Ragazzuoli che brutto periodo! I tempi sono stretti, i casini (personali e non) si affollano in vista dell’imminente interruzione delle attività lavorative. I capi vengono sempre più tardi in ufficio, il mio diretto responsabile è andato in ferie dicendo rassicurante “ma stai tranquillo che comunque nei prossimi giorni passo” e chiusa la porta ho sentito distintamente una risata fragorosa.
Nella tribù, i pochi che hanno un contratto, bestemmiano il caldo e la stanchezza. Gli altri? Per loro è iniziato il periodo dei “saldi”, ovvero quella fase in cui i lavoratori vengono svenduti, dati via per 4 soldi, provati senza ritegno e poi ributtati nel mucchio in cerca dell'”occasione”. Molti hanno chiuso i loro tempi determinati, i loro stage con contributo spese, i loro progetti. E stanno a casa. Si godono questo periodo di ferie forzate, chi con la promessa di essere richiamati a settembre, chi con la consapevolezza che a settembre toccherà rimettersi in caccia. Per il momento dormono la mattina un po di più e fanno rosicare a morte gli altri che devono svegliarsi presto. Ormai le conversazioni, in quel porto di mare di casa che abbiamo, finiscono sempre con uno scambio del tipo:
“beato te che domani dormi”
“beato te che a fine mese hai uno stipendio”
Breve crisi depressiva e poi si ricomincia…
Cosa possiamo dire? Prima di tutto vi invito a usare e abusare della mia casella di posta: sim_too@hotmail.com anche e soprattutto con le vostre storie, le vostre vicende. Capito quindi L? Manda manda 🙂
Poi vorrei potervi dire che sono terrorizzato da questo violento ritorno degli anni 80. Più che altro nel modo di vestire. Molti di noi sono stati precettati per un matrimonio questo fine settimana, e con l’occasione siamo andati in caccia di qualcosa da mettere. Io ho smesso non appena, entrando in un negozio, ho trovato l’angolo jeans dominato dalla scritta “Vita alta – gamba stretta”. E’ terrorizzante. Mio dio sono tornate le “ballerina” ragazzuoli! Stiamo parlando di quelle scarpe-non-scarpe che ti lasciano fuori il primo centimentro di solco delle dita dei piedi, piazzando in vetrina i nostri formaggi di produzione artigianale! E questo ritorno DEVASTANTE dei jeans infilati negli stivali? No dico… ma a luglio con questa divisa? Quando leggerete sul giornale “aumento nelle vendite della lacca dell’80%” dimenticatevi di me. Ci rivediamo tra 10 anni…
Ma la moda non ci interessa… noi vorremmo parlare di architettura, di professione (libera e sotto contratto)… e ci ritroviamo sempre coi soliti “steig“. Un collega l’altro giorno mi spiegava come un suo cliente (esterno quindi alla società di costruzioni) lo aveva costretto a un confronto imbarazzante (UDITE UDITE):
sa’ archité… ecco, mi domandavo se la sua parcella…
beh?
ecco, visto che sono un professionista anche io… (mi pare fosse un avvocato o roba del genere)
Sì?
Ma se la faccio risultà come staggista? Io la pago e magari me scalo pure quarcosina, no?
Ora… con un ragazzo di 30 anni, sano, forte, acculturato, laureato, che ha l’onore di parlare con questo cialtrone… no, dico… che vogliamo fare? Prima di tutto gli impedirei con ogni forza di prendere il porto d’armi! Ma mi diceva, il giovine virgulto, che non è finita mica qui. No, gli è stato proposto uno scambio:
Se nun me fa pagà… architè, senta che je combino: lei nun me fa pagà, e io je faccio pubblicità coi colleghi. Eh architè? Che ne dice?
Consueta rima con “ulo“…
E poi la solita maledetta conclusione: Architè, ma io tengo famiglia!
Io te la sterminerei, guarda un po…
Tu tieni famiglia? Voglio farti una domanda semplice e diretta. E non la scontatissima “e io no?”, bensì…
Chi?
Che famiglia, principe dei cialtroni? I due ragazzini vestiti da capo a piedi di roba bucata, stracciata e sgarrata, come moda comanda, da 350 euro al pezzo? Quelli che hanno parcheggiato le loro mini-cazzo-car da 20.000 euro CADAUNA in doppia fila bloccando tutta la via qui sotto? O magari intendeva sua moglie… ma sì, quella che mi ha aperto con la collana di perle… ah, no scusi. Mi ha aperto la governante! La sua signora l’ho incontrata qui sotto mentre prelevava 1000 euro in contanti per poter pagare in nero il beauty center…
Ragazzuoli, e chiudo, ma come si fa a vivere oggi, senza un’adeguata scorta di rime con “‘ulo“?
Torno a lavoro!
Vi abbraccio tutti immensamente!