Non mi posso distrarre un secondo che ‘sto blog diventa ‘na caciara!
Prima dovuta chiarificazione: non sono Trilly. E non capisco nemmeno come abbiate potuto confonderci! Trilly è palesemente femminuccia, toscana (quell'”icchè” è un indizio di notevoli dimensioni) e sicuramente è più gradevole per passare una vacanza. O almeno il suo ragazzo la vede così… tzè! Non sa che si perde quel farloccone!
Quindi: Sonia! Bella de casa! An’do’ scappi? A meil mia cell’hai, quinni nun pensà de sfuggimme: ‘n francia s’aribbeccamio, GARANTITO! 😉
Ma torniamo a noi! Prima di tutto, un richiamo all’ordine per i miei adorati lettori! Ragazzuoli non agitiamoci! Un antico detto giapponese recita “il padrone di casa sgarbato è fuori luogo quanto l’ospite sgradito“. Stefano è qui per difendere il suo punto di vista e dobbiamo rispettarlo. Non è che siccome ha definito i miei scritti “turbe tardoadolescenziali” noi possiamo definire i suoi “roba da demenza senile” o ritenerlo “divorato dall’andropausa” e visto che mi ha invitato a “tirare fuori le palle” non è che in risposta lo si può mannàaffanc… ecco, insomma, non è educazione! Che diamine! Anche se UN PO se l’è cercate, dobbiamo rimanere sul pezzo! Qualcuno lo potrà considerare repellente, altri orribile, ma è il suo parere e va analizzato con calma, dignità e classe! Siamo sul filo del conflitto generazionale e la cosa bisogna organizzarla a modo. Prima di tutto i numeri! Nessuna controbattuta è degna senza un adeguato accompagnamento numerico!
Dunque dunque dunque…
Frank Lloyd Wright.
Nato nel 1867. Copiando da wikipedia (versione americana): “In 1889, he married his first wife, Catherine Lee “Kitty” Tobin (1871-1959), purchased land in Oak Park, Illinois, and built his first home”. A 22 anni il ragazzo era laureato, aveva iniziato il suo “tirocinio” presso lo studio di Sullivan ed aveva costruito la sua prima opera. Decisamente precoce… Vi rendete conto? 22 anni! Così giovane… e già sposato! Terribile…
Poi…
Le corbusier
Nato nel 1887. La sua prima commessa, secondo wiki italia, è villa fallet a firenze a cavallo tra il 1906 ed il 1907. Quindi orientativamente a 20 anni. Interessante… Oh beh, non era laureato! Se avesse studiato in italia… diciamo almeno 5 anni di follia delirante… poi un paio di anni di tesi con un criminale di guerra… teniamoci bassi: 2 tentativi di iscrizione all’ordine… VIA, almeno altri 9 anni: 29 anni. Intollerabile…
Ultimo esempio, dai!
Renzo Piano
Nato nel 1937. Realizza il centre pompidou nel 1977. Ma il progetto è del ’71… quindi 34 anni. Ahi ahi ahi… 34 anni, decisamente un ritardato…
“Ehhhh ma vabbè” protesteranno i più “Ma tu sei andato a pescare nel calderone del mito! Questi sono geni!” Eh… e chissà quanti geni nostrani fanno SOLO una moka da paura…
Insomma, guardiamo la storia nelle palle degli occhi! Se a 30 anni non siamo pronti per il mondo dell’architettura, non lo saremo davvero PIU’! Starsi a raccontare che alla nostra età non abbiamo l’esperienza adatta è come affondare col titanic sostenendo che è un peccato morire con delle tendine di quel colore! Ma gli attuali 30enni cosa fanno? Approfondiscono le loro conoscenze tecniche a colpi di caffè e fotocopie e si sentono ripetere l’annosa balla: che un architetto di 40 anni è un “giovane architetto”. Generalmente i “quasi giovani architetti” vivono a casa con i genitori perchè QUALCUNO non li mette in regola, impedendogli di avere un contratto da sventolare sotto il naso del diretto di banca per avere un mutuo e poter andare a vivere per conto proprio; si fanno il mazzo da anni in uno studio dove prendono “rimborsi spese” che non coprono nemmeno il disturbo di uscire di casa la mattina e… che altro? Ah sì, fanno un caffè buonissimo! E sì sa… l’esperienza…
Ora… Stefano… sinceramente… io sono contento che tu ed i tuoi collaboratori viviate a fantasilandia, ma qui crudelia demon ci sta facendo il mazzo a tarallo! Io sono stato molto fortunato, lo devo ammettere: mio padre è architetto. Non aveva studio nel momento in cui mi iscrivevo all’università: aveva accettato già da anni un’offerta nel settore privato ed aveva chiuso baracca e burattini, ma mi ha sempre portato con se in cantiere. Dal compimento del terzo anno di età mi ha portato a pascolare in cantiere regolarmente. Villette, piccoli ristrutturazioni, certo. Niente aeroporti o centre pompidou per me… ma chiunque qui dentro riconosce PERFETTAMENTE il valore di un’esperienza di cantiere anche UNA SOLA. Purtroppo, al momento della laurea, non mi sono ritrovato col “pacchetto completo”: studio e parco clienti già avviato… ma con un “bel niente rilegato in oro” e come mi disse lui “sarai forte solo delle tue conoscenze“. Quindi, alla non più tenera età di 32 anni, ho quella che credo di poter definire un’esperienza di “rilievo”. Ma questo non basta… visto che le tasse universitarie ci tenevo a pagarmele da solo, ho iniziato fin dal secondo anno a lavorare in studi professionali. RIGOROSAMENTE IN NERO, a portare caffè e fare fotocopie. Ai miei capi di allora la mia esperienza faceva comodo, ma io in cantiere non ci potevo essere mandato. Come mai? Perchè ero IN NERO. Quindi NON ASSICURATO. L’unica volta che ci sono stato mandato, mi è stato detto chiaro e tondo: “stai attento: se ti fai male, tu non eri in cantiere. Eri a casa tua, chiaro?!” Il “mavvanffanculo” che seguì chiuse bruscamente il rapporto di lavoro, ma direi che il quadro è completo.
Santo cielo! Simone è capitato tra le fauci dell’orco cattivo!? UNA SEGA! QUESTA E’ LA REGOLA! Questa è LA NORMA! Uno studio medio, in Italia, non progetta. Se progetta, lo fa una volta all’anno, con una ristrutturazione di mediocre entità. Di che campa uno studio di architettura, oggi? Di imbocchi in fogna, DIA, DIA in sanatoria, antenne dei cellulari e mille altre robettine a carattere prettamente burocratico. Roba che, ONESTAMENTE, con un serio corso universitario di estimo potrebbe essere già nel bagaglio di partenza.
Un anno. Un anno è più che sufficiente per assimilare tutto questo e farne tesoro… dopo un anno, uno studio medio italiano non ha più nulla da insegnarti. Ma non perchè il boss sia cattivo, ma semplicemente perchè non ha null’altro tra le mani. E quando capita il lavoro più “interessante”, più “importante”, automaticamente la sua porta si chiude e lui non vuole essere disturbato. Niente chiacc
hiere, niente consulti. Io progetto. Voi siete cacca. Ok, posso capirlo… è il tuo studio, è il tuo cliente… ma ti prego di non andare, poi, in giro a raccontare che tu offri ai giovani possibilità per crescere. Sei semplicemente uno che si fa gli affari suoi. Sacrosanto… ma fallo in silenzio, ok?
Per 10 anni mi son sentito raccontare ‘ste cavolate sulla “maturità progettuale” e da qualche parte ciccia sempre qualche fancazzista che riassume il suo pensiero da mantenuto “se sai lavorare e hai voglia di farlo, tutte le porte sono aperte!“. Ecco il figlio di papà! Ecco quello che alle spalle ha sempre avuto tanti di quei soldi che non ha mai dovuto lavorare per UN GIORNO! Il laureato medio, in questo paese, ha un’aspettativa di vita DA FARE SCHIFO. Preso a metà tra cialtroni sfruttatori e diplomati da 4 soldi che tra un grande fratello ed un amico di maria ripete masticando la gomma che LUI merita di lavorare perchè a 18 anni si è rimboccato le maniche, non come noialtri che abbiamo continuato a studiare perchè non avevamo voglia di fare nulla. I nostri studi non valgono una cicca? Curioso! All’estero non devono saperlo! Poveri pirla! Quando i miei vicini di blog si sono trasferiti non si sono sentiti dire “cojonazzo, fammi un caffè” ma “venga architetto, parliamo del suo contratto“! Ma tu pensa che razza di fessi! E fare le fotocopie viene considerato E COME uno spostamento al tuo essere un lavoratore specializzato!
Io ho portato a termine il mio primo cantiere da più di 500.000 euro, come scrivevi, a 29 anni. Attico in zona Prati emmmmmhno, direi che il padrone di casa non si è formalizzato un granchè dinanzi la mia giovane età. E’ stato talmente soddisfatto che quest’anno mi ha indicato ad un amico ed ecco che ho infilato il secondo progetto da più di 500.000 euro! La sede di rappresentanza di un ufficio. Anche lì nessun problema… Non me ne frega nulla di stare a fare il miles gloriosus, ma questi due esempi di servivano per chiarire come il mito del proprietario di casa che non si fida del “ragazzino” sia FALSO. E mettiamo sul tavolo un’altra chicca: in questi due anni di blog ho ricevuto tante, tantissime mail di lettori che mi hanno raccontato non solo le loro frustrazioni, ma anche il loro cv personale. E di gente preparata come ME, PIU’ di ME e MEGLIO di ME ce ne è un FOTTIO! E che fanno? CAFFE’! E se ci sfoghiamo ci tocca pure sentirci dare dei ragazzini affetti da turbe tardo-adolescenziali…
Non siamo capaci di gestire un appalto da 3 milioni di euro? Probabilmente la prima volta potrebbe succedere un casino, perchè no?! Ma onestamente… Non starai cercando di raccontarci che gli architetti della tua età, gestiscono appalti da 3 milioni di euro quotidianamente, vero?
Vero anche che ho amici laureati di fresco che spesso si infilano in soluzioni tecnologiche assurde solo perchè si sono innamorati in fase progettuale di questa curva impossibile o di quel materiale costosissimo… ma i nuovi materiali sono spesso oggetto di speramentazioni e Ricerca… non ci vorrai mica raccontare che gli architetti della tua età infilano successoni uno dietro l’altro, vero? E col massimo rispetto per l’esperienza, ovviamente!
O magari ci vuoi dire che il nostro problema sono le partite iva che non conosceremmo? Le tasse che non pagheremmo? Bah… Sai… così, su due piedi… veramente il titolo di “evasore totale” continua a detenerlo saldamente una certa percentuale di colleghi della TUA età… E’ dura evadere a quei livelli, quando lavori con un contratto di collaborazione professionale a 800 euro LORDI al mese… noi, purtroppo, le tasse le paghiamo. Un po come le vostre pensioni, ecco…
O magari il problema sono le mamme con le lavatrici?
Insomma… vieni in questo blog, un blog dove i giovani professionisti sfruttati e mobbizzati si sfogano e si raccontano, a spiegarci che la nostra laurea non vale nulla, dopo che abbiamo subito per 5 anni l’insegnamento di professori della tua generazione. Che abbiamo lavorato per diversi anni per architetti della tua generazione che non ci hanno portato in cantiere fornendoci la REALE UTILE conoscenza perchè dovevano guadagnare 3 centesimi evadendo i nostri contributi previdenziali. Che siamo ancora a casa e ci dobbiamo sentir dire che siamo dei bamboccioni perchè le mamme ci viziano… mamme che, a conti fatti, sono vostre mogli.
Ora… se non ho travisato le tue parole… se non ho inquadrato male il problema… col dovuto rispetto, le cose sono due: o la tua generazione ha prodotto un numero impressionante di professionisti cialtroni, o ha prodotto un numero impressionante di educatori falliti. Io personalmente non saprei che scegliere! Facciamo così: io preferisco pensare di aver travisato in blocco TUTTO ed aver tratto conclusioni rigorosamente sbagliate; quindi ricambio gli auguri di buon anno, ti mando un forte abbraccio e i migliori in bocca al lupo. Tu, per favore, facci un regalone: consideraci come prefessionisti che vivono la più grande crisi economica e di valori dai tempi del 1929, con un sistema bancario infame e sottoposti a regimi lavorativi da terzo mondo… e considera che difficilmente i bamboccioni passano da questo blog per leggere recrminazioni nei loro confronti!
Detto questo, auguri a tutti ragazzuoli! Buon 2009! …che Dio che la mandi buona…
18 risposte a Oh mio Dio: sono trilly!