cari bambini buondì!!!!!!! , è con balzi di gioia scomposti che vi annuncio di aver fatto ritorno all’ovile, altrimenti noto come unovirgolaotto metri quadri. un applausino di incoraggiamento grassssie; l’oroscopo di oggi giura che ho una carica energetica eccellente, e che sarò carina (attenzione) con chi mi circonda; fatto quest’ultimo che credo non capiti dalla seconda asilo…
o come mi state bellini?? sussù lo so che vi avevo promesso di scrivervi, ma siccome sono un’adorabile bugiarda, alla fine mi sono lasciata prendere per la manina dalle vacanze…e senza farmi pregare nemmeno troppo, a onor del vero. e se devo dirla tutta, sono state delle vacanze gradevolissime, che mi pregio di riassumere approfondendo gli argomenti nei giorni a venire, cominciando da oggi.
sab. munita di elmetto e vestiti da battaglia, ho fatto il mio primo viaggio al centro della terra
dom. mercatino delle crete di asciano (e dico poco….), montepulciano con sbronza lenta e sistematica alimentata sapientemente con un’approfondita frequentazione di tutte le enoteche-degustazioni, sarteano
lun. mart. isola di giannutri con pernottamento abusivo sul cosiddetto molo (ma non lo raccontate in giro perchè per ora l’abbiamo fatta franca)
merc. ferragosto: la giornata è iniziata con una puntatina in bici a gaiole (45 km, io, la bici e il solleone) + montalcino, sant’antimo e tour classico della valdorcia
giov. palio
ven. firenze
sab. castiglioncello
dom. marina di grosseto
lun. a vedere un paio di case (lo scopo del gioco è vederle, immaginare di metterci gli artigli sopra e abitarle, ed infine deprimemi perchè nn me le potrò permettere per i prossimi 105 anni)
ohh…ma iniziamo subito allora. innanzitutto volevo ringraziare e salutare Marco, che oltre ad essere entrato nell’eletta schiera dei lettori del blog, mi ha iniziato ai piaceri della speleologia. marco è un ingegnere (di quelli innocui però :-P), di siena, che mi ha confessato di far parte del club dei trentenni laureati, super formati, masterizzati eccetera che faticano per portare a casina 1000 euri. tutto il mondo è paese, quindi. bene (si fa per dire).dovete sapere che la speleologia, assieme all’aragosta, al vibromassaggiatore per le natiche, a un viaggio in transiberiana e a mille altre cose, è (era) nella mia personalissima lista delle “cose da provare prima di passare a miglior vita e chissà mai che possano piacermi“. e la volete sapere tutta? mi è piaciuta, eccome!
chi di voi mi ha seguito ultimamente avrà letto che nutro un certo interesse per la geologia, tanto da accarezzare l’ipotesi di prendermi, soldi pemettendo, una seconda laurea…e dalla geologia alla speleologia il passo è breve. quindi, dopo aver provato un anno fa quasi preciso l’ebbrezza del volo in mongolfiera (il signor verne sarebbe fiero di me), sabato scorso mi sono infilata come un verme nelle cavità del sottosuolo, vicino a monteriggioni, nella cosiddetta Buca a’ Frati. così battezzata perchè qualcuno, probabilmente sotto l’effetto di qualche stupefacente, ha intravisti “scolpiti” nella roccia un paio di frati.
personaggi e interpreti: l’architettessa, che per l’occasione sfoggiava al posto della berretta blu un luccicante elmetto rosso luminomunito ed un fiero herpes sul labbro superiore (che perdura, per la cronaca); la dolce metà dell’architettessa, che ha il pregio di condividere entusiasta come un bimbo qualsiasi esperienza, il marco di cui sopra, ivan, valentino.
armi e munizioni: elmetto rosso, due pile da 4.5 volt acquistate la mattina stessa e scadute nel settembre 2002, abbigliamento adatto all’evenienza (quello che adopro quando mi dedico al rotolamento nella melma assieme ai maiali), scarponcini, macchina fotografica.
si inizia con la discesa nell’antro, muniti di corda; i primi due metri sono riuscita a farli tenendomi alla corda, gli altri 5 sono rotolata sul deretano senza ritegno alcuno. con l’alibi che così non cadevo.all’interno la grotta si divide diciamo in tre
ambienti, situati a tre diverse altezze, con piccoli antri minori. lo spettacolo all’interno era entusiasmante, con cavità gocciolose ricchissime di piccole stalattiti in formazione,
laghetti ormai prosciugati con resti luccicanti e trasparenti di calcite, e altri ancora che, sotto la crosta nera indurita nascondevano quello che in gergo di chiama “latte di monte” che altro non è che calcare non solidificato, pastoso, molto simile alla ricotta.
nella zona più bassa un’altra sorpresa. le stalattiti non scendono giù ortogonali al suolo, secondo la gravità, ma tendono ad arricciolarsi descrivendo un’ellisse; fatto curioso che non ha ancora trovato una spiegazione scientifica.
premesso per onestà giornalistica che la grotta è per definizione per neofiti, mi sono cimentata in alcune “prove dello speleologo“, riscuotendo credo un discreto successo e una cospicua collezione di lividi ed ematomi. di cui vado modestamente fiera…
devo ammettere che oltre all’aspetto scientifico e naturalistico, assolutamente eccezionale, per me si è trattato anche di una prova, anzi di tante piccole prove. il mio incubo ricorrente, da che ho memoria, consiste nell’essere costretta a passare per passaggi strettissimi, che si fanno sempre più angusti. la grotta è stata l’occasione per affrontare questa paura: ho strisciato in pertugi larghi poco più del mio spessore per distesa, mi sono infilata in buchi da cui non ero sicura di passare, prendendo la mia paura per la collottola e buttandomela alle spalle, convinta da sempre che per superare la paura l’unico modo è affrontarla, di petto e senza pensarci tanto.
e quando uscimmo a riveder le stelle, lividosa, sporca come un cucciolo di maiale, sudata e tanto tanto stanca, erano passate quasi tre ore; mi sono sentita, nel mio microcosmo, più forte, e pronta a fare il mio ingresso ufficiale nel gruppo speleo di siena. per questo ringrazio ancora marco che è stato disponibilissimo fin da subito e che ha reso possibile quello che fino a una settimana prima valutavo come una remotissima possibilità. mi scuso anzi se il linguaggio adoperato è stato assolutamente poco scientifico e del tutto inadeguato, e confesso candidamente che delle cose che ci ha raccontato ne ricordo un 60%, presa com’ero dalla speleofascinazione. e ringrazio la mia dolce metà, che sorrideva come un bimbo prima di entrare in grotta e sorrideva ancora di più quando ne è uscito.
ovvia cari, ci si vede domani allora. battete un colpo voi che ci siete, che mi fate compagnia mentre mi dedico alla stampa 1: 1
degli elementi di una rampa; piastrella per piastrella. vi abbraccio. sciaooooooooooo!!!!!!
Una risposta a ritorno all’ovile