strana a volte, la vita… pensavo tornando a casa, mentre l’odore del freddo, incredibilmente uguale, a londra come a siena, mi faceva compagnia e mi faceva sentire a casa. un anno fa avevo appena iniziato una delle numerose esperienze nel belpaese…per l’occasione avevo anche fatto ritorno all’ovile dai miei, nella firenze matrigna da cui ero scappata due anni prima. uno studio in centro, piccoletto, di un’architetta con cui siamo rimaste in buoni rapporti. non mi era dispiaciuto tornare a firenze per un po’…un ritorno all’infanzia, all’adolescenza, ai tempi dell’università…con il natale di contorno, e il mercatino a piazza santa croce, e le lucine di natale in via gioberti…e poi a febbraio l’occasione di tornare a siena, che non mi sono fatta sfuggire.
da allora nella mia testa, nella mia memoria londra è come il bolero di ravel, con le nottate per la consegna di un concorso, londra che si affaccia nella mia testa ma, come dice conte, è un’idea come un’altra, mentre arriva la primavera, arrivano altre consegne, e londra piano piano mette radici nelle mie cellule grigie, arriva il blog, arrivano i soci e il palio di luglio, e londra lentamente assume contorni più nitidi, mentre con la mountain bike attraverso l’alba lattiginosa e le crete, arrivano le vacanze, il palio d’agosto, le lunghe chiaccherate angosciate con la mia tenera metà, arriva un settembre di soci, di CV in inglese, di notti a rigirarsi nel letto, una fine ottobre gelata e il volo per stansted.
e il resto lo sapete.
e mi stupivo stasera, camminando di fretta e guardando il cielo di londra sempre pieno di aerei, di come a volte basti poco per cambiare completamente la propria vita. a tre settimane dall’arrivo mi sembra di aver vissuto tre anni…sono lontani i giorni in cui era qui la mia sorellina, che mi prendeva le mani per dire ti voglio bene; sono lontani i giorni di transumanza da un ostello all’altro, mentre sotto la pioggia parlavo da sola per darmi coraggio; le sere frenetiche di ricerca casa-risposta alle mail-ameno conversare con compagna di stanza malese logorroica-ricerca della strada per vedere la casa…adesso, e mi suona quasi strano dirlo, dato che sono appena dieci giorni, mi coccolo nella mia routine quitidiana. è incredibile, pensavo stasera, a quanto occorra poco, quando si è completamente sradicati, per rimettere radici…abito in questa casa, in questo quartiere da dieci giorni ma già per me è Casa…è casa l’ultimo incrocio dove c’è il cantiere con i ponteggi celesti, è casa il supermarket dall’altro lato della strada, è casa il ponte della overground, è casa il profumo misto di carote-arancia-cannella-banana che ho in casa.
comunque…il lavoro procede bene, ho quasi finito il progettino che mi era stato affidato (un banco di prova, penso, per capire come mi muovo e con quale autonomia…che paura le telefonate per chiedere i prezzi alle ditte!!) e oggi, in attesa di alcuni prezzi, ho iniziato a lavorare, ad una chiesa di wren; praticamente la brutta copia di st. paul; dobbiamo intervenire sul sistema degli accessi.
il lavoro e i colleghi mi piacciono molto, sono tutti molto carini e c’e’ un’atmosfera molto compagnona. sto ritrovando un po’ del calore che avevo lasciato allo studio di siena. anche se probabilmente adesso ne ho una visione un po’ edulcorata per via del natale…il pranzo a covent garden, sessioni di biglietti di auguri da firmare, pacchi di regali (soprattutto mangerecci) che arrivano, i “ci penseremo dopo le feste” (tutto il mondo è paese), eccetera. penso di aver fatto bene tutto sommato a partire prima di natale, questo mi ha consentito di vivere i primi tempi nella tranquillità ovattata e, perchè no, quasi familiare e rassicurante del natale… certo basta non andare a oxford street, che in questi giorni è nel pieno della delirante giostra natalizia. che tutto sommato può essere divertente…mischiarsi tra la folla e lasciarsi trascinare dalla corrente, e sentendosi al contempo è vero, un granello di sabbia sulla spiaggia, ma un essere pensante, vivo e “volente“, perchè se sono a londra è soprattutto merito mio e del mio “coraggio”.
e questo è quello che ho fatto sabato e domenica che erano due giornate freddissime ma molto belle, da trekking urbano per intendersi. e così, armata dei miei stivali, mi sono regalata una mega passeggiata penso di una dozzina di chilometri, da casina, attraversando il mercatino che c’è all’incrocio tra kilburn high road (dove girano suv di questo tenore)
e belsize road, attraversando abbey road (e chi conosce i beatles sa di cosa parlo), giù per avenue road fino al regent’s park, dove non ero mai stata e che è stato una bellissima sorpresa, molto elegante, raffinato, mosso e naturalistico diciamo, pieni di scoiattoli (e di italiani che fotografano gli scoiattoli – io per prima non mi sono sottratta)
e di uccelli (e non facciamo battute), fino a ritrovarsi in baker street…e da allora e’ stato il delirio!
per il resto, aspettando il natale, la vita scorre sui binari dolcemente consueti: il padreterno (o chi per lui) continua a regalarci giornate fredde ma di sole, in studio continuano a chiamarmi alenora, il postino continua a rovesciare nella mia cassetta della posta le lettere per tale mr. christie, il precedente inquilino, che riceve una quantita’ di missive pari solo al ministero dell’interno, e io continuo a ingurgitare litri di te arancia e cannella, con sommo gaudio del mio sistema renale. mi sentirei a casa , se non fosse che qui si parla una lingua diversa, declinata in svariati modi (inglese canadese, inglese tedesco, inglese turco, inglese indiano, inglese neozelandese), …per fortuna che la persona che da due anni mi da’ la buonanotte contina a farlo nella stessa lingua…
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