ma che fine ha fatto la biondina della foto, con un cappellino blu da cittina nonostante i 31 si avvicinino inesorabili? è ancora viva, e toccando ferro (e legno anche va’, che quassù lo si preferisce) ha ancora il suo lavoro. un privilegio assoluto, lo voglio bello dire. una fortuna vergognosa in tempi come questi. lavoro a parte, su cui torneremo a breve, l’architettessa si è dilettata negli ultimi tempi tra: computer scassato, amenità burocratiche legate a quanto scoprirete sotto, più due clonazioni a ruota di carte di credito, una italiana, l’altra anglosassone…con la differenza che nel secondo caso, a 96 ore dalla clonazione, avevo già i soldi sul conto. nel primo caso, in nome di un’efficienza perfettamente italian style, mi sono stati richiesti un paio di chili di carta da compliare nonchè denuncia…che provvederò a fare il prossimo sabato, all’indomani del mio rimpatrio di 48 ore. al solito comando dei carabinieri, ovviamente; laddove un lustro fa, in occasione di un’altra clonazione, appresi dal carabiniere di turno, non senza turbamento, che a siena c’è il mare. ma questa è decisamente un’altra storia.
la vera novità è che ulisse ha finalmente trovato la sua nuova itaca: alla fine mi sono decisa, prima di trasformare il forno nella succursale del cassetto della biancheria. la ricerca della casa, a cui ho amorevolmente devoluto buona parte delle mie pause pranzo da inizio maggio, si è concretizzata nella seconda metà. da allora sono partite infinite transumanze le sere dopo lavoro, durante i giorni più ventosi che londra ricordi dall’inizio del millennio. il trasloco, con tutte le amenità connesse, mi ha ciucciato buona parte delle energie, fisiche, intellettuali e temporali. il lavoro e l’attività sportiva me le hanno se dio vuole esaurite, ma la soddisfazione di esserci riuscita, e da sola, mi ha ringalluzzito. la nuova casa è in una zona decisamente più carina, nella parte finale di hampstead e infinitamente più comoda sotto molti punti di vista. l’attrazione principale della zona pare sia rappresentata dalla casa del signor freud, a 150 metri dal mio uscio di casa, dove si dice che sia gelosamente custodito nientepopodimenochè il famoso lettino delle sedute psicoanalitiche. freud a parte, la zona è molto verde, pulita, a 20 minuti a piedi da regent’s park e altrettanti da hampstead heath, uno dei parchi più belli e forse meno conosciuti di londra. più che un parco, un’area sterminata a bosco e brughiera a cui è stato costruito attorno. lo studio flat è su due livelli, il che mi permette di cullarmi nella beata illusione di vivere in un bilocale anzichè un mololoculo.
l’eleonora di un anno fa ci avrebbe pensato e ripensato al cambio di casa…e alla fine avrebbe detto no. le incognite di vivere a londra ora, e lavorare come architetto, sono tantissime. inutile nasconderlo: stiamo tutti, come di dice dalle mie parti, a culino stretto, con la paura cioè di essere mandati a casa dall’oggi al domani. come ho detto e ripetuto più volte, io sono nata ansiosa e la sega mentale è senz’altro la disciplina in cui eccello: ritoccando ferro e legno non siamo con le mani in mano per adesso,tutt’altro e i lavori ci sono; anche perchè come vi raccontai alcuni mesi fa, una collega starà via fino a gennaio per un master, ed i suoi lavori li abbiamo assorbiti noi. ma le carte in tavola fanno presto a cambiare. ragion per cui ho deciso che se dovevo stare in ansia comunque, quasi come filosofia di vita diciamo, tanto valeva farlo in bellezza e in una casa più…casa.
chi mi segue dall’inizio sa che il limite temporale che mi ero prefissata erano un paio di anni…nel corso del tempo ci ho preso gusto, naturalmente, londra mi ha conquistato del tutto e ha conquistato anche le tenera metà, tanto è vero che ho un attimino esteso, almeno in linea di principio, l’orizzonte temporale. ma se le cose dovessero prendere una brutta piega, mi basterebbe comunque riuscire ad arrivare a gennaio. quando parliamo della crisi, poche volte a dir la verità (sono tutti molto pragmatici) patrick scuote la spalla e di riflesso il gozzo e dice che questa è la sua terza recessione da quando lavora nello studio. e, sottintende, sono sempre sopravvissuti….e ci devono essere stati anche momenti peggiori, dato che lo studio festeggia quest’anno il 125esimo anniversario.
i progetti a cui sto lavorando adesso sono molto belli. uno è una ristrutturazione di una casa di campagna enorme nel buckinghamshire, con una serie infinita di stratificazioni, brani medievali si fondono con elementi giorgiani e novecenteschi. le stratificazioni e le “aggiunte” continue se da una parte hanno dato carattere al complesso, lo hanno reso molto confuso nella fruizione e organizzazione di spazio e percorsi. cosi’ ingarbugliato che nella porzione più storica e più caratterizzata i proprietari di fatto non riescono ad abitare. il nostro intervento di conseguenza mira ad un’organizzazione più razionale dello spazio interno, unito ad alcune modifiche esterne che rispettino ossequiosamente la preesistenza; assieme a lavori di restauro vero e proprio. accanto a questo, finalmente mi è toccata la mia prima extension di una chiesa; si tratta di riprendere un progetto “vecchio” e modificarlo, ma ci sono altre extensions più piccole in altre zone della parrocchia, il tutto, e sembra la volta buona, da portare all’esecutivo. da luglio inoltre dovrebbero partire i lavori che ho seguito dall’inizio all’interno e all’esterno di un’altra chiesa… tre lavori ed un unica impresa, che ha fatto il “prezzaccio” perchè la parrocchia non aveva fondi a sufficienza: rifacimento di tre tetti con annessi lavori di recupero della pietra, un nuovo ufficio e, che non manca mai, nuova cucina e servizi. ecofriendly, ovvero mobili della cucina fatti con barattoli di yogurt e tazzine di plastica riciclate.sono proprio curiosa di vederli in opera.
negli ultimi mesi ho avuto la soddisfazione anche di aver visto diversi lavori iniziati e finiti, progetti che erano stati affidati a me e che ho potuto seguire dal rilievo al certificato finale. sarà che qui le cose si muovono più veloci, che sono stata fortunata, ma in italia non mi era mai successo; qui sono andata e vado ai meeting precontratto, ai meeting durante i lavori, vengo sguinzagliata in cantiere con elmetto e giacchino fluo con gente che ascolta quello che dico, se lo annota e, uditeudite, lo fa davvero! due di questi sono lavori di restauro vero e proprio, (pulizia della pietra, ristilatura dei giunti di malta, consolidamento strutturale e delle pietre, rifacimento del manto di copertura) su due chiese di wren nella city; un altro sono lavori prettamente di conservazione su delle tombe monumentali in un giardino-cimitero (concetto assolutamente inglesissimo) in un paesino lungo il tamigi alle porte di londra; ci sono passata oggi per un altro lavoro che dovevo controllare li’ vicino e mi si è aperto il cuore a vedere le tombe pulite, consolidate e senza più “pezzi” mancanti…soprattutto perchè altre persone si raccoglievano a guardarle e sembravano compiaciute.
spero che tutto questo duri il più possibile percheè davvero mi sta dando delle belle soddisfazioni, sia come crescita personale- professionale per la quantità di cose che imparo ogni giorno, sia per la soddisfazione professionale itself.
e per stasera, da, attenzione, fitzjohn’s avenue, è tutto!
9 risposte a tra paure e soprattutto novita’