dicevamo…

ci sono giornate che cominciano con un mah perplesso e finiscono con un mah desolato. semza altre parole perchè le abbiamo finite. giornate, mesi, anni in cui corri corri corri come un cricetino sulla ruota, e con la stessa soddiafazione. la polvere ruvida, secca di cantiere ti entra nel naso e ti fa lacrimare, o forse non è la polvere, o forse bo. sono quelle giornate in cui la domanda è una, sola: ma è tutto qui? ma tutto qui cosa? tutto. l’aria fresca dell’alba, ci pedali attraverso, la senti nel naso, nella pelle, nella bocca, nella testa. non schiarisce i pensieri, ma rende più chiaro lo sfondo su cui si proiettano e si amplificano. ma vorresti che quell’alba non finisse mai, che non finisse quell’equilibrio sottile, quella nebbiolina che forse nasconde, promette qualcosa o forse no. l’equilibrio… il pianto e il riso, il giallo dei campi e l’azzurro del cielo, la danza e il silenzio, la nebbia e l’amiata sbiadito. odore di magnolia, di pane, a volte di mare lontano ma, giuro, di mare, di ragnatele, di terre assetate. giorni in cui vorresti avere un tempo che non passa, una strada infinita da percorrere, su cui srotolare i pensieri e riarrotolarli ordinati, lisciati, puliti. che non basta essere stata il giorno prima al centro del mondo, del tuo mondo, in una festa di luce, di mattoni e di tufo, colori, silenzio, tamburi, di ritmi incalzanti sfumati nel pianto. che non basta vedere vigneti stesi al sole, ondeggianti come un bucato infinito, fino a quel punto dove la terra incontra la luce. datemi da bere che ho tanta sete, di toccare, rotolare, annusare, ascoltare, leccare, di sentire la testa girare, el mani stringere e tremare, i muscoli infiammarsi e formicolare. datemi un’altra collina, un’altra salita, un’altra curva da vedere cosa c’è dietro, una strada sassosa bianca di sete. ancora albe da pedalarci dentro. Inspirare ed espirare.
oggi è andata così. ma domani va meglio eh. scrollata la polvere di dosso, domani parleremo del palio, della cantina del signor renzo, dei giardini. domani. basta che ci sia un’altra collina, un’altra salita, un’altra curva. buonanotte popini. ogni tanto capita.

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