buongiorno cari bambini…e buon anno! alzi la mano chi di voi avrebbe preferito passare lo scoccare della mezzanotte a letto con il febbrone da cavalli e praticamente in coma, piuttosto che mischiarsi al comune volgo in delirio per dei normalissimi fuochi d’artificio sparati lungo un fiumiciattolo che mi pare si chiami tamigi. ebbene sì, l’architettessa ha trascorso la mezzanotte nell’unico modo che francamente, colta forse da delirio di onnipontenza, non aveva previsto: a letto con un febbrone che non ricordava dai tempi delle elementari, amorevolmente accudita dal principe “consorte”. e meno male che la bbc ha trasmesso sti benedetti fuochi d’artificio. poi in sincrono li vedevo anche dalla mia finestra, ma quelli diciamo un po’ piu’ scacioni, di quartiere. insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, questo 2008 non sarà esattamente una passeggiata.
dal punto di vista lavorativo sembra che sarà un anno scoppiettante; patrick sembra un pupazzetto di gomma che saltella da una parte all’altra del paese, una pallina impazzita di un flipper gigante, sempre piu’ rosso di viso e di gozzo…prima della fine dell’anno ci ha detto che tre richieste di finanziamento (diciamo così) sono andate a buon fine, per cui dovremo partire con il progetto di restauro di due torri e di un palazzo storico; più tanti altri lavori “minori”, restauri più puntali, extensions, modifiche, che arrivano dalle varie chiese o meglio, parrocchie che sono i clienti consolidati dello studio da anni. e che ci sia molto lavoro me ne rendo conto anche io nel mio piccolo, dato che a un mese dall’arrivo ho avuto per le mani, lavorandoci come parte attiva (nel senso che erano interventi affidati a me) quattro lavori (piccolissimi per carità), più altri tre a cui ho solo dato una mano. e sono felice di essere qui…è il tipo di studio, di lavoro, di situazione che ho sempre voluto, sempre sognato. sfogliando le cartelle dell’archivio dei lavori trovo dei nomi che fanno girare la testa (kensigton palace, british museum, tower of london, leeds castle…), e soprattutto quando è calato il sole guardo fuori dalla finestra e vedo me riflessa nel vetro e in trasparenza londra…e penso oggesù, ma allora è proprio vero, sono io sono proprio io.
ancora integramente rincoglionita dal febbrone sono rientrata al lavoro il due, giorno in cui la dolce metà è ripartita e sono approdati in terra d’albione i miei augusti genitori; i quali si sono iniettati per via endovenosa in due giorni londra e le sue meraviglie, entusiasti come bambini della città, degli autobus a due piani, delle razioni generose dei pub e drogati dal biglietto giornaliero, che gli ha permesso di zompettare come coniglietti tra bus, metro eccetera. e ieri sera quando lo ho salutati, mentre attraversavo la stazione di baker street, pensavo che le feste sono davvero finite, che si torna alla normalità, alle lunghissime passeggiate, alla tv inglese, alle sperimentazioni culinarie serali.
e una canzone nella playlist di ieri sera mi ha riportato al natale di due anni fa, a una siena freddissima e ovattata dalla neve, ai cioccolatini alla cannella, all’esame di stato andato male, ai salmoni da incartare e ai pacchi da recapitare a giro per la città (certamente, durante le “normali” ore di lavoro e in qualità di architetto…), lavorando dieci ore al giorno con gli amici più veri che ho conosciuto negli ultimi anni. quando pensavo che attraversare piazza del campo tutti i giorni fosse quello che realmente contava, e non avevo capito ancora che invece era solo un balsamo per la vita professionale non andava affatto.
quello che scrive filippo nel suo penultimo blog appartiene tantissimo al mio sentire degli ultimi mesi..con londra nella testa da dopo l’estate, sono sensazioni che mi sento addosso da settembre…la linea netta che separa quello che era prima da quello che è adesso, il gesto che fa cambiare direzione per sempre alla ruota in movimento della vita. un gesto che, se paragonato alla portata e alle conseguenze, appare anche piuttosto semplice. e questo senso di non ritorno, di “mai piu’ “,di aver abbandonato per sempre un mondo, una situazione, una condizione…perchè quando sarà il momento di tornare saranno cambiate troppe cose perchè la sceografia possa rimanere la stessa…e non me ne accorgo ora che sono distesa sul letto, e guardo dalla finestra le nubi attraversare velocissime il cielo londinese…me ne accorgevo prima, mentre decidevo di partire attraversando in bici le mie colline, elaborando e già vivendo il distacco.
intanto…le mail che arrivano dall’italia, dalla mia italia (un’amica che aspetta un bambino, le foto della figlia di un’altra amica) aiutano a farti toccare con mano la vita vera, quella con la V maiuscola, allo stato puro…queste sono le uniche notizie che ancora fanno venire le lacrimucce agli occhi dell’architettessa… con una piccolissima punta di invidia per chi può, in tutti i sensi, fare bambini e crescerli nel posto più bello del mondo.
…e da loveridge road, london…per oggi è tutto. statevi bene, ovunque siate, e godetevi l’attesa di cosa sara’ il 2008…io da quando sono qui ho ritrovato un ottimismo che avevo dimenticato da tanto, troppo tempo.
vi abbraccio forte!!
11 risposte a buon anno!