6240

6240. seimiladuecentoquaranta chilometri sono quelli che ho percorso a piedi in questi ventisei mesi a londra. una media di otto chilometri al giorno nei giorni di lavoro, molti di più durante i fine settimana, spesso trascinandomi dietro il principe inconsorte. e senza contare quelli fatti di corsa prima di devastarmi il ginocchio sinistro…una cifra di un certo rispetto che mi ha fatto sobbalzare sul sedile del 31 la scorsa domenica mentre rincasavo (sull’autobus).

che sia una camminatrice folle è sempre stato un fatto piuttosto assodato, molto prima del trasferimento quassù, e la necessità di muovermi ha sempre fatto parte di me da che ho memoria. la camminata per me è come respirare, nuotare, cantare…mi sento viva, sento che “partecipo” al mondo in modo attivo, diciamo. le ragioni della camminata folle poi quassù sono tante. elencate in ordine sparso: il controllo del tempo, il “fitness” (ero terrorizzata dal diventare un balenottero quassù), la conoscenza della città. sbattetemi in qualsasi punto all’interno della zona due della metropolitana e torno a casa senza cartina. solo vivendola a piedi si impara a conoscere abbastanza londra, a “unire i puntini” delle stazioni della metropolitana; a gustarsi il passaggio dalla city all’east end, da belsize park ai confini sbrecciati di hampstead heath, dalla caotica e inquietante camden town alla serenità raccolta e salottiera di bloomsbury. tra le imprese impossibili e variamente scellerate annovero:

loveridge road-brick lane, 3 ore, in una mattinata gelida di febbraio 2008, conclusasi con uno dei temporali più fragorosi della storia dell’umanità: si poteva evitare.

fitzjohn’s avenue – mile end, 3 ore e un quarto, fine giugno 2009, a cavallo di pranzo: bene la prima parte, un suicidio la seconda, con temperature che sfioravano il 31 gradi: si poteva evitare al 50%.

richmond park, 5 ore e ventidue chilometri, first may bank holiday 2009: bellissima anche perchè in dolce compagnia.

loveridge road-victoria station, marzo 2009 con partenza alle sei da casa – due ore e venti passando per la notissima abbey road senza le orde di beatlesiani a fotografarsi sulle strisce pedonali, mentre albeggiava: mooolto godibile.

fitzjohn’s avenue-borough market, sabato scorso, due ore e dieci – e trenta minuti scarsi al mercato pur essendo partita carica di ottimismo con tanto di zaino per la spesa. interessante.

spesso mi chiedono se mi annoio durante queste marce forzate. no, direi. generalmente, l’eleonora1 è impegnata a spiegare un concetto piuttosto complesso all’eleonora2, che per l’occasione si dimostra abbastanza ottusa e recalcitrante all’apprendimento. non di rado fa la propria comparsa anche l’eleonora3, english speaking, soprattutto quando impersonifica colleghi, clienti amici e conoscenti non italiani: anche loro necessitano tendenzialmente di lunghe e dettagliate spiegazioni. l’ eleonora4 compare raramente, e spesso con argomentazioni inutili e/o deprimenti. l’eleonora5, l’organizzatrice, è una delle mie preferite – ma in dosi omeopatiche perchè mi trascina in dei loop da cui faccio fatica ad uscire. ma in generale…so che questa parentesi londinese non durerà per sempre, e cerco di riempirmi gli occhi, il respiro, la pelle di sensazioni, rumori, fotogrammi di questa città che ti sorprende a ogni angolo e che al tempo stesso diventa più familiare ogni giorno che passa.

e per stasera da fitzjohn’s avenue…buonanotte.

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

2 risposte a 6240

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *