Steppiiiiiiii! Bacione alla mia sorellina… temevo che dopo la terza buca mi avresti tolto il saluto!
Beh, nessuno aveva detto che sarebbe stato facile! eheheheheh
Come riprendere il filo del discorso? Mi allaccio alla domanda di una delle mie più fedeli, provocanti e disinibite lettrici: secondo me, ogni qual volta non “passi” per un posto, si è perso qualcosa. Dublino, anche solo per Caravaggio, Pomodoro e Calatrava, ne valeva la pena. Chi secondo me, potrebbe essere nuclearizzata senza danno alcuno, è Cork… ma non voglio rovinarvi la sopresa: andiamo avanti con nostro resoconto! Lasciamo dublino non senza incidenti: appena preso possesso del potente mezzo a nolo (no, non un frac… un’automobile) fraternizziamo in breve con la guida a sinistra.
Piccola nota: se un mancino dovesse sostenere che lui preferisce il cambio a sinistra perchè quella è la sua mano… bene… STA MENTENDO! Anche io, forte di questa teoria bislacca, piazzo la mia manina preferita sul cambio e avverto immediatamente ostilità. La mano destra, ovviamente meno sensibile, diventa deputata al controllo del raggio della curva, con dei risultati che non vi racconto. La prima volta, nel tentativo di correggere di qualche millimetro una curva, per renderla più confortevole all’equipaggio, ho creato un effetto analogo a quello che si verifica su un traghetto per la sardegna, col mare a forza 8…
Ma il feeling col mezzo è stato subitaneo: mi sono fatto un’intera rotatoria contromano, prima di rendermi conto che la guida a sinistra implica una rotazione oraria e non anti-oraria… Ma per vostra sfortuna sono sopravvissuto e ho puntato la polena verso Powerscourt, ridente villa-giardino poco fuori Dublino. Visita estremamente gradevole, anche in considerazione del primo “assaggio” di panorama irlandese. Lungo la strada per Kilkenny inizia un curioso tamtam nella tribù: sarà mica ora di cercare un ricovero per la notte. A seguito di una serie di fraintendimenti con un personaggio di dubbia fama, che a Roma ci aveva raccontato di b&b a 30 euro “a camera”, ci fermiamo dinanzi una bella insegna col trifoglio verde e facciamo irruzione. La signora, proprietaria del b&b, ci chiede 35 euro a persona. Le rispondiamo “too expensive” e usciamo disgustati (se avessimo avuto una sciarpa di seta, l’avremmo fatta volare oltre la spalla, come le grandi dive del cinema di una volta) seguiti da uno sguardo… a occhio e croce lo stesso sguardo che aveva Cassandra quando prevedeva la fine di Troia e le rispondevano a colpi di pomodori col riso (in salsa di yogurt… si sa che i greci la mettono un po ovunque…). Arriviamo a Kilkenny che ormai è buio. Il nervosismo serpeggia nella tribù: non abbiamo dove dormire, le previsioni di spesa sono aumentate del 300%, iniziamo a domandarci se il terzo mondo sia disponibile a nuove forme di credito…
Poco fuori Kilkenny, poi, per la MEDESIMA CIFRA, troviamo un b&b che non abbiamo la forza di sbeffeggiare. Occupiamo militarmente l’area e ci prepariamo a trascorrere la prima notte nell’entroterra con fieri propositi: riorganizzare il viaggio daccapo. Iniziando, stavolta, a cercare dove dormire FIN DALLE 17.
Ci abbracciamo piangendo per la genialità del piano e sveniamo tra le coperte, pregustando la colazione full irish (non senza un po di sano e sensatissimo panico che qualche pazzo definirà “ansia da prestazione culinaria“).
Cosa dire di Kilkenny: deliziosa. Piccola, pulitissima, tutta a pagamento. In perfetto Catholic Style si paga ogni chiesa, ogni cappella, ogni luogo di culto. E come qualcuno ha felicemente aggiunto “E costano una madonna!“. Se intendete partire per l’Irlanda dovrete considerare una serie di cose. Una di queste è che per il cibo, vanno a multipli di 8 euro. Per gli ingressi nei luoghi da visitare, di 4 (nei casi più economici… quasi regalati). Ci siamo pregustati appieno il nostro investimento e poi siamo partiti verso una località che tutt’oggi non riusciamo a capire chi ci abbia consigliato… Cork.
Se Bono ha detto “Dublino è triste”, credo non sia stato un caso che non abbia detto una mazza di Cork… Il suo nome, in gaelico, vuol dire “Palude“. E già cominciamo bene. Incuriositi dalla guida che la definiva “bohémienne” (e solo oggi capisco che è un po come definire “architettura spontanea” l’abusivismo più nero o “contratto a progetto” il racket della prostituzione) arriviamo a ci guardiamo attorno… Il fiume locale, a causa di un tasso di inquinamento appena al di sopra della soglia di estinguibilità di ogni forma di vita nelle immediate vicinanze, sembrava di Guinness… e la qual cosa ha posto dei seri problemi, andando a realizzare un effetto “sirene di Ulisse” su molti di noi. I suoi orrendi effluvi si mescolavano alle vampe di frumento delle fabbriche di birra attorno alla seconda città d’Irlanda, realizzando una mistura che mi ha ricordato moltissimo l’odore dei bagni del traghetto per la grecia, dopo un’intera traversata col mare a forza 9…
Ma anche oggi ci dobbiamo fermare… io scappo e corro a lavorare! Sentitevi liberi di sospirare pensando all’estero… E’ vero che “nessun posto è come la propria casa”, ma uno poi torna e sente dire a un corona qualsiasi, in località Garlasco “Faccio il mio lavoro. Vi ricordo che sono un gionalista“… La prima cosa che mi è venuta in mente è stata “Oh beh… in fin dei conti anche Mengele era un medico“!
Buona giornata ragazzuoli!
Vi stritolo!
8 risposte a data stellare 30.08.2007