia campagna di conversione all’illegalità, non come brivido del “male”, ma come necessaria soluzione ai fini della sopravvivenza?!
Io vorrei sapere solo questo… Perchè, e vorrei che fosse chiaro, non ho nulla contro il parrucchiere, o l’estetista o chi per loro. Sono contentissimo che alcuni di loro guadagnino tanto da permettere loro una vita da nababbi… ma se foste stati COSI’ CARINI DA FARMELO SAPERE PRIMA dell’iscrizione all’università, avrei agito differentemente. Se ve la foste piantata di urlare ai quattro venti “questo paese ha bisogno di laurearti” ma vi foste limitati a sussurrate “ci servono imbecilli che paghino gli stipendi dei grassi e annoiati professori universitari” sarebbe stata una cosa leggermente diversa…
Ma già sento l’urlo di risposta…
NO! Il paese non ha bisogno di ridondanti studenti di l
ettere, ignobili filosofi, sciocchi scienziati della formazione ed efebici architetti (ma perchè lui è ridondante e io efebico? Zitto! No, voglio essere almeno ignobile! Sei efebico e non rompi le palle, capito?!)!
Il paese ha bisogno di ingegneri! AHAH!
Guarda, principe dei cretini, che ti faccio parlare con un paio di amici, laureati con lode in 5 anni, che prendono 1200 euro al mese netti, nei mesi di grazia. E si sono sfasciati per trovare un lavoro.
Io chiedo semplicemente una cosa: onestà. Alla fine dell’università, alla fatidica stretta di mano, mi basta un “sei su scherzi a parte” o un coretto di scherno “t’avemo cojonatooooo, t’avemo cojonatooooo“.
Mi basterebbe questo.
Io lo dico qui. Scherzando. Continuando con i vostri contrattini a progetto, continuando con i vostri 250 euro al mese, continuando con i vostri sfruttamenti da furbetti del quartierino, prima o poi la pacchia finirà.
E quando il petrolio sarà finito, quanto ancora camminerà la vostra macchina?
Tutti a far finta di lavorare (tanto loro fanno finta di pagarci, no?)!
Buona giornata ragazzuoli!
4 risposte a data stellare 15.05.2007